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La doppia svalutazione cinese manda al tappeto la moda, l’auto ed Apple

Tutte in ribasso le Borse asiatiche e le valute emergenti dopo la nuova mossa della Cina sullo yuan – Moda e Apple (che ieri ha perso il 5%) pagano il conto più salato – Turisti cinesi meno ricchi – Sbanda l’auto tedesca, regge Fca – Deboli le banche – Oggi asta Bot a rendimento zero.

La doppia svalutazione cinese manda al tappeto la moda, l’auto ed Apple

I mercati stentano a rialzarsi dal tappeto dopo il colpo da ko della svalutazione dello yuan. Le Borse asiatiche sono tutte in ribasso. Scende Tokyo -1,6% al pari di Sidney. Fa peggio Hong Kong -1,5%, Deboli anche i listini cinesi: Shanghai – 1%, Shenzhen -0,8%.

Le valute asiatiche si sono allineate rapidamente, al ribasso, al nuovo valore dello yuan. Arretrano ancora rispetto al dollaro sia il rublo (-1,9%) che il real brasiliano (-1,8%). Lo sconcerto è cresciuto stamane quando la Banca Centrale cinese ha abbassato di un altro 1,6% il valore dello yuan a quota 6,3306 sul dollaro.

Un’altra svalutazione? Non proprio, spiega Patrick Mc Gee, analista di Hong Kong: “La vera notizia di martedì – spiega – non è stata la svalutazione dell’1,9% della moneta, bensì l’introduzione di un nuovo meccanismo per la fissazione dei prezzi. La People Bank of China, d’ora in poi, terrà conto dell’andamento del mercato”.

Ovvero, visto che lo yuan offshore è sceso ieri assai più del cambio ufficiale (-2,8% contro 1,9%)  stamane il prezzo è stato rivisto al ribasso. “Il nuovo meccanismo – è stato il commento del Fondo Monetario – è un passo in avanti, Purché venga applicato in maniera corretta”. Anche gli esperti di Washington sospettano che la mossa sia soprattutto un tentativo di affrontare i problemi dell’economia cinese con una svalutazione competitiva.  

Il timore di una brusca frenata della seconda economia del pianeta ha raffreddato ulteriormente le quotazioni del petrolio, il future del WTI è in calo del 4,1% a 43,2 dollari il barile, minimo degli ultimi sei anni e mezzo. La produzione Opec intano resta ai massimi dal 2012. Ad una lieve flessione dell’Arabia Saudita (da 10,6 a 10,4 milioni di barili al giorno) ha corrisposto un aumento del resto del cartello.

APPLE IN CADUTA LIBERA, PIACE LA RIVOLUZIONE GOOGLE

Pesanti le perdite dei listini Usa: Dow Jones -1,24%, S&P 500 -1%, Nasdaq -1,3%. A pagare il prezzo più alto è stata Apple -5,2%. La svalutazione della moneta cinese inciderà sui conti del gruppo già sotto pressione per la concorrenza crescente di Xiaomi. Contro la Mela giocano anche le perplessità di Ubs sull’andamento delle vendite di iWatch nonostante che il cfo di Apple, Luca Maestri, ripeta che “andiamo meglio delle previsioni”.
 
I problemi dello yuan non hanno però frenato l’entusiasmo per la nascita di Alphabet, la nuova holding al vertice della galassia Google. Il titolo ha guadagnato il 4,27% per poi strappare nel dopo Borsa a +8,22% ad un prezzo di 669 dollari.
Il vertice di Alphabet sarà lo stesso dell’attuale Google che sarà affidata alla guida di Sundar Pichal che già da anni gestisce lo sviluppo dei prodotti principali di Google. Sotto l’ombrello di Alphabet verranno create diverse società separate, ciascuna con il proprio responsabile per ogni singola area di business già operativa o da sviluppare. ??

