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La Borsa, spinta da Fitch, accende le luci su Tim e Unicredit

La promozione dell’Italia da parte dell’agenzia di rating dà la carica ai Btp, mentre Piazza Affari scruta l’orizzonte di Tim dopo l’apertura di Vivendi alla rete unica e attende il nuovo piano di Unicredit formato Orcel

La Borsa, spinta da Fitch, accende le luci su Tim e Unicredit

Dopo anni all’insegna dell’ottimismo, le previsioni dei guru si fanno più caute. Michael Harnett, chief investment strategist di Bank of America, consiglia di alleggerire i portafogli azionari e obbligazionari per il 2022, in vista di uno shock sui tassi. È l’ora di far rotta sui beni immobiliari e sulle commodities. Jonathan Briggs di Goldman Sachs rivede invece, seppur di poco, le previsioni per l’economia a stelle e strisce: anche se non di molto, la variante Omicron rallenterà la ripresa del Pil, in frenata al 3,8% dal 4,2% stimato in precedenza. È con queste premesse non confortanti che le Borse si avviano ai test decisivi per l’avvio del tapering dopo i dati deludenti del mercato del lavoro di venerdì scorso. I mercati si avviano comunque ad aprire in lieve progresso, almeno in Europa, nella speranza che la variante Omicron non travolga i consumi prenatalizi. Più contrastati i dati asiatici.

SALE SEUL, LA CINA TAMPONA LA CRISI EVERGRANDE

Avanza il Kospi di Seul (+0,5%), giunto al quarto rialzo di fila. Sale anche il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen (+0,4%) sostenuti dall’annuncio di nuovi tagli alle riserve obbligatorie delle banche da parte del premier Li Ke Quiang.

In rosso l’Hang Seng di Hong Kong (-1,1%). L’indice tech perde il 2,5%, ai minimi dal lancio del paniere, nel luglio del 2020. Alibaba (-4%) ha una ristrutturazione delle attività. Lascia dopo 15 anni la carica di Cfo la leggendaria Maggie Wu.

Crolla nella notte Evergrande (-11%), in recupero stamane a -3%: scadono rate per 260 milioni di dollari.

In rosso anche il Nikkei di Tokyo (-0,3%) e il BSE Sensex di Mumbai (-0,4%).

RISALGONO I FUTURE DEL NASDAQ, MUSK RE DELLO SPAZIO

Si profila una partenza positiva per le Borse occidentali. I future di Wall Street sono risaliti nel corso della notte: quello relativo all’indice S&P500 è in rialzo dello 0,6%. Di poco sopra la parità il future del Nasdaq, anche per effetto dei movimenti di venerdì: la scorsa settimana l’indice dei tech ha chiuso in ribasso del 2,6%, molto peggio del -1,2% dell’S&P500 ma molto meglio del -3,9% dell’indice Russell 2000, che per effetto della discesa è entrato in territorio di correzione.

Venerdì sono stato molto penalizzate le grandi società dell’high tech, in particolare Tesla (-6,4%) e Nvidia (-4,4%). L’agenzia europea dello spazio ha lanciato l’allarme: in assenza di un accordo internazionale, le regole dello spezio se le sta facendo Elon Musk, naturalmente a proprio vantaggio.  

Il petrolio tipo WTI è in rialzo del 2%, a 67,7 dollari il barile. L’Arabia Saudita ha alzato il prezzo ai suoi clienti in Asia e negli Stati Uniti.

SPROFONDA IL BITCOIN: -20% NEL FINE SETTIMANA

Il Treasury Note a dieci anni si indebolisce a 1,38%, il rendimento sale di quattro punti base. Oro poco mosso. Ma l’atteggiamento meno espansivo della Federal Reserve, che ha ufficialmente cancellato il termine “transitorio” rispetto all’aumento dei prezzi, ha cominciato a mietere le prime vittime: nel fine settimana il Bitcoin è precipitato del 22%, a 41 mila dollari, seguito dalle altre criptovalute. Nel fine settimana sono state liquidate posizioni in criptovalute per un miliardo di dollari. Stamane la criptovaluta tratta a 48 mila dollari: dai massimi toccati l’8 novembre, la perdita è del 30%.

Intanto, soffre il listino dei piccoli, il Russel 2000, sceso del 7,4% dal discorso di Jerome Powell. 

FITCH DÀ LA CARICA AI BTP: PRIMA PROMOZIONE DA 20 ANNI

Piazza Affari potrà contare oggi sulla spinta della promozione di un’agenzia di rating, avvenimento tanto raro quanto gradito. Venerdì sera, a mercati chiusi, l’americana Fitch ha alzato la pagella dell’Italia da BBB- a BBB, con outlook stabile. La promozione, hanno spiegato gli economisti dell’agenzia, si deve soprattutto alla forte ripresa economica, che ha avuto l’effetto di migliorare i conti pubblici a partire da deficit (visto all’8,9%) e debito (sotto il 154% del Pil). Un sostegno importante per i nostri Btp in avvio di una nuova settimana calda sul fronte dell’inflazione.

