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La Bce alza i tassi dello 0,25% e Lagarde anticipa un nuovo incremento a luglio: “Da noi nessuna pausa”

Lagarde: “Abbiamo terminato il cammino? No, inflazione troppo alta troppo a lungo” – Confermato lo stop da luglio ai reinvestimenti dei titoli – Borse deboli, sale l’euro

La Bce alza i tassi dello 0,25% e Lagarde anticipa un nuovo incremento a luglio: “Da noi nessuna pausa”

Tutto come previsto. La Banca centrale europea ha annunciato un rialzo dei tassi di interesse di 25 punti base. Il tasso di riferimento è salito così al 4%, quello sui depositi delle banche presso la Bce al 3,25% e quello sui prestiti marginali al 4,25%. 

Per quanto riguarda il prossimo futuro, la presidente della Bce Christine Lagarde non lascia spazio a dubbi: i rialzi continueranno: “Abbiamo terminato il cammino? No, non siamo a destinazione. Abbiamo altra strada da fare? Sì» ha detto in conferenza stampa, confermando che: “A meno di cambiamenti radicali nella nostra previsione di base, continueremo ad alzare i tassi alla prossima riunione, non stiamo pensando a una pausa”. In altre parole, almeno per il momento, la Bce non ha alcuna intenzione di imitare la Fed, che ieri sera ha deciso di prendersi una pausa dai rialzi, lasciando invariati i tassi d’interesse per la prima volta da 15 mesi.

“Non voglio commentare su quale possa essere il livello terminale dei tassi. Sapremo quale sarà il tasso terminale quando ci arriveremo”, ha aggiunto la numero uno dell’Eurotower rispondendo alle domande dei giornalisti. 

Le proiezioni sull’inflazione

​​”Le prospettive economiche restano altamente incerte” come effetto della guerra tra Russia e Ucraina e dell’aumento delle tensioni geopolitiche, ha affermato Lagarde. 

Secondo il Consiglio Direttivo della Bce, “l’inflazione è calata ma si stima che resterà troppo alta troppo a lungo”. Parlando in termini percentuali, secondo le ultime proiezioni, l’inflazione media sarà pari al 5,4% a fine anno per poi scendere al 5,4% nel 2024 e al 2,2 nel 2025. Previste inoltre forti pressioni sull’inflazione core. L’inflazione senza energia e alimentari dovrebbe quindi essere pari al 5,1% medio a fine anno (era 4,6% a marzo) al 3% (dal 2,5%) nel 2024 e al 2,3% (dal 2,2%) nel 2025, restando quindi al di sopra dell’inflazione complessiva per la maggior parte dell’orizzonte temporale della politica monetaria.

 “Gli indicatori delle pressioni di fondo sui prezzi rimangono elevati, sebbene alcuni di essi mostrino timidi segnali di attenuazione”, ha ribadito la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa a Francoforte. “Siamo pronti ad adeguare tutti gli strumenti nell’ambito del nostro mandato per assicurare che l’inflazione torni al nostro obiettivo di medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria”, ha aggiunto. 

Le proiezioni sulla crescita

Ridimensionate le proiezioni sulla crescita: il Pil dell’Area euro crescerà dello 0,9% (dall’1%) nel 2023, dell’1,5% (dall’1,6%) nel 2024 e dell’1,6% nel 2025. “La crescita potrebbe anche essere più lenta se gli effetti della politica monetaria fossero più vigorosi del previsto. Le rinnovate tensioni sui mercati finanziari potrebbero portare a condizioni di finanziamento ancora più restrittive del previsto e indebolire la fiducia. Inoltre, una crescita più debole dell’economia mondiale potrebbe ulteriormente frenare l’attività economica nell’area dell’euro. Tuttavia, la crescita potrebbe essere superiore alle previsioni se il forte mercato del lavoro e l’attenuazione dell’incertezza si traducessero in maggiore fiducia e spese da parte di imprese e privati”, ha avvertito la numero uno dell’Eurotower.

Lagarde: “I rialzi si stanno trasmettendo all’economia reale”

Lagarde ha sottolineato inoltre che “i passati incrementi dei tassi di interesse decisi dal Consiglio direttivo si stanno trasmettendo con forza alle condizioni di finanziamento e stanno gradualmente influenzando tutta l’economia” e che “i costi di indebitamento sono aumentati bruscamente e la crescita dei prestiti diminuisce”. Le condizioni di finanziamento più restrittive “sono una ragione fondamentale per la quale l’inflazione dovrebbe ridursi ulteriormente verso l’obiettivo, poiché ci si attende che queste frenino in misura crescente la domanda”. 

Come da tradizione, il board della Bce ha ribadito che le future decisioni saranno basate sui dati e “sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione considerati i dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”.

I programmi di acquisto Paa e Pepp 

La Bce ha confermato lo stop da luglio ai reinventimenti dei titoli in portafoglio in scadenza.

Sul programma di acquisto attività (Paa), Francoforte ha fatto sapere che il portafoglio si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema reinveste solo in parte il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine di giugno 2023. Da luglio, invece, i reinvestimenti finiranno. 

Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), invece, il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024. 

La reazione dei mercati

Nessuna brusca reazione alle novità arrivate a Francoforte, ampiamente attese dai mercati, con le Borse che ampliano leggermente i ribassi, proseguendo sulla strada della debolezza. Dopo il nuovo rialzo dei tassi e l’annuncio di ulteriori incrementi nel prossimo futuro, Piazza Affari cede lo 0,6%, così come Francoforte. Fa peggio Parigi (-0,9%), mentre Madrid cede lo 0,2%.

A Milano viaggiano in territorio positivo le banche con FinecoBank (+1,2%) e Mps (+0,9%) a fare da apripista. 

Sul mercato valutario, riprende quota l’euro che risale sopra la soglia di 1,08 dollari. Da segnalare anche il forte incremento del prezzo del gas (+7,8% a 41,3 euro al mwh), dovuto al calo delle forniture provenienti dalla Norvegia che si sta verificando da inizio giugno a causa di perdite e manutenzione su molte installazioni.

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