In taluni casi si tratta di vere e proprie scommesse nei settori trasporti, sanità, palloni aerostatici; o di veri e propri sogni come quello di portare Internet in tutta l’Africa o le attività di Calico, creata per sviluppare la longevità. Al mercato piace la trasparenza: da oggi è possibile capire quanto costano i progetti più innovativi e soprattutto quanto rendono: su 52 analisti censiti da Bloomberg, ben 43 consigliano di acquistare il titolo. Target price medio a 750 dollari. Da segnalare infine la vendita dell’unità salute di GE, ceduta per 8,5 miliardi di dollari a Capital One.

CALA ANCHE L’EUROPA. OGGI I BOT VERSO IL RENDIMENTO ZERO

Nonostante l’impatto delle notizie da Pechino sul settore lusso, Piazza Affari ha limitato le perdite all’1,1%. Molto più ampi i ribassi di Parigi (-1,8%) e di Francoforte (-2,5%).  Il ciclone Cina ha pesato sui listini europei assai di più delle notizie in arrivo da Atene. L’accordo tra i creditori ed il governo Tsipras, che si è impegnato a realizzare una lunga serie di riforme, 35 in tutto, a fronte di aiuti per 86 miliardi, allontana ancor di più l‘ombra del Grexit. Venerdì si terrà una riunione dei ministri finanziari della zona euro convocata per l’approvazione dell’accordo.
 
Lo spread Btp Bund si è attestato a 115 punti con il rendimento del decennale italiano all’1,78%. Per l’asta odierna dei Bot a 12 mesi sono previsti tassi in calo poco sopra lo zero: i 6 miliardi offerti (contro 7,7 miliardi in scadenza) potrebbero essere assegnati allo 0,02% contro lo 0,124% di luglio.

TURISTI CINESI MENO RICCHI, IL LUSSO PAGA IL CONTO

Sotto tiro, a Milano come a Parigi, le società del lusso, le più esposte alla domanda dei consumatori cinesi, sia in patria che nei viaggi in Europa. Il ciclone, a giudicare dalle quotazioni di Prada stamane ad Hong Kog (-0,28%) potrebbe essere alle spalle. Ma i danni sono stati comunque ingenti. Ferragamo è stata la peggior blue chip di oggi con una caduta del 5,5% portandosi a 28,53 euro. La maison genera circa il 18% dei ricavi in Cina, il 36% nell’area asiatica. Tutto il settore del Lusso ha sofferto: Moncler perde il 3,3%, Tod’s il 3,2%, Luxottica il 2,7%.

SBANDA L’AUTO TEDESCA. REGGE FCA

Tiene Fiat Chrysler (-1,7%), la meno esposta sul mercato cinese. E Pirelli (-1,5%) che sta aspettando il nuovo socio ChemChina. Ma è in forte calo (-4,2%) l’indice Automotive europeo. La svalutazione dello yuan promette di avere grosse conseguenze sulle vendite di auto nel mercato cinese, già in frenata. il dato, rilasciato ieri, sulle vendite di automobili (1,5 milioni di unità) in calo del 7,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, nonché la maggiore flessione da febbraio 2013. E’ la prima volta in cinque anni che le vendite di auto in Cina diminuiscono per quattro mesi consecutivi.

Volkswagen lascia sul terreno il 4,1%. Il gruppo genera solo il 9% del fatturato in Cina, ma il 22% dell’Ebit e il 45% dell’utile operativo. Il titolo negli ultimi quattro mesi ha perso il 30% del suo valore. ?E’ andata peggio a Bmw -4,26% e Daimler -5,15%.
Peugeot arretra del 3,65%. In calo anche Brembo -3,3%, assai legata all’auto tedesca. Tra gli industriai da segnalare a Piazza Affari la frenata di Finmeccanica -2%.

SAIPEM ACCELERA POI FRENA. DEBOLI LE BANCHE

Nel resto del listino il ribasso del greggio ha frenato il recupero dell’Eni 1,7%. Rallenta anche Saipem +0,5% dopo una mattinata brillante al traino del giudizio di Bofa Merril Lynch che la considera la principale potenziale beneficiaria dello stop alle sanzioni in Iran. Continua lo sprint di Saras +4,86%: ?Enel -0,9%, Telecom Italia -0,1%. ?Tra le banche, Intesa Sanpaolo Imi -0,6%, Unicredit -0,9%.

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