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La Roma di Mourinho liquida la Juve e sale al quarto posto col Milan. L’Inter è seconda, la Lazio terza

Battendo la Juve di corto muso la Roma appaia il Milan in classifica ed è in piena bagarre da Champions. L’Inter resta sola al secondo posto, ma con 15 punti di distacco dalla capolista Napoli

La Roma di Mourinho liquida la Juve e sale al quarto posto col Milan. L’Inter è seconda, la Lazio terza

Mourinho e Inzaghi sorridono, Allegri decisamente no. La sintesi della domenica di Serie A è questa, perché Inter e Roma tornano a correre dopo le sconfitte della scorsa settimana, mentre la Juve interrompe, forse definitivamente (Collegio di Garanzia del Coni permettendo), la sua rincorsa Champions. La classifica, dal Napoli in giù s’intende, vede i nerazzurri a quota 50 punti, seguiti dalla Lazio con 48 e dalla coppia Roma-Milan a 47: la bagarre per secondo, terzo e quarto posto al momento si ferma qui, anche se l’Atalanta (42) non è ancora del tutto fuori dai giochi. Di certo la copertina, al di là delle posizioni, se la meritano i giallorossi, perché una vittoria sulla Juve, con tutto il rispetto, vale più che una sul Lecce, per quanto i problemi dell’Inter siano stati soprattutto con le piccole.

Roma – Juventus 1-0: Mourinho aggancia il Milan, Allegri dice addio al quarto posto

Non è stata una Roma spettacolare dal punto di vista offensivo, anzi si può dire che il gol di Mancini sia stato un fulmine a ciel sereno, sotto il profilo dell’intensità e dell’impegno, invece, i giallorossi hanno fatto una partita da 10 e lode, battendo la Juve sul suo terreno preferito, vale a dire quello del corto-muso. Mourinho, del resto, è uno specialista del genere da molti più anni di Allegri e anche ieri non si è smentito, preparando una gara “sporca” sin dalle scelte iniziali: la rinuncia a una punta di ruolo (Abraham in panchina, Dybala falso nueve con Wijnaldum e Pellegrini alle sue spalle), ma anche un baricentro basso a protezione della linea difensiva. La Juve, che aveva pensato a un piano pressoché analogo (con Vlahovic costantemente spalle alla porta), si è adeguata, col risultato di un primo tempo con pochissime occasioni, salvo un palo di Rabiot. A inizio ripresa però ecco l’episodio che ha rotto gli indugi, ovvero un tiro di Mancini da 25 metri che si è infilato alle spalle di Szczesny: lì la gara è decisamente salita di tono, con la Juve a spingere (anche se in modo confuso) e la Roma a difendersi (con ordine, ma anche con qualche affanno). La serata di grazia di Rui Patricio, Ibanez, Smalling e, ovviamente, Mancini ha fatto sì che il muro reggesse, così come una buona dose di fortuna che ha mandato sui legni una punizione di Cuadrado e un quasi autogol dello stesso Mancini. Il finale, a parte un tiro di Danilo sui titoli di coda, non ha regalato grosse emozioni, a parte una follia di Kean (ci risiamo…) che, entrato da soli 40 secondi, s’è fatto espellere per un fallo di reazione su Mancini.

Mourinho: “Prestazione da Champions, ma sono ancora arrabbiato per la sconfitta di Cremona”

“Sono ancora perplesso per come abbiamo giocato a Cremona, ovviamente sono felice di questo successo, ma non ho ancora digerito quanto accaduto martedì, perché abbiamo dimostrato che, quando giochiamo da squadra, siamo forti – il pensiero di Mourinho -. Non abbiamo vinto grazie alle scelte tattiche, bensì perché i giocatori hanno dato tutto: se giochiamo così possiamo arrivare in Champions, ma non sappiamo mai quale Roma scenderà in campo. Dobbiamo essere consapevole dei nostri limiti, per nasconderli e portare a casa il risultato, il campionato è una maratona e gli obiettivi non si raggiungono con le gare secche. Nelle partite singole possiamo fare risultato contro tutti, lo abbiamo appena dimostrato”.

Allegri: “Ho detto ai ragazzi di rimanere sereni. Kean? Ha sbagliato e ha chiesto scusa”

“I ragazzi devono stare sereni e tranquilli, perché comunque sul campo abbiamo fatto 50 punti – ha sottolineato Allegri -. Vista la penalità si pensa che ci possa crollare il mondo addosso, però la verità è che i ragazzi stanno facendo cose importanti, una situazione come quella che abbiamo subito noi non è mai esistita nella storia del calcio, bisogna solo fare i complimenti a loro. Dobbiamo continuare a rimanere sereni e a lavorare, ciò che è successo e succederà, purtroppo, non dipende dal campo. Kean? Ha sbagliato, ha chiesto scusa ma ha sbagliato, perché ci ha messo in difficoltà. Poteva essere determinante nel finale, tra l’altro il fallo era a favore suo…”.

Inter – Lecce 2-0, Inzaghi ammette: “Potevamo lottare per lo Scudetto, ma lavoriamo per crescere”

Serata tranquilla per l’Inter di Inzaghi, vittoriosa sul Lecce senza particolari problemi. Il 2-0 finale è maturato con un gol per tempo: Mkhitaryan nel primo (29’) e Lautaro nel secondo (53’), per 3 punti che valgono il secondo posto in solitaria, complice la sconfitta del Milan di sabato. I nerazzurri avevano bisogno di reagire dopo la brutta figura di Bologna e lo hanno fatto con relativa serenità, confermandosi dei veri e propri schiacciasassi nel catino amico di San Siro. Se il campionato si giocasse solo a Milano, infatti, Inzaghi avrebbe 33 punti, 2 in più del Napoli capolista (che però ha una partita in meno), il problema è che esistono anche le trasferte e lì l’Inter crolla addirittura al settimo posto. La verità sta nel mezzo e va ricondotta a stimoli e motivazioni, evidentemente più facili da trovare con 70 mila nerazzurri sugli spalti: serviranno delle controprove nei prossimi viaggi, a cominciare da quelli di Spezia e Oporto, intanto però Inzaghi può tornare a respirare e godersi una settimana senza polemiche. “Abbiamo fatto un’ottima partita con l’approccio giusto e senza mai abbassare l’intensità – il commento di Inzaghi -. La squadra è stata fin dall’inizio sul pezzo per vincere e abbiamo meritato di farlo contro una squadra insidiosa, siamo stati aggressivi e non ci siamo mai disuniti. Guardando al campionato sicuramente potevamo fare di più, ma comunque in questi 18 mesi abbiamo fatto cose buonissime. Dobbiamo sempre tenere alta la concentrazione, bisogna migliorarsi sempre, poi il passato nel calcio non conta e il domani dice La Spezia”.

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