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La Juve ringrazia la Roma: ora match point scudetto con la Lazio

Campionato alla svolta dopo il pari 2-2 tra Roma e Inter: se oggi i bianconeri battono la Lazio ipotecano il nono scudetto consecutivo, ma se perdono i giochi si riaprono

La Juve ringrazia la Roma: ora match point scudetto con la Lazio

Match point Juve. Il pareggio tra Roma e Inter, infatti, regala ai bianconeri la chance di portarsi a + 8 in classifica proprio sui nerazzurri, per una sorta di ipoteca sul nono scudetto consecutivo. In mezzo però c’è la Lazio di Inzaghi, decisa a vendere cara la pelle e, perché no, riprendersi quel secondo posto che le è appartenuto fino a poco tempo fa, quando la lotta al titolo era ancora affar suo. Partita molto delicata quella dello Stadium, ma soprattutto diversa da come la immaginavamo qualche tempo fa.

Durante il lockdown, infatti, il pensiero comune è che, qualora fosse ripreso il campionato, sarebbe stato lo scontro per eccellenza, una sorta di finale per assegnare lo scudetto. E in un certo senso lo sarà anche se la Lazio, suo malgrado, rischia di fare soprattutto da arbitro. Ad ogni modo la Juventus, pur partendo favorita, non ci arriva certo nel migliore dei modi: i due punti raccolti nelle ultime tre giornate con Milan, Atalanta e Sassuolo, con tanto di 9 gol subiti (!), hanno riacceso il dibattito attorno a Sarri, il cui futuro bianconero sembra sempre più in bilico e legato ai risultati, specialmente dopo che Zidane, fresco di Liga con il Real Madrid, ha ammiccato in direzione Torino.

“Avete mai chiesto a un pilota di Formula 1 se ha paura della velocità? Ci sono dei rischi che sono connessi al mestiere – ha glissato il tecnico juventino – Vivo con serenità sapendo che il mio lavoro è così, va tutto bene se vinci, va tutto male se perdi. Io ho un contratto e per quanto mi riguarda lo voglio onorare a tutti i costi, il mio futuro è domani. In questo momento la testa deve essere sulle prossime partite, poi tanto nel calcio tutto il resto sono conseguenze, ma noi dobbiamo pensare solo alla Lazio”.

Insomma, la tensione è alta e solo una vittoria potrebbe abbassarla un po’, anche se la sensazione comune è che il destino del tecnico si deciderà soprattutto in Champions, fermo restando che lo scudetto va vinto a prescindere. Situazione non semplice anche in casa Lazio, dove i sogni di gloria sono ormai tramontati quasi del tutto, anche se la stagione, considerando gli obiettivi di partenza, resta più che positiva. I biancocelesti avevano segnato sul calendario questo giorno come il più importante degli ultimi 20 anni, ma le cose, complice un post lockdown che ha portato solo 7 punti in altrettante partite, sono andate diversamente.

“Pensavamo di arrivare a questa sfida più vicini alla Juve, purtroppo però abbiamo avuto tanti problemi – ha riconosciuto Inzaghi – Luis Alberto non sarà della partita, così come Radu, Marusic, Leiva, Correa, Lulic e Patric: avrei voluto giocarmi questa gara, così come le precedenti, con tutta la rosa a disposizione, è normale che avendo sempre gli stessi si perda in brillantezza e lucidità. Ora è inutile fare i paragoni con le altre squadre, pensiamo a noi e ai 3 punti che ci mancano per la qualificazione in Champions, obiettivo che ci manca da 14 anni”.

