Le parole di Janet Yellen hanno confortato anche le borse europee, Piazza Affari in testa. L’indice Ftse Mib avanza dell’1,07%, a quota 22266 punti. Gli indici di Parigi, Londra e Francoforte salgono dello 0,8%. Madrid +1.04%. Si raffredda la tensione sui titoli del debito: il btp a 10 anni scende ad un rendimento del 2,770%, spread a 145 bp.
I rialzi maggiori riguardano i titoli delle materie prime: a Londra, dove ieri il premier cinese Li Kequiang ha confermato la volontà di sostenere la crescita del Pil al 7,5% anche per quest’anno, i due colossi delle attività minerarie, Rio Tinto e Bhp Billiton salgono del 2% circa.
Accelera al rialzo il petrolio per le notizie in arrivo dal fronte iracheno: Wti a 106,3 dollari al barile (+0,3%), Brent 114,4 dollari (+0,1%). A Milano corrono i titoli oil: Eni +1,5%, Saipem +1%, distaccata Tenaris +0,2% frenata dal rischio default dell’Argentina. Nel pomeriggio negli Usa verranno diffusi il dato settimanale sulla richieste di nuovi sussidi di disoccupazione e il Leading Indicator (Superindice) del Conference Board.
Finmeccanica (+2,3%) ha recuperato le perdite della vigilia: smentita l’intenzione di incorporare la controllata Ansaldo Breda. Sale anche Enel (+0,5%): l’amministratore delegato Francesco Starace ha annunciato che entro 15 giorni sarà pronta la lista delle attività da dismettere per ridurre l’indebitamento. Ancora in rialzo Mediaset (+1,2%), in attesa della risposta alla proposta di Telefonica. Telecom Italia guadagna lo 0,8%
Fra le banche, buon rialzo di Intesa (+1,2%) ed Unicredit (+1,7%). Frena ancora Monte Paschi (-3,7%): domani termina la negoziazione dei diritti dell’aumento. Più calma Carige con un rialzo di circa l’1%. I diritti salgono dell’1,3%. Sono positive Mediobanca (+1,2%) e Ubi (+1,6%). Banca Pop Emilia perde l’1,6%: oggi il Cda renderà noti i termini dell’aumento di capitale da 750 milioni di euro.
Nel risparmio gestito corre Mediolanum (+2,7%), rimbalza Azimut (+1,3%).