Condividi

La Borsa fa l’esame ai conti di Enel, Eni e Telecom Italia

Stamattina Piazza Affari testa le trimestrali di tre big (Enel, Eni e Telecom Italia) presentate ieri sera a Borsa chiusa – Ok per Fca, Banca Generali e Terna – Spread ai minimi – Corporate Italia sotto esame – Fincantieri in balia della guerra navale tra Italia e Francia

Difficile trovare una chiave di lettura dell’alluvione di dati di bilancio piovuti ieri sui mercati. Si può dire, però, che l’economia globale sembra godere di buona salute, sostenuta dall’ultimo sprazzo di politiche monetarie espansive, sia nell’area euro che negli Usa. A settembre, quando la Fed dovrebbe cominciare a stringere le maglie del bilancio del’istituto , la cose potrebbero cambiare. O forse no, viste le difficoltà che continua ad incontrare Donald Trump. L’scesa del dollaro ha frenato le esportazioni tedesche, l’Italia si consola con il minor costo del debito.

La sorpresa arriva dalla mezza doccia fredda di Amazon: solo 197 milioni di utili nel secondo trimestre. Ma dietro il dato di bilancio ci sono i massicci investimenti che dovrebbero, nelle intenzioni di Jeff Bezos, promuovere la leadership di Amazon dall’e-commerce all’offerta di servizi e di entertainment. Una nuova frontiera per il grande nemico di Donald Trump che ieri via Twitter ha definito il Washington Post, rivitalizzato dalla cura di Bezos, “la prima officina delle notizie false”. Il presidente però non porta bene all’uccellino: Twitter ieri ha perduto il 14,1% a Wall Street. La pubblicità continua a disertare i tweet, nonostante il testimonial d’eccezione.

GIAPPONE, PIÙ POSTI DI LAVORO VACANTI CHE RICHIESTE

La frenata dei titoli tecnologici ha bloccato l’avanzata delle borse. Risale intanto il dollaro, trattato a 1,167 su euro, da 1,173 del giorno prima.  

Chiudono in terreno negativo i listini asiatici, ma per l’indice Asia Pacific il bilancio della settimana resta positivo. Sotto pressione i titoli tecnologici a partire da Samsung (-3,5%) . In calo a Tokyo l’indice Nikkei (-0,6%) nonostante indicazioni positive in arrivo dal fronte dei consumi +0,4% e dal nuovo calo, inatteso, della disoccupazione: l’offerta di nuovi posti di lavoro è pari alla richiesta (1,01). E’ la prima volta da 43 anni, ma la “fame” di lavoratori non si traduce per ora in aumenti di stipendi. Hong Kong segna una flessione dello 0,7%, mentre è poco sopra la parità l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen. Il -3,5% di Samsung deprime l’indice Kospi di Seul, in calo dell’1,6%.

L’indice Morgan Stanley, calcolato sulla capitalizzazione delle principali 47 Borse del pianeta, ha stabilito ieri un nuovo massimo assoluto con un rialzo del 2,8%. Si tratta del nono mese consecutivo di rialzo, la più lunga striscia positiva dal 2003/04.

VERIZON (+7,7%) TRASCINA LA OLD ECONOMY A NUOVI PRIMATI

Seduta in rosso anche per i mercati Usa. Ma non per tutti. L’indice Dw Jones +0,39% spinto dalle tlc (Verizon +7,7%) e da Boeing (+2,8%) segna un nuovo record a 21.796,55 punti. Segna il passo l’S&P 500 -0,10%. Sensibile discesa del Nasdaq (-0,63%). Un segnale positivo è arrivato dagli ordinativi di beni durevoli in ascesa del 6,5%. Oggi verrà pubblicato il dato del Pil del secondo trimestre:la previsione è di un’accelerazione al 2,6% da +1,4% dei primi tre mesi dell’anno.

