Condividi

LE INTERVISTE DEL WEEK END – Micossi (Assonime): “Banche e risparmio, sarà una rivoluzione”

INTERVISTA A STEFANO MICOSSI, direttore generale di Assonime – “Inutili le polemiche con la Ue dopo che l’Italia ha approvato il bail-in sia pure applicandolo in modo parziale per salvare obbligazionisti e depositanti, ma le nuove regole Ue imporranno alle banche e ai risparmiatori una cambiamento culturale profondo”. E’ stato giusto evitare il fallimento

LE INTERVISTE DEL WEEK END – Micossi (Assonime): “Banche e risparmio, sarà una rivoluzione”

Le polemiche infuriano. Alcuni risparmiatori che avevano comprato azioni o obbligazioni subordinate delle quattro banche salvate in zona Cesarini dal resto del sistema bancario sulla base di una nuova normativa varata dal Governo, protestano affermando di essere stati ingannati sul grado di rischio del loro investimento. I regolatori ed i controllori che si azzuffano per scaricarsi dalle proprie responsabilità, peraltro da accertare, e coinvolgono Bruxelles in una polemica che magari poteva avere qualche fondamento anni fa, ma che ora sembra fuori tempo massimo. Il Governo è sotto tiro da parte delle opposizioni che cavalcano ogni protesta, ed appare oggettivamente in difficoltà specie dopo il suicidio di un pensionato che si è sentito ingannato dalla propria banca. Ora dovrebbe essere varato un nuovo fondo per dare un aiuto assistenziale alle “fasce deboli ” dei risparmiatori che hanno perso i loro averi nell’azzeramento del valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate, rischiando però di aprire un nuovo contenzioso con tutti gli altri cittadini che per i motivi più vari hanno registrato perdite nei loro investimenti. Insomma un gran polverone dentro il quale si rischia di smarrire le ragioni di fondo di quanto è avvenuto e come si può evitare che in futuro si ripetano crisi simili. In questa conversazione Stefano Micossi, direttore generale Assonime, vuole smorzare il tono delle polemiche ed offrire una spiegazione razionale di quando accaduto e di cosa deve essere fatto in futuro per avere un sistema bancario efficiente e dei risparmiatori più tutelati.

“In primo luogo – afferma Micossi – mi sembra necessario sgombrare il campo dalle polemiche con Bruxelles che sono inutili e forse dannose. Già nelle linee guida del 2013 la Commissione diceva chiaramente che i salvataggi bancari non potevano più avvenire con denaro pubblico ed illustrava le procedure sulla base delle quali un intervento, ancorchè fatto con denaro privato, sarebbe stato classificato come aiuto di Stato. Si chiariva che l’attivazione del fondo di garanzia sui depositi, costituito dai versamenti delle banche, in quanto avviata da un ente pubblico sarebbe stata considerata intervento pubblico e quindi proibita. Gli italiani hanno per lungo tempo cercato di ottenere una deroga dalla Commissione e quando alla fine si sono resi conto che non l’avrebbero ottenuta, hanno imboccato la strada dell’applicazione parziale della nuova normativa sul “bail in” che entrerà in vigore dal 1° gennaio del 2016.  In questo modo si sono salvaguardati tutti i depositanti ( compresi quelli con giacenze superiori a 100 mila Euro ) e tutti gli obbligazionisti ordinari. Non solo ma evitando il fallimento si è anche evitato di far richiedere da parte dei commissari l’immediato rientro di tutte le somme che aziende o privati avevano avuto in prestito. Si può immaginare  quale sconquasso si sarebbe prodotto nelle zone di insediamento di queste banche. Inoltre si sono salvati alcune migliaia di posti di lavoro e si sono tenute in piedi strutture aziendali , ora completamente risanate, che potranno trovare nei prossimi mesi degli acquirenti, e quindi svolgere una funzione positiva nel sostegno finanziario nei loro territori”.

FIRSTonline – Le decisioni comunitarie sono ormai state prese. Forse si potevano contestare prima, ma ora non è più possibile. Tanto varrebbe indirizzare le polemiche sui passi che mancano per arrivare ad una effettiva unione bancaria, come ad esempio la garanzia comune sui depositi che invece è tutt’ora ostacolata dalla Germania e da altri paesi del Nord. Ora però bisogna chiarire come si è arrivati a questa drammatica crisi di quattro banche e se ci sono delle responsabilità. Lei che ne pensa?

MICOSSI – “Le nuove regole comunitarie che abbiamo accettato, impongono un profondo cambiamento della filosofia operativa delle banche per cui d’ora in poi i risparmiatori dovranno accettare il rischio delle loro scelte d’investimento senza confidare sulla garanzia, più o meno esplicita, che tanto lo Stato sarebbe intervenuto per proteggere tutti gli investimenti. Nel futuro ci sarà una diversificazione del rischio tra i vari titoli delle aziende di credito che quindi dovranno puntare ad essere credibili ed affidabili. Questo sarà un cambiamento culturale profondo che dovrà essere promosso dal Governo e dal settore finanziario con una lunga, seria, ed efficace campagna informativa per rendere tutti i risparmiatori consapevoli dei rischi che assumono con le loro decisioni di investimento”. 