Sarri invece, eccezion fatta per lo squalificato Bernardeschi (e i soliti Khedira e De Sciglio), avrà quasi tutti gli uomini a disposizione e potrà affidarsi a un 4-3-3 con Szczesny in porta, Cuadrado, De Ligt, Bonucci e Alex Sandro in difesa, Bentancur, Pjanic e Rabiot a centrocampo, Douglas Costa, Dybala e Ronaldo in attacco. 3-5-2 per Inzaghi, che risponderà con Strakosha tra i pali, Luiz Felipe, Acerbi e Bastos nel reparto arretrato, Lazzari, Milinkovic-Savic, Parolo, Cataldi e Anderson in mediana, Immobile e Caicedo coppia offensiva.

Sarà, come detto in precedenza, una sorta di match point scudetto bianconero, perché l’Inter, ovvero la rivale più accreditata tra quelle rimaste, non è riuscita ad andare oltre al pareggio sul campo della Roma. Un 2-2, quello dell’Olimpico, che serve a poco a entrambe le squadre, ma sono certamente i nerazzurri ad avere più rimpianti, se non altro perché erano loro a giocarsi di più. Va anche detto però che i giallorossi sono stati in vantaggio fino a pochi minuti dalla fine e che solo un rigore di Lukaku ha evitato a Conte la sconfitta, a dimostrazione di una squadra stanca e poco convinta di poter raggiungere davvero l’obiettivo.

Di contro, c’è da fare l’ennesima analisi su un Var che lascia sempre più perplessi: il gol del momentaneo 1-1 di Spinazzola, a pochi istanti dalla fine del primo tempo, andava annullato per un fallo di Kolarov su Lautaro Martinez a inizio azione, invece Di Bello, nonostante il richiamo al monitor, ha deciso di convalidarlo lo stesso, quasi che l’essere corretto dalla tecnologia, più che un aiuto, fosse un’onta imperdonabile.

Fino a quel momento l’Inter, pur senza incantare, aveva approcciato bene la partita, portandosi in vantaggio con De Vrij (15’) ed evitando pericoli particolari. Nella ripresa invece, dopo il pari sopraccitato di Spinazzola (46’), è stata la Roma a prendere il sopravvento, trovando il 2-1 con Mkhitaryan (57’) e annullando la manovra offensiva nerazzurra, quasi del tutto sterile nonostante gli ingressi di Lukaku ed Eriksen. Quasi però, perché al minuto 88 ecco l’ingenuità di Spinazzola, sin lì uno dei migliori, a regalare un rigore a Moses, prontamente tramutato in gol dal solito Lukaku. Troppo tardi però per trovare una vittoria che avrebbe messo pressione alla Juve, e che invece andrà ad aggiungersi sul taccuino di Conte alla voce “rimpianti”.

“Questi ragazzi devono accumulare esperienza e ritrovare l’abitudine a giocare un certo tipo di partite, ma non posso certo rimproverarli – le parole di Conte – È la quinta volta consecutiva che giochiamo contro squadre che hanno sempre un giorno in più di riposo: quando c’è da fare compromessi, chi paga è sempre l’Inter. Inoltre non voglio attaccare gli arbitri perché stanno vivendo un momento particolare anche loro, però quello su Lautaro era fallo e ci ha cambiato la partita, visto che poi abbiamo preso gol. Ad ogni modo stiamo facendo ottime cose a prescindere dal secondo posto, ci siamo qualificati in anticipo con 14 punti di distacco dalla quinta, considerando che Roma, Milan e Napoli avevano lo stesso obiettivo nostro. Se il nostro è un campionato sottotono, cosa si dirà delle altre squadre?”.

Per la Roma invece vale il discorso opposto: il punto in classifica, tutto sommato, va bene (il Milan resta a meno 2), l’essersi fatti raggiungere a due minuti dalla fine, vanificando il bel secondo tempo, decisamente no. “Sono due punti persi, abbiamo giocato benissimo, loro non hanno creato occasioni da gol, hanno segnato su palle ferme, ma questo è il calcio – il pensiero di Fonseca – Sono soddisfatto della prestazione della squadra, non del risultato. Sono soddisfatto dei ragazzi, meritavano di uscire dal campo con 3 punti”.

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