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Le Borse corrono per la schiarita tra Russia e Ucraina: a Piazza Affari volano soprattutto le banche

Gli spiragli di pace tra Russia e Ucraina danno sprint alle Borse, soprattutto europee – A Piazza Affari volano le banche ma brillano anche Stellantis e Diasorin

Le Borse corrono per la schiarita tra Russia e Ucraina: a Piazza Affari volano soprattutto le banche

L’Ucraina apre alla neutralità e la Russia annuncia una “riduzione significativa delle attività militari a Kiev e Chernihiv”: il promettente andamento del quarto round di colloqui in Turchia (definito “costruttivo”), alimenta oggi il Toro sui mercati e consente ai listini europei di chiudere in netto progresso e alla campanella di Wall Street di suonare intonata. La strada per la pace è ancora lunga, ma i passi di oggi pesano invece negativamente sul petrolio e sui prezzi delle materie prime anche agricole, mentre infondono fiducia nell’euro e nel rublo. Il bitocoin si muove prudente sui livelli della vigilia, dopo i recenti guadagni e in attesa di capire cosa succederà realmente e quando. Restano le pressioni sui titoli di Stato, in Europa e negli Usa. Il tasso del Bund decennale tedesco è ai massimi dal 2018, mentre il titolo a 2 anni ha un rendimento positivo per la prima volta dal 2014. Sui T-Bond resta alta l’attenzione a causa dell’inversione della curva dei rendimenti tra titolo a 5 anni e 30 anni e tra 5 e 10 anni. Si restringe inoltre lo spread tra il titolo a 2 e quello a 10 anni.

Borse europee ottimiste, contrastata Mosca

Auto, banche, lusso, viaggi e turismo sostengono i listini europei, zavorrati invece dai titoli petroliferi e da quelli legati alla difesa.

Piazza Affari si apprezza del 2,41% e recupera le perdite subite con guerra, superando ampiamente quota 25mila e fermandosi a 25.307 punti base. Parigi sale del 3,08%; Madrid +2,87%; Francoforte +2,35%; Amsterdam +2,05%. La più cauta è Londra +0,62%, che soffre le perdite registrate dai titoli oil e il calo di Barclays (-3,47%) dopo che uno dei principali investitori ha messo in vendita azioni per circa il 3% del capitale della banca.

Sono misti gli indici di Mosca, dove è ripresa anche la contrattazione dei titoli internazionali. Il Moex, denominato in rubli, perde lo 0,91%, mentre lo Rtsi, denominato in dollari, guadagna il 7,11%.

In Piazza Affari brillano Unicredit e Stellantis

A guidare la lista delle blue chip di Piazza Affari è oggi Unicredit, la banca italiana più esposta al mercato russo mostra un rialzo del 7,52%. Da inizio mese l’istituto guidato da Andrea Orcél ha perso l’8,98%. A tirare un sospiro di sollievo è l’intero settore bancario: sono in netto progresso Bper +5,88%; Intesa +5,7%; Banco Bpm +5,28%. Bene Mps, +1,76%.

Rimbalza il settore automotive, trainato da Stellantis +6,64%. L’ad Carlos Tavares e il presidente John Elkann intendono supportare la transizione verso la mobilità elettrica in tutti i siti italiani e in particolare a Torino, con l’obiettivo di garantirne la sostenibilità e la rilevanza all’interno del gruppo, come si legge in una nota congiunta dopo un incontro con il sindaco di Torino e il presidente della Regione Piemonte. Giovedì Tavares incontrerà i sindacati.

In scia Pirelli +5,09%. In controtendenza Cnh -3,72%.

Sul podio trova spazio Diasorin, +6,68%, fermata in volatilità nel corso della seduta con gli acquisti che si riaffacciano copiosi mentre il Covid torna a fare notizia soprattutto per i lockdown decisi a Shanghai. Nella salute si apprezza Amplifon +6,34%. Nel lusso brilla Moncler +5,61%. Nell’industria Interpump +5,75%.

Si raffredda l’energia con Terna -3,05%; Tenaris -2,73%; Snam -1,67%; Eni -1,33%.

In calo Leonardo -2,35%, nonostante la notizia che il gruppo cantieristico Damen ha selezionato il gruppo italiano per equipaggiare le nuove fregate della Marina militare tedesca con i suoi sistemi di difesa navale. Le prese di profitto pesano su Generali -2,04% e Telecom -0,12%.

In calo petrolio e grano, sale il gas

Il petrolio si raffredda ulteriormente con gli spiragli di pace. Al momento il Brent arretra del 3,75% a 108,26 dollari al barile; il Wti tratta intorno a 101,88 dollari, -3,85% dopo essere sceso anche sotto quota cento.

Scendono i prezzi dei metalli, a partire dall’oro e la prospettiva di pace mette un freno anche alla speculazione sui prezzi di grano e mais. All’apertura il contratto future più attivo sul grano – sottolinea una nota di Coldiretti – è sceso a 9,76 dollari a bushel (27,2 chili) dopo essere era arrivato a superare in un mese di guerra i 13,6 dollari per bushel mentre il mais è stato quotato 7,17 dollari dopo aver raggiunto i 7,8 dollari per bushel al top da 10 anni. Una netta inversione di tendenza rispetto a livelli precedenti – spiega Coldiretti – registrati solo negli anni delle drammatiche rivolte del pane che hanno coinvolto molti paesi a partire dal nord Africa come Tunisia, Algeria ed Egitto che è il maggior importatore mondiale di grano e dipende soprattutto da Russia e Ucraina”.

Salgono invece i prezzi del gas (anche negli Usa, dopo che Biden ha promesso nuove forniture all’Europa). Fa male il braccio di ferro tra Russia e Vecchio Continente sul pagamento in rubli, che non ha ancora un vincitore. Dopo il no del G7, di cui i paesi europei importatori fanno parte, Mosca ribadisce la sua posizione: Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, conferma che la Russia non esporterà il gas gratuitamente (ovvio) e che il suo paese sta cercando modalità per rendere più semplici, chiari e pratici i pagamenti, con tutte le opzioni che dovranno essere vagliate entro il 31 marzo.

“Le aziende dovrebbero prendere in considerazione il mutamento delle condizioni e il totale cambiamento della situazione che si è verificato con l’inizio della guerra economica nei confronti della Russia”.

Salgono euro e rublo, spread in calo e tassi in rialzo

Sul mercato valutario l’euro rialza la testa contro il dollaro e si muove in progresso di una percentuale superiore all’1%, intorno a 1,11.

Scatta anche il rublo, ai massimi dall’avvio delle manovre militari in Ucraina, con la conferma del pagamento dei 102 milioni di dollari di cedole del bond in scadenza nel 2035 da parte delle Russia, che notifica inoltre il rimborso, previsto per la settimana prossima, di un bond da 2 miliardi di dollari.

Sul secondario italiano scende lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata a 150 punti base (-1,35%), ma i rendimenti crescono, soprattutto quello del Bund.

Il decennale italiano registra un tasso in crescita di 2,13% e il titolo tedesco di +0,64%. A pesare sulla carta tedesca è anche il crollo della fiducia dei consumatori tedeschi nei riguardi dell’economia, misurato dal Gfk German Consumer Climate. L’indice è sceso a febbraio all’1,3% dal precedente 4,3% di gennaio e in misura superiore alle attese (1,8%). Si tratta di un indicatore chiave, in grado di anticipare la spesa dei consumatori, che rappresenta una quota fondamentale nell’attività economica totale.

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