Un segnale negativo è invece arrivato dal Dow Jones Transportation, tradizionale termometro dello stato di salute dell’economia reale. L’indice è sceso del 3,1% dopo le previsioni deludenti di Ups per l’ultima parte dell’anno. Altro segnale d’allarme: nonostante la buona performance di Facebook + 2,9%, il settore tecnologico chiude in rosso. Prese di beneficio su Apple (-1,9%) e Nvidia (-3,3%), cali superiori all’1% per Alphabet e Microsoft.

BEZOS È L’UOMO PIÙ RICCO DEL MONDO. MA SOLO PER UN’ORA

Le attenzioni erano concentrate sui conti di Amazon, usciti dopo la chiusura. Il gigante dell’e-commerce ha registrato nel trimestre ricavi per 38 miliardi di dollari, superiori alle stime degli analisti (37,18 miliardi). Ma i profitti sono stati largamente inferiori alle previsioni: 0,40 dollari per titolo contro 1,42 previsti. Nel dopo Borsa il titolo ha perduto il 2,7%. La capitalizzazione, salita in giornata a a 503 miliardi di dollari è scivolata in chiusura sotto i 500 miliardi. Di riflesso, Jeff Bezos, che per alcune ore è stato l’uomo più ricco del mondo, è ridisceso in seconda posizione alle spalle di Bill Gates.

Nonostante la ripresa dei prezzi del petrolio (Brent a 51,35 dollari al barile) i titoli del settore ritracciano: Eni, in vista dei risultati, ha ceduto lo 0,3%, Saipem – 0,81%, mentre Tenaris ha lasciato sul terreno l’1,31%.

MILANO E MADRID SPINTE DAI CONTI, FRENA FRANCOFORTE

Una valanga di dati societari, la più numerosa dell’anno, ha investito ieri le Borse europee. Milano ha chiuso in rialzo dello 0,26% a 21.634 punti in linea con Madrid. Modesti ribassi per Londra (-0,12%) e Parigi (-0,06%); più debole Francoforte (-0,76%), piegata dalle vendite su Deutsche Bank. La Borsa migliore è stata Zurigo (+0,31%), grazie ai conti di Roche (+1,2%).

NESTLÉ CONFERMA LA VENDITA DEI DOLCI IN USA. FERRERO IN AGGUATO

Nestlé -0,97% dopo che il Ceo Mark Schneider ha detto di aspettarsi per l’intero anno un incremento “nella parte più bassa” dell’obiettivo di +2-4%. Si avvicina così la vendita del settore dolci in Usa cui è interessata Ferrero. “Abbiamo visto un significativo interesse per il nostro business da acquirenti sia strategici che finanziari – ha detto Schneider – la nostra chiara priorità è una cessione diretta delle attività”.

SPREAD A 152, AI MINIMI DA DICEMBRE. OGGI ALL’ASTA I BTP

Chiusura positiva per i mercati obbligazionari della zona euro. L’Italia, nel giorno dell’asta Bot, non ha fatto eccezione. Il tasso del decennale italiano è sceso a 2,09% da 2,12% del finale di seduta di ieri, mentre lo spread con l’analoga scadenza del Bund è in lieve calo a 156 pb da 157.

In attesa dell’appuntamento con le aste a medio-lungo termine di stamane, i Btp viaggiano poco sotto i massimi visti in settimana, quando il tasso a 10 anni è sceso fino a 2,03%, minimo da circa un mese, e lo spread su Bund a 152 pb, il livello più basso da metà dicembre.

I collocamenti di oggi – gli ultimi a medio-lungo termine da qui alla fine del mese prossimo, vista la consueta cancellazione delle aste di metà agosto – comprendono il lancio del nuovo Btp a 5 anni agosto 2022 cedola 0,90% e le riaperture del dieci Btp agosto 2027 e del Ccteu ottobre 2024, per un’offerta complessiva fino a 7,75 miliardi; contestualmente giunge a scadenza carta italiana per oltre 22 miliardi.

