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La Fed scalda le Borse: Ftse Mib riacciuffa quota 26 mila

Dopo l’intervento del Presidente Powell al meeting di Jackson Hole, i listini azionari virano verso il rialzo – A Milano corre Diasorin, in rialzo la Juve dopo l’addio di Cr7

La Fed scalda le Borse: Ftse Mib riacciuffa quota 26 mila

L’approccio morbido di Jerome Powell, che conferma un probabile avvio di tapering entro l’anno, ma senza fornire date e senza toccare i tassi, favorisce progressi sui mercati, mentre pesa sul dollaro, che scivola contro un panel di valute. L’indice del biglietto verde al momento è in calo dello 0,3%. 

Wall Street invece si muove in progresso e tocca nuovi record con S&P500 e Nasdaq dopo l’intervento del governatore centrale, mentre i listini europei archiviano la seduta con frazionali rialzi: Francoforte +0,33%; Parigi +0,24%; Amsterdam +0,86%; Madrid +0,35%; Londra +0,35%.

Piazza Affari sale dello 0,56%, a 26.006 punti, nonostante scenda il morale di imprese e consumatori, nel mese di agosto. La battuta di arresto, resa nota dall’Istat, arriva dopo mesi di crescita. L’indice delle imprese passa da 115,9 a 114,2, quello dei consumatori da 116,6 di luglio cala a 116,2.

Si resta in ogni caso a livelli alti e il listino milanese non ne soffre più di tanto. Le blue chip che registrano i maggiori progressi sono Stm +2,14%, Diasorin +1,99%, Banco Bpm +1,67%, Tenaris +1,6%, Bper +1,58%. Sono solo quattro i titoli delle grandi aziende in calo: Saipem -0,62%; Italgas -0,49%; Campari -0,30%; Telecom -0,05%. Stellantis registra un piccolo progresso, +0,2%, ma conferma l’interruzione delle attività nello stabilimento di Sevel per carenza di semiconduttori. La notizia del giorno in casa Agnelli però è l’addio di Cristiano Ronaldo alla Juventus, confermata dall’allenatore Massimiliano Allegri. Il titolo ha reagito inizialmente con un boom di acquisti, salvo poi perdere terreno e infine chiudere con un rialzo dell’1,23% in un contesto di scambi molto sostenuti. Il divorzio farà risparmiare alla società un salario ciclopico da 31 milioni di euro a stagione, ma costerà in termine di tifoseria. Bisogna ricordare infatti che nel 2018 l’arrivo del campione portoghese venne salutato da un balzo delle azioni del 70% in tre sedute.

Fuori dal paniere principale si apprezza Brunello Cucinelli, +3,28%, con i dati semestrali, mentre Cerved Group è incolore dopo che Castor Bidco, che fa capo alla Ion di Andrea Pignataro, ha alzato il prezzo dell’opa a 10,2 euro dai precedenti 9,5. Allungato dal 31 agosto al 9 settembre il periodo di adesione all’offerta.

Chiude in verde il secondario, che ha trovato spunti di ottimismo, nelle parole del banchiere centrale nordamericano: lo spread tra decennale italiano e tedesco scende a 106 punti base (-1,97%) e il rendimento del Btp arretra a +0,64%.

L’atteggiamento del numero uno della banca centrale Usa è in sostanza piaciuto ai mercati. Meno falco dei membri della Fed che in questi giorni hanno fatto a gara a pronunciarsi sul tapering e sui suoi tempi, Powell ha detto che, se l’economia evolve come previsto, “è appropriato avviare il processo di riduzione degli acquisti di asset quest’anno”, aggiungendo tuttavia che non si tratta di “un segnale diretto di un vicino aumento dei tassi di interesse”. Qualsiasi decisione verrà valutata con estrema prudenza nelle prossime settimane, dato che una partenza troppo prematura potrebbe essere “molto dannosa”. 

Dall’agenda macroeconomica statunitense oggi sono usciti altri dati che confermano la crescita dell’inflazione a stelle e strisce. La misura preferita dalla Federal Reserve per calcolarla, il dato Pce (personal consumption expenditures price index), è salita a luglio dello 0,3% rispetto al mese precedente, in linea con le stime; +4,2% anno su anno, che è l’aumento maggiore dal 1991. La componente “core” del dato, depurata dagli elementi volatili, è cresciuta dello 0,3% rispetto al mese precedente, in linea con le stime, e del 3,6% rispetto a un anno prima, invariata rispetto a giugno. I redditi personali sono aumentati a luglio dell’1,1%, contro attese per un +0,3%, e le spese per i consumi sono cresciute dello 0,3%, meno del +0,4% atteso.

In questo contesto salgono i prezzi dei T-Bond, mentre i rendimenti risultano in calo. Il rendimento del Treasury decennale cede l’1,75% e tratta a un tasso di +1,321%.

Sul mercato dei cambi l’euro si muove in progresso sul dollaro a 1,1787.

Tra le materie prime torna ad apprezzarsi il petrolio, che si avvia a chiudere una settimana positiva. A sostenere i corsi è la sospensione della produzione nel Golfo del Messico da parte di alcune major, per il rischio che nel weekend arrivi un uragano. Il Brent sale del 2% a 71,60 dollari al barile; Il Wti si rivaluta di analoga percentuale a 68,60 dollari. La seduta sorride anche all’oro, in rialzo dell’1% circa a 1809 dollari l’oncia.

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