Condividi

La mozzarella di bufala conquista Hollywood: un mercato da 500 mln

Il successo della mozzarella di bufala campana dai numeri del 2015 divulgati dal Consorzio di tutela, che mostra il buono stato di salute dell’industria: il fatturato delle aziende iscritte è salito a circa 500 milioni di euro l’anno, mentre la produzione nel 2015 è arrivata a 41 milioni di chilogrammi – Ispezioni cresciute del 25% in 4 anni.

La mozzarella di bufala conquista Hollywood: un mercato da 500 mln

Da Robert De Niro a Leonardo Di Caprio e a Julia Roberts. La mozzarella di bufala campana conquista anche le star di Hollywood e il successo è confermato dai numeri del 2015 divulgati dal Consorzio di tutela, che mostra il buono stato di salute dell’industria: sono 102 i caseifici coinvolti e 1.371 gli allevamenti iscritti all’organismo. “Il 34% dei dipendenti ha meno di 32 anni, mentre l’86% ha meno di 50 anni – racconta a Italian Factory Pier Maria Saccani, direttore del Consorzio –. È un settore legato fortemente alla tradizione, ma che si sta muovendo verso il futuro con investimenti ingenti nello sviluppo soprattutto con la ricerca di soluzioni nella logistica”.

Il fatturato delle aziende iscritte è salito a circa 500 milioni di euro l’anno, mentre la produzione nel 2015 è arrivata a 41 milioni di chilogrammi. “Anche l’export ha raggiunto risultati incoraggianti – aggiunge Saccani –. Il 25% della produzione finisce infatti sulle tavole di mezzo mondo. In cima Germania, Svizzera, Francia, Austria, Regno Unito e Paesi Bassi. Ma ci sono nuovi mercati che hanno scoperto il prodotto e rappresentano ulteriori opportunità che i produttori stanno cogliendo in Medio Oriente, Sudafrica e America Latina”.

Si vende di più e soprattutto si tutela di più la salute del cliente: le ispezioni sono infatti cresciute del 25% in quattro anni, attraverso rigidi controlli per tutelare il prodotto da contraffazioni e cattiva qualità. L’ente per le certificazioni (Dop, Igp e Sgt) è un organismo terzo, si chiama Dqa (Dipartimento di qualità alimentare) e lavora in collaborazione con l’Ispettorato repressioni e frodi del Ministero delle Politiche agricole. Oltre che dalle ispezioni, la garanzia è poi assicurata anche dalla tracciabilità del latte bufalino di cui si occupano l’Istituto zooprofilattico di Portici e l’ispettorato repressioni frodi, dopo l’introduzione nel settembre 2014 della legge in materia.

“La produzione di latte di bufala a livello nazionale viene quotidianamente tracciata – conferma Saccani –. Ogni stalla è tenuta a comunicare il quantitativo di latte prodotto a una piattaforma. Le attività di verifica sono poi rafforzate dai compratori che devono indicare dove acquistano il prodotto che utilizzeranno. L’Italia è uno dei Paesi con la più alta percentuale di verifiche“. Le visite ispettive sono aumentate soprattutto per mettersi alle spalle fenomeni come lo scandalo diossina e l’emergenza della “mozzarella blu”. Controlli anche al di fuori dei confini italiani, con il Consorzio che collabora con le principali realtà consortili italiane (Consorzio di Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e Aceto Balsamico di Modena) per monitorare i mercati esteri.

Commenta