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La Juve vince al 91° e aggancia la Fiorentina, l’Atalanta espugna Cagliari

I bianconeri acciuffano la vittoria in pieno recupero con un preziosissimo gol di Cuadrado e agganciano in classifica la Fiorentina – L’Atalanta condanna il Cagliari all’ultimo posto – Oggi tocca alle romane: la Roma a Vanezia e la Lazio in casa contro la Salerinitana

La Juve vince al 91° e aggancia la Fiorentina, l’Atalanta espugna Cagliari

E all’ultimo respiro vince la Juve. I bianconeri battono la Fiorentina al termine di una partita tignosa, sporca, con poco spettacolo e tanti duelli individuali, nella quale solo un episodio poteva portare alla vittoria di una delle due. Lo ha trovato Cuadrado al 91’, a meno di un quarto d’ora dal suo ingresso in campo al posto di Rabiot: la memoria è tornata indietro al 2 novembre 2015, quando lo stesso colombiano segnò in pieno recupero il gol vittoria sul Torino. Allora fu l’inizio di una fantastica rimonta che portò uno scudetto insperato, qui invece è probabile che non succederà nulla di tutto ciò, ma di certo può essere un bel punto di (ri)partenza.

Ancora una volta Allegri la vince di Corto Muso, proprio come piace a lui, anche se la sensazione è che il match sia svoltato al minuto 73, quando Milenkovic è stato espulso per doppia ammonizione. Fino a quel momento, infatti, l’equilibrio regnava sovrano e lo 0-0 sembrava essere l’unico risultato possibile, dopo invece è cambiato tutto e i bianconeri hanno prima sfiorato la rete con Chiesa, fermato solo dalla traversa, poi lo hanno trovato con Cuadrado, anche grazie alla deviazione decisiva di Biraghi. “Abbiamo tenuto mentalmente bene, con questa mentalità avremmo portato a casa punti anche con Sassuolo, Empoli, Udinese e Verona – l’analisi di Allegri -. Dobbiamo quindi essere contenti per questa vittoria, ottenuta contro una Fiorentina che gioca molto bene a calcio, ma arrabbiati per ciò che abbiamo lasciato indietro in precedenza.

Il gioco? La base di una squadra che punta al vertice è quella di mettersi a disposizione e correre, oltre che giocare bene, e alla fine poi conta il risultato”. Qui si ritorna all’eterno dibattito tra giochisti e risultatisti, ma è evidente che alla Juve, specialmente ora, interessino soprattutto i punti.

La corsa Champions, del resto, è più combattuta che mai, con tante squadre a battagliare per un solo posto, visto che al momento i primi tre non sono in gioco. Il quarto, in attesa delle partite odierne, se l’è preso l’Atalanta, capace di espugnare Cagliari al termine di una sfida divertente e ricca di emozioni, più di quanto non dica il 2-1 finale.

Se qualcuno pensava che i nerazzurri potessero risentire delle fatiche europee hanno ricevuto una risposta già al 6’, quando Pasalic ha sbloccato il risultato depositando in rete un assist al bacio di Zappacosta. Ma i sardi, schierati a sorpresa da Mazzarri con un 4-5-1 con il solo Joao Pedro in attacco, hanno reagito subito e al 27’ hanno trovato il pareggio proprio con il brasiliano, bravo a finalizzare un lancio lungo di Godin e battere Musso.

Primo tempo scoppiettante, concluso con la Dea nuovamente in vantaggio, questa volta con il solito Zapata, in gol con un tiro potente sul quale Cragno non ha potuto nulla. Nella ripresa l’Atalanta avrebbe potuto segnare ancora, ma prima il Var (rigore tolto dopo on field review) e poi il portiere rossoblu (grande parata su Ilicic) gliel’hanno impedito, mentre il Cagliari, pur soffrendo, s’è tenuto in partita, sfiorando il 2-2 con un colpo di testa di Pavoletti fuori di poco. “Abbiamo sofferto troppo per il tipo di partita che è nata, per il gioco che abbiamo sviluppato e per le occasioni create, c’è sempre una mischia nel finale che può rovinare tutto – il commento di Gasperini -. 

Tanti punti in trasferta? C’è stata anche tanta casualità, in tante partite interne non meritavamo il risultato negativo. Abbiamo perso punti in partite dolorose come quelle con Milan e Fiorentina, o al 92′ con l’Udinese, sicuramente abbiamo bisogno di vincere molto anche in casa…”.

I risultati di ieri mettono ancor più pressione sulle romane, costrette a vincere per non complicare la corsa Champions, ma anche per non passare una sosta difficile nella centrifuga mediatica della Capitale.

Il discorso vale soprattutto per la Roma, che dopo la figuraccia-bis con il Bodo Glimt non può assolutamente sbagliare la trasferta di Venezia (ore 12.30), ma anche la Lazio deve vincere a tutti i costi con la Salernitana (ore 18), altrimenti Sarri tornerebbe sul banco degli imputati. Dove, per la prima volta da quando è arrivato, siede Mourinho, finito nel mirino della critica romana, o almeno di una parte. “In questo momento stiamo facendo fatica, non nella costruzione delle situazioni, ma nel tradurre in gol tutte le azioni che creiamo – ha glissato lo Special One -. Ora ci aspetta un match difficile, il Venezia gioca bene, ha degli ottimi principi e vuole sempre costruire: lo ripeto, dobbiamo assolutamente segnare di più”.

Mou aspetta dunque risposte da alcuni uomini chiave come Mkhitaryan, Zaniolo e Abraham, a secco da ben 6 partite, ma i tifosi osservano soprattutto lui, accolto come il salvatore della patria e invece, almeno sin qui, incapace di dare alla Roma quel quid in più rispetto al recente passato. Oggi insomma serve una vittoria e il portoghese proverà a ottenerla affidandosi al solito 4-2-3-1 con Rui Patricio in porta, Karsdorp, Mancini, Ibanez e Calafiori in difesa, Cristante e Veretout a centrocampo, Zaniolo, Pellegrini e Mkhitaryan alle spalle dell’unica punta Abraham.

Zanetti tenterà il colpaccio con un 4-3-3 che vedrà Romero tra i pali, Mazzocchi, Caldara, Ceccaroni e Haps nel reparto arretrato, Crnigoj, Busio e Ampadu in mediana, Aramu, Okereke e Kiyine in attacco. Momento decisamente migliore invece per la Lazio, che dopo la brutta sconfitta di Verona ha reagito battendo la Fiorentina e trovando due buoni pareggi con Atalanta e Marsiglia. Oggi però all’Olimpico arriva la Salernitana, per quella che si preannuncia come la partita del cuore di Lotito (“ma io non c’entro più nulla con i granata”, ha ribadito ieri il patron biancoceleste), ma soprattutto come una gara da vincere a tutti i costi.

Sarri lo sa bene ed è per questo che confermerà il 4-3-3 tipo con Reina in porta, Hysaj, Luiz Felipe, Acerbi e Marusic in difesa, Milinkovic-Savic, Cataldi e Luis Alberto a centrocampo, Pedro, Immobile e Felipe Anderson in attacco. Missione complicata per Colantuono, che però ha avuto un buon impatto da quando ha rilevato la panchina di Castori. Il tecnico granata proverà a fermare la Lazio con l’ormai consueto 4-3-1-2 con Belec tra i pali, Zortea, Strandberg, Gyomber e Ranieri nel reparto arretrato, Schiavone, Di Tacchio e Obi in mediana, Ribery alle spalle della coppia offensiva composta da Simy e Bonazzoli.

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