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La “Fornarina” di Raffaello a Palazzo Barberini per 3 giorni

I giorni sono martedì 28, mercoledì 29 e giovedì 30 gennaio 2020, in occasione del cinquecentenario della morte del grande artista rinascimentale.

La “Fornarina” di Raffaello a Palazzo Barberini per 3 giorni

Nel cinquecentenario della morte di Raffaello ci sarà la grande mostra dal 5 marzo alle Scuderie del Quirinale. Prima di ciò, le Gallerie Nazionali Barberini Corsini dedicheranno tre giorni di studi, indagini e approfondimenti alla “Fornarina”: Raffaello da vicino, un progetto a cura di Alessandro Cosma e Chiara Merucci. I giorni sono martedì 28, mercoledì 29 e giovedì 30 gennaio 2020, e daranno la possibilità di osservare da vicino il capolavoro di Raffaello, in modo da scoprire tutti i segreti dell’opera. Inoltre, alle ore 11 di ogni giorno è previsto l’incontro con curatori e restauratori del museo per conoscere la storia e la tecnica di questo ritratto. Le visite sono gratuite, previo acquisto del biglietto e prenotazione in biglietteria.

Il primo giorno sarà dedicato ad un’acquisizione fotogrammetrica Gigapixel+3D dell’opera, ovvero una ripresa ad altissima risoluzione ottenuta tramite l’unione di più macrofotografie di dettagli di uno stesso soggetto. Sarà effettuata sul fronte, sul retro e ai lati, in modo da consentire ingrandimenti superiori rispetto a quanto l’occhio umano possa fare, con una resa di colori, toni, dettagli, nitidezza e illuminazione, non raggiungibili in nessun altro modo. Il modello 3D ottenuto dalla campagna fotogrammetrica, inoltre, consentirà di mappare la forma dell’oggetto, delle pennellate e delle crettature e potrà essere impiegato non solo per il monitoraggio dello stato di conservazione del dipinto, ma anche per la diffusione e valorizzazione dell’immagine. La ripresa Gigapixel sarà realizzata dal gruppo di Haltadefinizione di Franco Cosimo Panini, con il supporto tecnologico di digital imaging della società partner Memooria.

Il secondo e terzo giorno, invece, saranno dedicati ad una campagna di scansione macro della Fluorescenza dei Raggi X (MA-XRF). Queste analisi forniscono immagini ad alta risoluzione degli elementi chimici presenti sul dipinto, analizzandone i singoli punti. Il cui aspetto innovativo è quello di fornire vere e proprie immagini della distribuzione dei singoli elementi chimici rilevati, offrendo la possibilità di conoscere la natura dei pigmenti, delle tecniche pittoriche e sullo stato di conservazione. Tale scansione sarà realizzata da “Emmebi diagnostica artistica” e “Ars Mensurae”, con strumenti messi a punto nell’ambito del Progetto M.U.S.A (Multichannel Scanner for Artworks, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare dell’Università Roma 3 e il Dipartimento di Scienze di Base Applicate per l’Ingegneria, La Sapienza.

Palazzo Barberini Roma

Il quadro apparteneva già ai primi proprietari del palazzo, gli Sforza di Santafiora, successivamente venne acquistato dai Barberini. La donna ritratta è, secondo la tradizione, la musa e amante di Raffaello: Margherita Liti, figlia di un fornaio di Trastevere, da cui il soprannome “Fornarina”. Non avendo notizie sul committente dell’opera, ciò avvalora l’ipotesi secondo cui Raffaello l’abbia dipinta per sé, nei suoi ultimi anni di vita. Che si tratti o meno dell’amante di Raffaello, questo volto imperfetto, dai tratti marcati, nasconde una rappresentazione di Venere. La posa delle mani segue il modello della “Venere pudica” della statuaria classica: con una adagiata sul grembo e l’altra sul seno, indica un gesto di pudore che, tuttavia, orienta lo sguardo proprio su ciò che si vorrebbe nascondere. Un altro elemento che rimanda alla dea dell’amore è il bracciale su cui si legge “Raphael Urbinas”, firma dell’autore e vincolo di amore. Sullo sfondo si può osservare il ramo di melo cotogno, simbolo di fertilità.

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