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Juve, Pirlo traballa: Allegri o Simone Inzaghi le alternative

Solo entrando in Champions e vincendo la Coppa Italia Pirlo salverà la panchina: altrimenti nuovo ribaltone con pretendenti illustri alle porte – In bilico anche Fonseca alla Roma e Gattuso al Napoli: ecco tutte le novità in arrivo dal calciomercato

Juve, Pirlo traballa: Allegri o Simone Inzaghi le alternative

La Serie A si prepara alla rivoluzione. Televisiva (da ieri è ufficiale l’assegnazione a Dazn per il triennio 2021/24) ma soprattutto tecnica, alla luce delle numerose operazioni di mercato già messe in cantiere, nonostante alla fine della stagione manchino ancora 10 giornate di campionato (11 per alcune). I cambiamenti, come spesso succede, partiranno anzitutto dalle panchine, con diversi club decisi a ripartire da un nuovo allenatore. Tra i big gli unici sicuri del posto, al momento in cui scriviamo (perché poi, come sempre, saranno decisivi i risultati finali), sembrano essere Conte, Pioli e Gasperini, anche se quest’ultimo potrebbe farsi tentare da qualche proposta indecente, mentre il futuro degli altri è tutto da scrivere.

Partiamo dalla Juventus, attualmente la delusione più grossa in rapporto alle aspettative, e dal suo inevitabile bisogno di rivoluzione. In settimana Nedved ha provato a spegnere l’incendio delle polemiche confermando Pirlo, ma è inutile ricordare che anche Allegri e Sarri, ai loro tempi, erano stati rassicurati da Agnelli e Paratici. La storia poi ha preso altre direzioni, ragion per cui è lecito dubitare di una conferma a scatola chiusa: Pirlo resterà in bianconero solo se concluderà la stagione in crescendo, vincendo la Coppa Italia e, soprattutto, traghettando la Signora nella prossima Champions League, possibilmente senza patemi, altrimenti il club, nonostante la stima (in particolare del presidente), prenderà altre strade. Al momento, per un’eventuale sostituzione, i principali candidati sono Allegri e Simone Inzaghi, il primo tornato in auge dopo la partecipazione a Sky di domenica scorsa (in cui ha annunciato la volontà di tornare in panchina dalla prossima stagione), il secondo da sempre sul taccuino di Paratici, con cui lo lega un’antica amicizia.

Entrambi accetterebbero di corsa la panchina bianconera, ma in ogni caso le offerte non mancherebbero. Allegri piace tantissimo anche a Roma e Napoli, le altre due big in procinto di cambiare guida tecnica. Fonseca non ha mai davvero convinto la famiglia Friedkin ed è difficile, per non dire impossibile, possa restare in giallorosso senza quella qualificazione in Champions che, al momento, sembra essersi molto complicata. Gattuso invece ha rimesso a posto la classifica ma i suoi rapporti con De Laurentiis si sono definitivamente spezzati tra gennaio e febbraio, tanto da indurre il club al silenzio stampa permanente per evitare nuove polemiche. Entrambe, dunque, vorrebbero Allegri, ma hanno ovviamente anche altri piani. A Roma piace tantissimo Sarri, a Napoli invece c’è grande attenzione su Juric e Italiano, rivelazioni con Verona e Spezia, senza dimenticare Simone Inzaghi, il cui futuro laziale è in forte dubbio. Già, perché il tecnico è rimasto deluso dal tergiversare di Lotito sul rinnovo di contratto, inoltre potrebbe avere voglia di nuovi stimoli e maggiori ambizioni. Dinamiche che il presidente biancoceleste conosce bene, ragion per cui l’addio, per quanto non certo, è meno improbabile di quanto si pensi: non a caso, nei giorni scorsi, ha preso forza la candidatura di Gattuso, su cui peraltro c’è anche la Fiorentina di Commisso, decisa a fare le cose per bene dopo questa stagione travagliata.

Ma a contendere agli allenatori le prime pagine dei quotidiani sportivi ci sono i giocatori in scadenza, altra priorità di questa fase dell’anno. Nel caso del Milan poi parliamo di impellenza assoluta, visto il coinvolgimento di due pezzi da novanta come Donnarumma e Calhanoglu. Entrambi potrebbero liberarsi a parametro zero tra tre mesi, provocando un grosso danno tecnico ma soprattutto d’immagine: scenario che il club sta cercando di combattere, senza però cedere a ricatti. Inutile dire che è soprattutto Gigio a preoccupare maggiormente, perché Raiola non è propriamente un tipo facile con cui trattare. Via Aldo Rossi si è spinta a offrire un ingaggio di 8 milioni a stagione, sin qui senza ricevere assensi: Mino ne vuole almeno 10, con tanto di clausola rescissoria abbordabile per invogliare pretendenti futuri. Insomma, lo scenario è fosco, tanto che Maldini e Massara si stanno già guardando attorno (si parla di Musso, Cragno, Meret e del francese Maignan del Lille).

Non c’è da stare tranquilli nemmeno per le scadenze meno impellenti, ma comunque attuali (2022), di Kessié e Romagnoli, con cui le distanze, al momento, sono piuttosto nette, mentre prendono forma i riscatti di Tomori (si proverà a chiedere uno sconto al Chelsea sui 28 milioni pattuiti, ma l’inglese ha convinto tutti) e Brahim Diaz (l’idea è prolungare il prestito col Real Madrid per un altro anno).

Ad ogni modo, proprio come sulla questione allenatore, è la Juve a prendersi i titoli maggiori, visto il coinvolgimento di sua maestà Cristiano Ronaldo. Nedved ha confermato anche lui, ma dalla Spagna continuano a parlare di un suo ritorno al Real, sottolineando come i bianconeri, in caso di offerta, spalancherebbero la porta. La sensazione è che la storia possa riservare ancora dei colpi di scena, perché se è vero che il rendimento di CR7 non è in discussione, lo è anche che il suo stipendio (31 milioni netti) è una bella zavorra per i conti del club, pesantemente colpiti dalla pandemia. Una sua conferma presupporrebbe anche un maggior coinvolgimento sulle strategie societarie (vedi cessione di Dybala in virtù di un bomber più gradito tipo Benzema), mentre una cessione, viceversa, permetterebbe di investire il risparmio per potenziare la rosa in tutti i reparti. Staremo a vedere quel che succederà, di certo però le premesse per un’estate bollente ci sono tutte. E il clima, evidentemente, non c’entra nulla…

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