SOS INFLAZIONE: PRIMA I NUMERI POI LA SCELTA DELLA FED

Wall Street attende ora i dati sul turnover (insolitamente elevato) dei posti di lavoro in Usa in uscita mercoledì e, soprattutto, il dato sull’indice dei prezzi al consumo di venerdì, ovvero solo cinque giorni prima che il board della Federal Reserve decida nel vertice del 14/15 dicembre se è già arrivata o meno l’ora di dare il via al tapering, la riduzione degli acquisti da parte della Banca centrale. La previsione è che il dato sui prezzi salga al 6,7%, ai massimi dal 1982.

La Fed non sarà l’unica autorità monetaria a riunirsi a metà mese. È previsto anche l’incontro della banca australiana, di quella canadese e della Reserve Bank indiana. Non sono previste decisioni in materia di tassi, a differenza della riunione della banca centrale brasiliana, alle prese con la frenata dell’economia, ma anche con il forte aumento dell’inflazione.

EUROGRUPPO, SI RIPARLA DI UNIONE BANCARIA

Tra gli altri segnali macroeconomici, da segnalare la riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles, cui seguirà martedì il dato preliminare del pil dell’Eurozona. L’incontro tra i ministri delle Finanze sarà dedicato alla ripresa dei lavori per l’Unione Bancaria, tema accantonato da mesi per la campagna elettorale in Germania.

L’Istat pubblicherà i dati sull’andamento dei consumi. Sul fronte macroeconomico, il focus è ancora sull’andamento dell’inflazione, con il dato Usa atteso per il fine settimana.

PEARL HARBOUR: SONO PASSATI 80 ANNI

Attesi anche i dati sugli ordini all’industria tedesca. Venerdì uscirà il dato sui prezzi al consumo della Germania.

Da segnalare due anniversari storici: il centenario dell’indipendenza dell’Irlanda (un’occasione per sbloccare il delicato confronto tra Londra e Parigi, schierata con Dublino); e, mercoledì, gli ottant’anni dall’attacco giapponese a Pearl Harbour.

PARTE LA MARATONA DELLA MANOVRA

In politica interna, la settimana si aprirà con l’esame degli oltre 6.000 emendamenti alla manovra presentati al Senato. I tempi sono strettissimi, visto che il testo emendato uscito dalla Commissione Bilancio dovrà approdare in Aula per essere votato e poi transitare alla Camera per il secondo passaggio parlamentare. Il via libera definitivo dovrà arrivare tassativamente entro fine anno.

A WALL STREET L’ORA X DI RIVIAN

Sul fronte corporate, c’è attesa a Wall Street per Rivian: scade oggi il periodo di lock up sulle vendite dopo la trionfale Ipo dell’auto elettrica.

Da seguire anche i conti di Lululemon, il gruppo dell’abbigliamento sportivo che ha registrato forti incrementi nel corso della pandemia.

VIVENDI APRE ALLA CESSIONE DELLA RETE ALLO STATO

Riflettori accesi oggi su Telecom: Vivendi ha aperto alla prospettiva della cessione del controllo della rete al partner pubblico, ovvero alla Cdp. Il socio francese e il partner pubblico italiano sembrano d’accordo sul no all’offerta del private equity KKR, ritenuta troppo bassa.

Oggi dovrebbe riunirsi nuovamente il comitato strategico di Tim guidato dal presidente Salvatore Rossi, che venerdì ha ricevuto le manifestazioni di interesse di 18 advisor finanziari. Il comitato deve dare mandato a tre banche di standing internazionale (si parla di una gara tra Bofa, Barclays, Imi, Lazard e Rothschild) per vagliare le future strategie e valutare l’offerta di Kkr.

Il 17 dicembre l’ultimo cda del 2021 di Tim dovrebbe approvare il budget e decidere se andare avanti o meno con il fondo Usa, che chiede di avere accesso ai numeri riservati del gruppo per fare una due diligence.

ARRIVA IL PIANO TRIENNALE DI ORCEL

Sale l’attenzione a Piazza Affari anche per la presentazione del nuovo piano industriale triennale di Unicredit. Il gruppo, guidato dall’amministratore delegato Andrea Orcel, sta valutando la riduzione di 3.000 posti di lavoro dagli 80.000 attuali attraverso uscite volontarie grazie allo scivolo di 7 anni previsto dal contratto nazionale di categoria.

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