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La Cina ridisegna il sistema impositivo

In Cina è stato avviato un progetto di ristrutturazione del sistema di tassazione in risposta alle esigenze di protezione dell’ambiente e per stabilizzare il mercato immobiliare

La Cina ridisegna il sistema impositivo

Il Governo cinese ha intenzione di effettuare un restyling del sistema di imposizione attualmente vigente. La direttrice comune nel progetto di riforma sembra essere la stabilizzazione di alcuni settori (in primo luogo quello immobiliare, ma anche quello energetico) e il forte accento ambientalista. Vista l’enorme estensione del Paese, il Governo ha avviato delle riforme-pilota che verranno applicate solo in alcune regioni o città e, dopo la valutazione dell’impatto potranno essere estese all’intero Paese.

Il progetto riguarda sei imposte che andranno a colpire la proprietà immobiliare, il valore aggiunto, lo sfruttamento delle risorse; verranno inserite delle accise per regolare alcuni settori industriali ed un’imposta sulla manutenzione e costruzione urbana.

Nel seguito dell’articolo saranno analizzate singolarmente le imposte previste dal progetto.

 

La Tassa sulla proprietà (PT)

L’obiettivo principale dell’introduzione di questa imposta è la limitazione degli acquisti speculativi nel mercato immobiliare per evitare la creazione di una bolla finanziaria sul settore. Come anticipato in precedenza, questa tassa-pilota sarà circoscritta alle aree urbane di Shanghai e  Chongqing e riguarderà gli acquisti di seconde case. Se la sperimentazione darà gli effetti sperati, l’imposta verrà estesa anche ad altre città, nell’attesa il Governo cinese lavora alla ristrutturazione delle imposte sulla vendita degli immobili.

 

Imposta sul valore aggiunto (VAT)

Dal  primo gennaio 2012, in Cina è stato avviato il  processo di implementazione della riforma-pilota sull’imposta sul valore aggiunto che riguarderà il settore dei trasporti ed altri sei settori dei servizi per la città di Shanghai. Nelle intenzioni dei legislatori, la nuova imposta sostituirà l’attuale business tax. Dal prossimo Luglio, anche a Pechino sarà avviata la sperimentazione, dopo il via libera accordato dal Governo centrale.

L’anno 2012 servirà, secondo le previsioni del Governo, a migliorare il disegno dell’imposta sul valore aggiunto in modo da sostituire completamente l’attuale business tax ed a modificare la distribuzione fra Governo centrale e Governi locali del gettito derivante da questa imposta, che attualmente risulta nettamente sbilanciata verso il governo centrale (il 75% del gettito).

 

Imposta sullo sfruttamento delle risorse (RT)

L’imposizione di una tassa sullo sfruttamento delle risorse ha la duplice funzione di promozione della conservazione delle risorse e della protezione ambientale e di regolazione dell’industria energetica. Infatti la nuova imposta sullo sfruttamento delle risorse colpirà i produttori di energia da fonte petrolifera e da gas naturale con lo spostamento dell’imposizione dai volumi prodotti ai prezzi. Secondo la China Development Bank è allo studio l’applicazione di una tassazione progressiva che colpisca oltre ai settori già interessati anche lo sfruttamento del carbone e delle risorse idriche.

 

Le accise (ET)

In base alle “Disposizioni provvisorie in materia di accise” del Consiglio di Stato, la Cina imporrà accise su una notevole varietà di prodotti. Saranno colpiti innanzitutto i prodotti di lusso come gioielli ed orologi di alta fascia, yacht, macchine e moto ma anche i prodotti che classicamente sono oggetto di imposizione come sigarette, liquori, e carburanti. L’imposizione delle accise avrà naturalmente una ripercussione sui prezzi al consumo con conseguenti ricadute per interi settori industriali. L’applicazione delle accise anche sulle bacchette monouso è un chiaro segnale della politica di consumo razionale e di risparmio energetico che il Governo vuole mettere in atto. Infatti, risultano esenti dall’applicazione delle accise, pur essendo carburanti, i biodiesel ricavati da rifiuti animali od oli vegetali. Dal disegno impositivo delle accise si evince la volontà, da parte del Governo cinese, di evitare che stili di consumo occidentali poco rispettosi dell’ambiente per l’eccessivo consumo di risorse naturali (il modello “usa-e-getta”) contagino il nascente mercato interno cinese.

 

L’imposta sulla protezione ambientale (EPT)

Questa imposta ha il chiaro intento di  perseguire un miglioramento della conservazione delle risorse e della protezione ambientale. La tassa sarà applicata a partire dal 2013 sulle emissioni di carbonio e sullo smaltimento delle acque reflue. Tuttavia, per evitare una tassazione cumulata eccessivamente punitiva, sono allo studio soluzioni per risolvere i conflitti di applicazione fra questa imposta ed altre come VAT ed RT.

 

Imposta sulla costruzione e sul mantenimento urbano (UMCT)

L’UMCT dal Dicembre 2010 si configura come un’addizionale su imposte già esistenti, segnatamente imposta di produzione e VAT. Il progetto del Governo, esplicitato per la prima volta nel budget previsionale per l’anno 2012 è il cambiamento delle caratteristiche dell’imposta che passerà da addizionale ad imposta indipendente calcolata su contribuenti ed imprese.

 

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