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La ricerca pubblica e i 1000 brevetti dimenticati dalle imprese

Sono il frutto del lavoro di enti di ricerca pubblici e università in italia, un patrimonio in larga parte sconosciuto alle imprese, soprattutto a quelle di minori dimensioni, ma che un’iniziativa congiunta di Unioncamere, Cotec e Cnr cerca ora di valorizzare.

La ricerca pubblica e i 1000 brevetti dimenticati dalle imprese

I dati dell’Osservatorio Unioncamere-Dintec sui brevetti indicano che esistono almeno 1.000 scoperte scientifiche e
tecnologiche, frutto della ricerca pubblica italiana, depositate presso l’Ufficio europeo dei brevetti (EPO), che potrebbero venire sfruttate dalle imprese, dando ottimi risultati in termini di realizzazione di nuovi prodotti o di miglioramento (e risparmi) dei processi industriali. Tuttavia la loro conoscenza da parte del sistema produttivo, soprattutto delle piccole e medie imprese, è assai limitata o, quanto meno, è ridottissima la consapevolezza delle potenziali applicazioni multisettoriali che ciascuna tecnologia, tutelata attraverso brevetto, potrebbe trovare.

Proprio per portare le invenzioni direttamente “a casa” delle imprese, contribuendo, attraverso un’ampia  campagna di comunicazione,  ad accrescere la cultura dell’innovazione tra le Pmi, Unioncamere (attraverso la sua società del sistema camerale Dintec), Cotec (Fondazione per l’innovazione tecnologica) e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), hanno siglato una apposita Convenzione nel quadro di un più ampio Accordo volto a favorire la realizzazione di azioni comuni per lo sviluppo scientifico e tecnologico del Paese, con particolare riferimento al sistema delle Pmi.

L’iniziativa intrapresa dai tre partner si occuperà di:

• predisporre schede di facile consultazione dei singoli brevetti, corredandole con informazioni sullo stato di utilizzo, sullo stato legale ed amministrativo, sulla copertura territoriale, e sui vantaggi di una eventuale adozione di ciascun brevetto;
• sviluppare il portale di Dintec affinché divenga il sistema informativo dei brevetti prodotti dalla ricerca pubblica;
• avviare un’ampia campagna di informazione sul territorio attraverso le Camere di commercio che coinvolga le imprese, le associazioni e gli intermediari tecnologici che operano localmente, a partire dalle università;
• studiare le modalità e le formule più adeguate per coinvolgere investitori privati e Consorzi Fidi allo scopo di reperire le risorse necessarie alle imprese per procedere nell’attuazione delle innovazioni.

Tra il 2002 e il 2011 sono 1.081 le domande di brevetto depositate dagli enti di ricerca pubblica italiana e dalle università presso l’Ufficio europeo dei brevetti (EPO). La ricerca tricolore detiene una quota del 2,7% delle domande italiane di brevetto europeo ma registra un incremento medio annuale del 9% pari a una media di 108 nuove scoperte l’anno.
Il 10,8% degli oltre mille brevetti depositati all’Epo si deve all’attività del Cnr (117 le domande pubblicate), seguito dal Politecnico di Milano (86), dall’Università di Roma La Sapienza (49), dall’Università di Milano (47), quindi dall’Ateneo di Bologna (37). Biotecnologie, farmaceutica, strumenti e tecnologie di misura sono i settori tecnologici nei quali si registrano il maggior numero di invenzioni.

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