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L’Asia fa respirare le Borse. Ma sale lo spread con l’aria di crisi

Si allenta la pressione sui listini europei e Milano dribbla le tensioni politiche italiane – Tokyo fa incetta di Btp: acquisti record a giugno – Corrono i petroliferi, in frenata Tod’s e Datalogic

L’Asia fa respirare le Borse. Ma sale lo spread con l’aria di crisi

Il clima più disteso in Asia, grazie ai dati positivi del commercio cinese (ma lo yuan resta sopra i 7 dollari nonostante l’intervento della Banca centrale) e la buona chiusura di Wall Street favoriscono i listini europei, a partire da Parigi, su dell’1% abbondante. Piazza Affari avanza di tre quarti di punto, attorno a 20.700 punti, grazie alla spinta dei petroliferi, in linea con Francoforte e Madrid. Poco mossa Londra, un filo sopra la parità.

Si placano i timori di una recessione globale e si comincia a vendere le obbligazioni con le scadenze più lunghe. Il rendimento del Treasury a dieci anni, sceso ieri sui minimi dall’ottobre del 2016 a 1,65%, stamattina è a 1,73%. Treasury a due anni fermo a 1,60%, perché restano immutate le aspettative su un veloce discesa dei tassi di interesse.

Il rendimento del Btp scende all’ 1,47% da 1,59% di ieri. Bund a -0,55%, da -0,58% della chiusura.

Perdurano le incertezze a livello economico, per questo la Bce è pronta ad agire con misure sui tassi e sugli acquisti di titoli di stato. É quanto emerge dal bollettino della Banca centrale europea, dove si trova una conferma della linea accomodante.

Goldman Sachs afferma stamattina in una nota che l’azionario europeo dovrebbe risalire dai livelli attuali grazie alle manovre di politica monetaria in arrivo dalla Banca centrale, ma il rimbalzo non dovrebbe essere imminente. Peter Hoppenheimer, lo strategist che firma la nota, conferma il target per fine anno dell’indice Stoxx 600 a 405 punti, ovvero, circa il 10% sopra i livelli attuali. 

Nel mese di giugno gli investitori giapponesi hanno fatto incetta di titoli di Stato italiani per 2,6 miliardi di dollari come mai da oltre quattro anni, sottoscrivendo anche una quantità record di governativi australiani (307, 6 miliardi di yen, record dal 2014) a segnale di come il calo generalizzato dei tassi spinga gli investitori a caccia di rendimento. Si è trattato di un ottimo affare, rileva Bloomberg: se si prende per esempio il Btp con scadenza al novembre 2029, il 20 novembre 2018 aveva un prezzo di 114,04, oggi salito a 135,25, con una performance del 18,5%, senza contare la cedola prevista del 5,25%.

Al contrario, i tesorieri di Tokyo hanno venduto 665,5 miliardi di yen di debito tedesco, massimo da maggio 2018.

Dopo tre giorni di rally l’oro è in lieve calo a1.497 dollari l’oncia, dal +1,8% dell’ultima chiusura. Sotto la spinta dei sauditi recupera il petrolio (+3%). Ne beneficiano gli energetici: Eni +1%, Saipem +2,5%, Tenaris +1,5%.

Positive le banche: Ubi Banca +0,8%. Intesa Sanpaolo +0,4%: il gruppo americano ha investito, attraverso i suoi fondi comuni, 1,6 miliardi di euro, diventando il secondo socio di riferimento dopo la Compagnia San Paolo.

Bper Banca (-2,6%) chiude il secondo trimestre con 272 milioni di euro di margine d’interesse, in calo del 3% anno su anno ed in linea con il risultato del primo trimestre. In lieve miglioramento le commissioni, salite a 195 milioni di euro, +2% anno su anno. Utile operativo in calo del 3% a 147 milioni, peggio del previsto. Common Equity Tier 1 in lieve miglioramento a 12,33%.

Poste italiane +1%. Generali +0,7%. Banca Generali +1,5%.

Perde colpi Tod’s (-3%), che ha chiuso il secondo trimestre con 238 milioni di euro di ricavi, in calo del 5% anno su anno, leggermente peggio del previsto. Nel primo semestre, l’Ebitda si dimezza a 30,2 miliardi di euro, -55%, molto peggio del previsto per effetto del forte incremento delle spese di marketing e di comunicazione.

Datalogic (-5%) chiude il secondo trimestre con 160 milioni di euro, in calo del 2,5%, peggio del previsto. Ebitda -10% a 26 milioni di euro. La società ha rivisto al ribasso le previsioni sul 2019.

Friulchem (+6%) è il miglior titolo di oggi.

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