Sul grey market di Mts il nuovo quinquennale in chiusura di seduta scambia al rendimento di 0,91% contro 0,77% dell’attuale benchmark aprile 2022 cedola 1,2% e lo 0,81% dell’asta di quinquennali di fine giugno.

IL BLITZ DI MACRON AFFONDA FINCANTIERI. MA LA BATTAGLIA NAVALE CONTINUA

La seduta di Piazza Affari è stata dominata dalle reazioni alle trimestrali. Ma l’attenzione è stata anche attratta dal duello Francia-Italia.

Fincantieri (-2,61%) perde nuovi colpi dopo il blitz di Emmanuel Macron. Parigi ha annunciato di voler esercitare diritto di prelazione per rilevare le quote di Stx France che non possiede. Il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire ha annunciato che martedì si recherà a Roma per tentare una soluzione del caso. Ma l’Italia, dopo aver respinto nei giorni scorsi la proposta di una suddivisione del capitale 50-50, chiede il rispetto delle condizioni concordate in precedenza.

TRIMESTRALI. IN TESTA MONCLER E IL RISPARMIO GESTITO

Tra le trimestrali più apprezzate dal mercato spiccano alcuni campioni del made in Italy. In testa alla classifica c’è Moncler (+5%): la trimestrale ha battuto le attese, sia a livello di ricavi che di utile. Goldman Sachs ha alzato il target price del titolo da 25 a 25,6 euro, confermando la raccomandazione buy dopo i conti.

Segue a ruota Yoox Net a Porter (+3,2%), sostenuta dalle attese sui risultati che saranno pubblicati il 2 agosto. Gioca a favore della società anche la notizia che l’avvocato generale della Corte europea di giustizia ha stabilito che le aziende del settore potranno vietare ai partner e distributori fisici di vendere online tramite accordi con piattaforme “popolari” come Amazon e eBay.

Non meno brillante la pattuglia del risparmio gestito trainata da conti in forte miglioramento: Azimut Holding +3,1%, Banca Generali +2,8% e Banca Mediolanum +2,6%. In positivo anche Fineco Bank (+1,6%). 

Non ha pesato sulle banche la brusca caduta di Deutsche Bank (-6,48%). L’istituto ha registrato nel secondo semestre ricavi in flessione a 6,6 miliardi di euro, mentre l’utile di 446 milioni ha battuto le attese, complice il taglio dei costi. Secondo il direttore esecutivo John Cryan la redditività, seppur in miglioramento, è comunque inferiore alle aspirazioni a lungo termine.

A Milano Bper Banca +1,5%. Unicredi

FCA, SALGONO GLI UTILI, VENDITE IN STALLO. FERRARI ANCORA RECORD

Contrastata l’auto. Avanza ancora Ferrari (+1,8%) in attesa del cda sulla trimestrale (fissata per il 2 agosto). Fiat Chrysler (-0,1%) chiude poco mossa dopo i risultati del secondo trimestre. Cala il fatturato a 27,9 miliardi di euro contro i 28,7 miliardi delle stime ma l’utile ante oneri finanziari è salito del 16% rispetto al 2016 a 1,9 miliardi di euro (le stime erano di 1,8 miliardi), grazie al raddoppio delle vendite della divisione Maserati in seguito alla creazione del nuovo Suv. La crescita dell’utile si è quadruplicata: l’andamento in Europa controbilancia il calo dell’1,7% di utili negli USA. Nel primo semestre la domanda per il mercato automobilistico negli Stati Uniti è calata del 2,2%, e le vendite Fiat sono diminuite del 6,9%. In contrasto con i risultati ottenuti in Europa, dove c’è stata una crescita dell’11% (rispetto alla crescita del settore dell’8,2%). L’ad Sergio Marchionne ha sottolineato il suo obbiettivo di eliminare tutto il debito della società prima del suo pensionamento nel 2019. Il debito industriale netto è diminuito a 4,23 miliardi (dai 5,11 miliardi a marzo), cifra che dovrebbe scendere a 2,5 miliardi entro la fine dell’anno. 

