Prima in classifica, seppur con l’asterisco. L’Inter vince a Firenze e scavalca momentaneamente il Milan, tiene a distanza di sicurezza Juventus e Roma, ma soprattutto manda un messaggio a tutto il campionato, dimostrandosi capace di fare bottino pieno anche in un momento complicato, stretto com’è da un calendario che non conosce soste. Il 2-0 del Franchi è meritatissimo, figlio di una prestazione convincente nonostante la prova sottotono di Lukaku, ieri lontano parente del bomber ammirato sin qui. Segnale di forza insomma, perché se qualcuno pensava che i nerazzurri potessero avere qualche scoria dopo la Coppa Italia è rimasto profondamente deluso.
Certo, la Fiorentina era poca cosa, fiaccata dalle assenze di Ribery, Castrovilli e Milenkovic, ma altre volte, in scenari simili, l’Inter aveva avuto difficoltà anzitutto mentali, mentre ieri, oltre a un ottimo approccio, si è vista una crescita costante che non poteva portare ad altro che alla vittoria. A sbloccare il match è stato Barella con un gran destro da fuori area (31’), dopo che Dragowski gli aveva negato l’1-0 con una super parata già al 6’. Lì i viola hanno avuto un sussulto, tanto da spaventare Handanovic con la doppia occasione avuta da Bonaventura e Biraghi, il primo fermato dalla traversa, il secondo dallo stesso portiere sloveno, riscattatosi dopo la prestazione disastrosa di martedì.
Nel secondo tempo però ecco il piglio della grande squadra, capace di chiudere la partita con Perisic (52’) e di mantenere il controllo senza rischiare più nulla, peraltro sfiorando a più riprese il terzo gol. “Non era semplice giocare in trasferta a Firenze, i punti sono pesanti per tutti ora, tanto più dopo una partita intensa come quella contro la Juve – ha commentato Stellini, vice dello squalificato Conte -. Abbiamo creato molto palle gol e fatto una prova importante, siamo molto soddisfatti”. Il risultato di Firenze, se possibile, rende ancor più delicato il big match odierno tra Juventus e Roma (ore 18), a questo punto un vero e proprio spareggio per la zona più nobile della classifica.
Chi vince resta aggrappato al treno scudetto, chi perde invece rischia di perderlo, forse definitivamente. Entrambe del resto, seppur per motivi diversi, hanno già perso troppi punti nel girone d’andata, ragion per cui gli scontri diretti assumono un peso quasi decisivo. “Dobbiamo stare molto attenti alla Roma, gioca un gran calcio e ha molti giocatori di gamba, bravi nelle ripartenze – il monito di Pirlo -. Noi però siamo migliorati mentalmente, la sconfitta contro l’Inter ci ha fatto capire che se non siamo sempre al top non possiamo vincere. Stiamo crescendo sotto tutti gli aspetti, purtroppo abbiamo poco tempo per allenarci, ci carichiamo di adrenalina e pensiamo solo a fare punti”.
Tanta carica deriva dalle cinque vittorie consecutive tra campionato, Coppa Italia e Supercoppa, che hanno ridato certezze a un gruppo che sembrava averne perse parecchie. Discorso simile si può fare anche per la Roma, passata dal clima nefasto post derby a quello decisamente più positivo degli ultimi giorni, figlio dei successi con Spezia e Verona, ma anche della pace, più o meno forzata, tra Fonseca e Dzeko. “Non ho nulla da aggiungere a ciò che ha detto Thiago Pinto qualche giorno fa, con Edin è tutto a posto, anche se a Torino il capitano sarà Cristante – ha glissato il tecnico portoghese -. Ora dobbiamo pensare solo alla Juve, è molto più intensa e dinamica rispetto all’inizio della stagione, ma anche noi siamo in un buon momento”.
Pirlo dovrà fare a meno dello squalificato Bentancur e dell’infortunato Dybala, per il resto tutti abili e arruolati per un 3-5-2 con Szczesny in porta, Bonucci, Chiellini e Danilo in difesa, Cuadrado, McKennie, Arthur, Rabiot e Chiesa a centrocampo, Morata e Ronaldo in attacco. Stesso sistema di gioco anche per Fonseca, che complice l’assenza di Pellegrini risponderà con Pau Lopez tra i pali, Mancini, Ibanez e Kumbulla nel reparto arretrato, Karsdorp, Villar, Cristante, Veretout e Spinazzola in mediana, Mkhitaryan a supporto dell’unica punta Borja Mayoral, con Dzeko pronto a subentrare dalla panchina. Ma il super sabato di campionato non finisce qui: oltre al big match dello Stadium, infatti, ci sono altre due partite molto interessanti come Atalanta-Torino (ore 15) e Genoa-Napoli (20.45).
Gasperini e Gattuso, dunque, si studieranno a distanza a pochi giorni dalla semifinale di ritorno di mercoledì, seppur in modo molto diverso. Il tecnico nerazzurro ha dichiarato apertamente che la priorità va alla Coppa Italia, quello azzurro invece, per quanto in silenzio, non può di certo fare un ragionamento simile, altrimenti il clima attorno a lui, già pesantissimo, diventerebbe addirittura insostenibile. Il compito di espugnare Genova non è semplice sia per l’ottimo momento dei rossoblu, letteralmente trasformati da Ballardini, che per un attacco ridotto all’osso: all’infortunato Mertens e a Osimhen fuori forma, infatti, si sono aggiunti anche gli acciacchi di Insigne, destinato alla panchina.
A creare ulteriori guai a Gattuso ci si è messo poi il Covid, che lo costringerà a fare di meno di Ghoulam e, soprattutto, Koulibaly. Il 4-3-3 azzurro, insomma, è presto fatto con Meret in porta, Hysaj, Manolas, Maksimovic e Mario Rui in difesa, Elmas, Demme e Zielinski a centrocampo, Politano, Petagna e Lozano in attacco. Il Genoa, imbattuto dal 6 gennaio contro il Sassuolo (da allora tre vittorie e un pareggio), risponderà con un 3-5-2 che vedrà Perin tra i pali, Masiello, Radovanovic e Criscito nel reparto arretrato, Zappacosta, Zajc, Badelj, Strootman e Czyborra in mediana, Destro e Scamacca coppia offensiva.
Dicevamo invece che l’Atalanta avrà un occhio già puntato sulla Coppa Italia: di questo potrebbe approfittare il Torino di Nicola, costretto a muovere un po’ la sua pessima classifica affinché non diventi drammatica. Gasperini si affiderà al solito 3-4-1-2 senza rinunciare al turnover, dunque Gollini in porta, Toloi, Romero e Djimsiti in difesa, Palomino, De Roon, Freuler e Gosens a centrocampo, Pessina alle spalle della coppia offensiva formata da Ilicic e Zapata. Consueto 3-5-2 anche per Nicola, che in attesa del nuovo acquisto Sanabria (ai box per il Covid), si affiderà a Sirigu tra i pali, Bremer, Lyanco e Izzo nel reparto arretrato, Singo, Lukic, Mandragora, Rincon e Ansaldi in mediana, Zaza e Belotti in attacco.