FIRSTonline – Questo dovrebbe spingere il sistema bancario ad aggiustarsi più rapidamente di quanto fatto in passato. Sembra abbastanza evidente che tra le varie ragioni del crack di molte piccole e medie banche ci sia anche un inadeguato sistema di governance dovuto anche ad intrecci politici locali o ad altre pressioni: non crede? 

MICOSSI – “Non c’è dubbio che in molti casi le oligarchie locali hanno usato male il loro potere di gestione.  La riforma delle banche popolari, varata lo scorso anno dal Governo dopo oltre vent’anni di tentativi sempre ostacolati proprio da quei potentati locali, e quella delle Casse Cooperative che si preannuncia sul modello del Crédit Agricole potranno accelerare una trasformazione del sistema bancario nel senso di una gestione più trasparente e più profittevole. Risparmiatori più consapevoli dovrebbero portare a banche meglio gestite con vantaggi anche per l’intero sistema economico che deve poter contare sull’erogazione del credito per poter crescere”. 

FIRSTonline – Ma i regolatori e la vigilanza non hanno nulla da rimproverasi ? Come mai sono state consentite emissioni di obbligazioni ad alto rischio anche da parte di banche già commissariate ? E soprattutto ora che i buoi sono già scappati dalla stalla non si rischia di ostacolare il buon funzionamento del sistema proibendo la vendita di obbligazioni subordinate a tutti i privati quando potrebbero benissimo esserci risparmiatori disposti a rischiare per avere rendimenti più elevati? 

MICOSSI – “Credo sia opportuna una inchiesta approfondita per capire come sono stati distribuiti questi prodotti, una inchiesta che deve investire sia le banche che i controllori così da capire bene se ci sono state delle truffe o se invece ci troviamo di fronte a delle carenze regolamentari o a prassi inadeguate da parte dei controllori. Questo è un passaggio fondamentale per poter da un lato fare delle azioni di richiesta di risarcimento danni ed anche per poter procedere, come si è fatto in altri paesi ( ad es. la Spagna ) all’erogazione di aiuti assistenziali o umanitari ai risparmiatori vittime del cattivo funzionamento del sistema. Certo che non si possono fin d’ora non rilevare alcune stranezze come ad esempio i numerosi commissariamenti prolungati di banche durante i quali si è fatto poco o nulla sia per andare a fondo nella pulizia dei bilanci sia per cambiare radicalmente registro rispetto alle prassi fino ad allora in vigore, come appunto la vendita di obbligazioni subordinate.” 

FIRSTonline – Quindi è corretta l’idea del Governo di creare un fondo per venire incontro ai risparmiatori che hanno perso i loro risparmi? 

MICOSSI – “Al di là dello scomposto agitarsi delle opposizioni che cavalcano la comprensibile indignazione di molti risparmiatori che si sentono truffati ( o peggio il macabro sfruttamento dei drammi personali ), credo che una volta chiarite le responsabilità, sia giusto venire incontro alle esigenze di molti risparmiatori, stando attenti però a non creare nuove categorie generali di ” fasce deboli ” che possono richiedere in futuro l’intervento dello Stato per qualsiasi perdita esse dovessero subire sui loro investimenti causata da capovolgimenti dei mercati o da eventi imprevisti. Questo risarcimento umanitario deve essere strettamente legato all’accertamento delle responsabilità e limitato a questo specifico caso”.   

La soluzione della crisi di quattro banche C. R. Ferrara, Banca Marche, Carichieti e Popolare dell’Etruria ha fatto venire alla luce alcune debolezze strutturali del nostro sistema bancario sia nella governance che nelle dimensioni, e forse una prassi un po’ accomodante da parte delle autorità di vigilanza che devono essere prontamente affrontate. Forse non si tratta di una riforma complessiva del sistema bancario come ha detto Renzi, ma sicuramente occorre una ulteriore messa a punto delle regole anche in vista dell’entrata in vigore del nuovo sistema di gestione delle crisi. Prima si faranno questi interventi e meglio sarà salvaguardata la “reputazione” del sistema bancario che com’è noto basa la sua esistenza sulla fiducia che non deve essere intaccata da eccessive polemiche da deve essere restaurata con interventi precisi e tempestivi.


Allegati: L’intervista a Maria Cristina Marcuzzohttps://www.firstonline.info/a/2015/11/29/interviste-del-week-end-grieco-enel-specchio-di-un/6968b6a7-5984-4b21-8667-0d5795774d9d

Commenta