Brembo ha girato in ribasso nelle battute finali a 13,26 euro. Nel semestre i ricavi sono saliti del 10,1% anno su anno a 1,26 miliardi di euro, +8% a perimetro costante. Utile a 136,7 milioni, +7,6%. L’Ebitda è cresciuto del 12,8% a 255 milioni di euro. Indebitamento a fine giugno a 259 milioni, da 226 milioni di euro di fine marzo. La società si dichiara cautamente ottimista sulla seconda parte dell’esercizio.

SI SPEGNE IL RIALZO DI RECORDATI

Seduta a due volti per Recordati (-0,22%). Il titolo ha azzerato oltre tre punti di guadagno che avevano spinto il prezzo fino a 37,34 euro. La chiusura è poco sotto la parità a 36,02 euro. Il gruppo farmaceutico ha chiuso il primo semestre con un incremento dell’utile netto di quasi il 20% a 147 milioni. Ebit in progresso del 19,4% a 203,2 milioni. Il management ha migliorato la stima di utile netto dell’intero 2017 a 290-295 milioni (dai precedenti 275) quella di utile operativo a 400-410 milioni, Ebitda a 450-460 milioni e ricavi a 1.290-1.300 milioni. La posizione finanziaria netta al 30 giugno 2017 evidenzia un debito di 356,3 milioni che si confronta con quello di 198,8 milioni di fine dicembre.

Brillante Molmed (+2,42%) dopo aver siglato ieri un accordo di licenza per un farmaco antitumorale e oggi un accordo per lo sviluppo di prodotti CAR-T.

A Borsa chiusa sono stati annunciati i risultati di diverse blue chip. Enel (+0,66%) ha approvato i conti al 30 giugno che si chiudono con un utile netto ordinario di gruppo di 1,809 miliardi in crescita del 3,8% rispetto a 1,742 miliardi registrati nel primo semestre del 2016. Nella conference call con gli analisti l’ad Francesco Starace ha spiegato di essere totalmente contrario ad una fusione fra Open Fiber, controllata insieme a Cdp, e Telecom Italia, che sarebbe del tutto inutile. Open fiber nel frattempo va avanti con il proprio lavoro e “la prossima settimana si chiuderanno con tre banche i contratti per le linee di credito per circa 500 milioni per portare avanti gli investimenti nella rete in fibra”.

Prysmian (+1,19%) ha archiviato il primo semestre con ricavi e utile in calo, Ebitda in rialzo, confermando la guidance sull’ebitda adjusted 2017, ma facendo trapelare ottimismo sul raggiungimento di un margine nella parte alta della forchetta. I ricavi hanno registrato un calo, su base organica, dell’1,5%, a 3,936 miliardi di euro. La società ha confermato la guidance sull’ebitda adjusted a fine anno.

Telecom Italia invariata. La società ha approvato gli attesi conti, ultima eredità della gestione Cattaneo. Il semestre si è chiuso con un margine lordo in rialzo a doppia cifra e la divisione domestic che realizza la miglior crescita di sempre. Nel semestre l’Ebitda è salito del 10,4% a 4,1 miliardi, i ricavi del 7,4% a 9,8 miliardi, la business unit domestic segna un aumento dei ricavi del 3,4% e dell’Ebitda del 5,6%. Nel secondo trimestre i ricavi si attestano a 5 miliardi, in rialzo del 6,4%, l’Ebitda è pari a 2,1 miliardi, +5,5%. Le deleghe dell’ad in uscita, Flavio Cattaneo, sono state date temporaneamente al presidente esecutivo Arnaud De Puyfontaine, ad eccezione di quella sulla security e su Sparkle, andate al vicepresidente Giuseppe Recchi.

Commenta