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La Borsa galleggia, il petrolio si impenna

Anche Wall Street tiepida in una giornata in cui gli occhi sono puntati sulla Fed. L’attesa è per la conferma di una politica monetaria accomodante. Greggio ai massimi spinto dalla domanda, ne beneficiano petroliferi e utilities

La Borsa galleggia, il petrolio si impenna

Il petrolio fornisce un po’ di carburante alle Borse europee, che chiudono ancora in zona massimi una seduta interlocutoria, in attesa delle scelte della Federal Reserve, che si riunisce domani e mercoledì.

Piazza Affari si apprezza dello 0,16% a 25.757 punti base, spinta dai titoli oil, dalle utility, da Amplifon +3,24%. Le banche non hanno trovato una direzione precisa nel corso degli scambi, mentre le vendite si sono abbattute su Ferrari -3,3%, dopo la retrocessione a “sell” da “buy” di Goldman Sachs. La banca d’affari teme un impatto sulla redditività di breve termine per l’aumento dei costi nell’ambito dei piani di transizione tecnologica. Il debutto nell’alta moda, all’indomani della presentazione di una collezione Ferrari all’interno dello stabilimento di Maranello, non pare convincere granché il mercato. In scia alla rossa (che resta in panne anche a Wall Street), perdono Exor -1,1% e Stellantis -1,06%.

Nel resto d’Europa: Francoforte cede lo 0,1%, dopo aver aggiornato il suo record storico; Londra, +0,16%, sembra aver digerito il rinvio delle riaperture previste e il mantenimento delle attuali restrizioni per altre quattro settimane, a causa della crescita dei contagi da Covid 19. Progressi a Parigi +0,24%; Amsterdam +0,22%; Madrid +0,84%.

Wall Street procede contrastata, dopo il cauto avvio. Il Nasdaq è in moderatamente positivo, mentre sono in frazionale calo DJ e S&P500, quest’ultimo reduce dalla seduta record di venerdì. La startup biotech Novavax è in perdita, mentre sembrava avviata a un’ottima seduta dopo aver annunciato che il suo siero, il primo a essere basato sulla tecnologia proteica, è efficace al 90% nel contrastare il Covid-19 e le sue varianti. Il gruppo prevede, entro fine anno, una produzione mensile di 150 milioni di dosi.

In generale in ogni caso le bocce continuano a restare ferme o a muoversi piano, in attesa di capire se, come e in che tempi la Fed cambierà rotta su costo del denaro e acquisti di titoli, a fronte di una ripresa economica più robusta del previsto e dell’inflazione incombente. Domani e dopodomani non dovrebbe accadere nulla di rivoluzionario, ma potrebbe partire la discussione sui passi futuri e Jerome Powell parlerà al termine dell’appuntamento. Radiocor segnala che “gli esperti pensano che la Fed potrebbe dare delle indicazioni su un possibile rialzo dei tassi prima del previsto, ovvero nel 2023; la riduzione del piano di acquisti di bond, invece, potrebbe iniziare alla fine dell’anno o all’inizio del prossimo”.

Si tratta di una bomba a orologeria sul mercato dei titoli di Stato che il governatore americano non farà scoppiare senza preavviso. “Penso che il discorso s’inizierà” alla riunione di martedì e mercoledì, ha detto a Reuters Robin Brooks, capo economista presso l’Institute of International Finance, ma si dovrebbe partire “con molta, molta cautela” e il presidente della Fed non avrà fretta di concluderlo.

Nell’attesa calano i prezzi dei T-Bond e i rendimenti salgono leggermente. Il tasso del decennale si porta a 1,491% (+1,96%), ma resta in ogni caso ancora lontano dall’impennata di alcune settimane fa quando il tema dell’inflazione venne alla ribalta. Il mercato è stato successivamente ampiamente rassicurato da Jerome Powell e dall’idea che le tensioni sui prezzi siano temporanee.

Sul mercato valutario l’euro-dollaro tratta intorno a 1,21. S’impenna invece il bitcoin, che oltrepassa di nuovo i 40mila dollari, a seguito dell’ennesimo tweet di Elon Mask, questa volta a favore della criptovaluta. “Quando ci sarà conferma di un utilizzo ragionevole (del 50%) di forme di energia pulita da parte dei miners con un trend futuro positivo, Tesla tornerà a consentire le transazioni in Bitcoin”, ha cinguettato l’imprenditore.

Tra le materie prime il petrolio si conferma protagonista e tocca i massimi da due anni: il future Brent agosto 2021 sale dello 0,91% a 73,35 dollari al barile e anche il greggio texano (luglio 2021) supera i 70 dollari e tratta in rialzo a 71,50. A sostenere i corsi contribuisce l’allentamento delle restrizioni in vari paesi, compresa l’Italia che da oggi è in gran parte bianca e sospende il coprifuoco in molte regioni. Questo implica che il traffico dei veicoli a motore sta tornando ai livelli pre-pandemia nel Nordamerica e in gran parte dei Paesi europei, mentre molti aerei sono tornati a volare. L’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) ha detto venerdì di aspettarsi un ritorno della domanda globale ai livelli pre-pandemia alla fine del 2022, prima di quanto stimato in precedenza.

È più timido l’oro, che scambia in frazionale calo poco oltre 1864 dollari l’oncia. Tornando in Piazza Affari: fra le blue chip protagoniste della seduta troviamo Saipem +1,44%; Eni +1,38%; Tenaris +1,46%. Utility in denaro con Terna +1,33%; Hera +1,09%; Enel +1%. Tra i finanziari si apprezzano Intesa +1,03% e Banca Generali +1,05%; male Azimut -1,16%.

Atlantia, +0,1%, è partita scoppiettante ma ha rallentato nel finale e festeggia così, in maniera piuttosto sobria, la firma della cessione di Autostrade per l’Italia a Cdp e fondi. Positivo il giudizio di Bestinver, che ha migliorato la raccomandazione sul titolo a “buy” dal precedente “hold” con un target di valutazione tra i 19 e i 20 euro dai precedenti 16-17 euro.  “hold” con un target di valutazione tra i 19 e i 20 euro dai precedenti 16-17 euro. Si mette fine all’incertezza, dicono gli analisti, e si liberano risorse utili per strategie future.

Fuori dal paniere principale Autogrill centra un rialzo del 4,47%, nel primo giorno di negoziazione dei diritti sull’aumento di capitale da 600 milioni. Poco mosso il secondario: lo spread tra decennale italiano e tedesco sale a 98 punti base (+1,03%) e il Btp chiude con un tasso di +0,72%.

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