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Le Borse hanno voglia di salire ancora. Hanno ragione? Fugnoli (Kairos) raccomanda equilibrio

Secondo lo strategist di Kairos la paura di restare esclusi può incidere sulle scelte di investimento. Ma se si corre a comprare solo perché lo fanno tutti bisogna essere consapevoli dei pericoli

Le Borse hanno voglia di salire ancora. Hanno ragione? Fugnoli (Kairos) raccomanda equilibrio

Per investire bisogna darsi delle regole, la prima è quella di non farlo mai in maniera emotiva. Perché sul mercato il treno passa tutti i giorni e non bisogna aver paura di perderlo. Il vero rischio non è infatti tanto quello di perderlo, quanto di prendere quello sbagliato. Ma quando i mercati si trovano in una fase di rialzi come quella a cui stiamo assistendo, “chi era rimasto alla finestra a guardare con il portafoglio scarico si fa prendere dalla paura di rimanere troppo indietro ed entra in gioco, rincorrendo il rialzo e alimentandolo”. Parola di Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, che nell’ultima puntata del suo podcast mensile “Al quarto piano” consiglia una strategia per decidere come investire sui mercati in vista di questo scenario.

“I cicli di rialzo azionario iniziano in sordina, quasi timidamente – continua Fugnoli -. Il mercato è ancora frastornato dal ribasso precedente, la paura domina i pensieri di tutti, le perdite bruciano ancora. Inoltre, i segnali di ripresa dell’economia sono confusi e contraddittori. Non c’è un miglioramento chiaro, ma solo un attenuarsi dei segnali negativi”.

Torna l’ottimismo sui mercati

Da ottobre a oggi, “le borse hanno continuato a salire, ma lo hanno fatto con poca convinzione e mille perplessità – ha proseguito lo strategist di Kairos -. Si è temuta la recessione, si è guardata con disappunto la discesa troppo lenta dell’inflazione, si è paventata la crisi bancaria, si è pensato alla discesa degli utili e, fino all’inizio di giugno, si è immaginata perfino la possibilità di un default americano in caso di mancato accordo sull’innalzamento del tetto all’indebitamento”. Ma i mercati hanno continuato a salire, seppur senza clamore, “trainati dal fascino irresistibile della tecnologia, dell’intelligenza artificiale e, in Europa, di tutti i settori legati alle esportazioni verso una Cina in ripresa”. E nelle ultime sedute questo rialzo si è allargato a tutti i settori.

La trappola dell’investimento perso

Si è perciò verificato l’assurdo: molti investitori che prima non osavano comprare per paura del calo, si siano fatti prendere dalla preoccupazione di non guadagnare, anziché da quella di perdere. Questa frenesia, che di tanto in tanto “succede”, viene rappresentata negli Stati Uniti da un acronimo: Fomo, che significa “Fear Of Missing Out”, cioè la paura da parte di un investitore di perdere un’opportunità che in futuro non si ripeterà più.

“Di per sé Fomo non è una buona guida per l’azione. Le sue ragioni non nascono da una seria analisi del contesto macroeconomico, ma dal panico. E come il panico è spesso cattivo consigliere nei momenti in cui il mercato si avvita in un ribasso, così può esserlo quando induce all’acquisto senza che ci siano altre solide motivazioni”.

Le borse hanno voglia di salire. Hanno ragione?

Tuttavia, lo strategist sottolinea che al momento non mancano motivi per essere “ragionevolmente costruttivi sull’azionario”. E cita: la crescita economica con segno positivo, l’impercettibile discesa degli utili rispetto all’anno scorso, le banche centrali vicine alla conclusione del ciclo di rialzo dei tassi, la solidità del mercato del lavoro e la crisi delle banche rimasta circoscritta.

Ma se si vuole investire sulla base di queste ragioni si deve agire “con metodo e razionalità”. Invece, per Fugnoli, se si corre a comprare solo perché lo fanno tutti senza soppesare, oltre alle opportunità, anche i rischi, bisogna però “essere consapevoli del fatto che i momenti di Fomo sono interessanti e spesso proficui per un trader, ma non sempre lo sono per un investitore che guardi al medio termine”.

Luci ma anche ombre all’orizzonte

E anche se i mercati si sono mostrati resistenti alle bufere non bisogna dimenticare che qualche rischio rimane. “Il ciclo di rialzo dei tassi non ha ancora dispiegato tutti i suoi effetti restrittivi sulle economie, mentre il permanere di tensioni inflazionistiche nei servizi sposta in là nel tempo l’avvio di un ciclo di tagli dei tassi. Il mercato obbligazionario è in questo momento più prudente dell’azionario e quello delle materie prime sconta addirittura un rallentamento della crescita globale, proprio quello che il mercato azionario sembra escludere”.

Nel complesso, conclude Fugnoli, ci sono luci, ma anche alcune ombre “che per il momento restano sullo sfondo, ma che è giusto tenere in considerazione”. Per questo raccomanda un “atteggiamento equilibrato”.

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