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Kering, titolo giù a Parigi dopo vendite in calo dell’11 per cento: pesa Gucci (-21%) penalizzato dall’Asia

Il gruppo prevede un calo del 40-45% anche nel risultato operativo corrente del primo semestre 2024 rispetto alla prima metà del 2023

Kering, titolo giù a Parigi dopo vendite in calo dell’11 per cento: pesa Gucci (-21%) penalizzato dall’Asia

Il gruppo francese del lusso Kering è in netto calo stamane alla borsa di Parigi dopo la comunicazione del crollo delle vendite nel primo trimestre, di cui per altro aveva già avvisato il mercato, mentre non vede bene nemmeno i prossimi mesi. Rallentano anche Saint Laurent (-8%) e Bottega Veneta (-2%). Pesa soprattutto l’Asia-Pacifico. In tarda mattinata il titolo al Cac parigino quota 321,60 euro in calo dell’8,36%, dopo aver segnato un minimo a 316,10.

Per il colosso del lusso guidato da François-Henri Pinault, le vendite nei tre mesi fino a marzo si sono attestate a 4,5 miliardi di euro, in calo dell’11% (-10% a cambi costanti). A pesare è stato soprattutto il rallentamento del suo marchio di punta Gucci: la centenaria casa di moda italiana che rappresenta la metà dei ricavi del gruppo e due terzi degli utili a sua volta è stata penalizzata da una debole domanda in Asia mentre affrontava una revisione del design.

François-Henri Pinault: un anno difficile, condizionato soprattutto dalla Cina

Kering aveva anticipato il 19 marzo un probabile calo di circa il 10%. Il gruppo inoltre ha detto che l’utile operativo del primo semestre sarà “nettamente inferiore” a causa del calo dei ricavi e dei continui investimenti nei brand. François-Henri Pinault, presidente e amministratore delegato del gruppo del lusso francese, non usa mezzi termini: “La performance di Kering è peggiorata notevolmente nel primo trimestre. Anche se avevamo previsto un inizio anno difficile, le condizioni stagnanti del mercato, in particolare in Cina, e il riposizionamento strategico di alcune delle nostre case, a cominciare da Gucci, hanno esacerbato le pressioni al ribasso sui nostri ricavi”.

Il calo del fatturato di Kering include un effetto valutario negativo del 3% e un effetto di perimetro positivo del 2% derivante dal consolidamento di Creed. Le entrate retail a gestione diretta sono diminuite dell’11% su base comparabile, come conseguenza del minore traffico nei negozi. L’andamento in Europa Occidentale, Nord America e Giappone è risultato in linea con quello del quarto trimestre 2023, mentre un calo più marcato è stato registrato, come anticipato dal management, nell’area Asia-Pacifico. Il segmento wholesale è diminuito del 7%, in quanto il gruppo continua a rafforzare l’esclusività della distribuzione. “Alla luce di questo calo dei ricavi e della nostra ferma determinazione a continuare a investire selettivamente nell’attrattiva e nella distintività a lungo termine dei nostri marchi, prevediamo ora di registrare un utile operativo nettamente inferiore nel primo semestre di quest’anno. Tutti noi lavoriamo instancabilmente per far superare a Kering le sfide attuali e ricostruire una solida piattaforma per una crescita duratura” ha detto ancora il patron di Kering.

Gucci: ricavi in calo del 21%

Analizzando nello specifico le principali maison del colosso del lusso francese, i ricavi di Gucci sono pari a 2,1 miliardi di euro, in calo del 21% a tassi correnti (-18% su basi comparabili). La distribuzione retail diretta ha visto vendite in calo del 19% particolarmente influenzate da un forte calo nella regione Asia-Pacifico. Le collezioni della griffe firmate dal nuovo direttore creativo Sabato De Sarno, disponibili gradualmente nei negozi da metà febbraio, “sono state accolte molto positivamente, in particolare nelle categorie del prêt-à-porter e delle calzature”, ha specificato la società. Il fatturato wholesale è sceso del 7%.

In calo anche le altre griffe

In calo dell’8% anche il fatturato di Saint Laurent a 740 milioni di euro, con il retail che si è mantenuto stabile grazie a una crescita dinamica in Giappone, a un miglioramento sequenziale in Nord America e a ricavi relativamente stabili in Europa occidentale. In Asia-Pacifico, i livelli di attività hanno risentito delle difficili condizioni di mercato, il wholesale è diminuito del 25%. Le royalties e gli altri ricavi sono aumentati del 27%, con performance dinamiche nell’occhialeria, nei profumi e nei cosmetici.

Bottega Veneta ha raggiunto i 388 milioni di euro grazie a un aumento delle vendite dirette del 9% trainato dalla crescita a doppia cifra in Nord America. Le altre maison hanno contribuito al risultato di gruppo con 824 milioni di euro nel primo trimestre (-7%). Per Balenciaga, il trend è migliorato in Europa occidentale e in Giappone, mentre la maison ha registrato una crescita a due cifre in Nord America e si è mostrata resistente in Asia-Pacifico. Alexander McQueen prosegue la sua transizione creativa, mentre Brioni è aumentato double-digit. Le griffe di gioielleria hanno continuato a registrare performance eccellenti, trainate dalla forte crescita di Boucheron. Corrono invece i numeri dell’eyewear, che nei tre mesi ha messo a segno vendite per 463 milioni di euro (+8%). Complessivamente, i ricavi del segmento Kering eyewear e corporate sono stati pari a 536 milioni di euro, in salita del 24%.

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