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Juve, nono scudetto di fila se stasera vince a Udine

Il pareggio dell’Inter con la Fiorentina (0-0) offre alla Juve l’occasione di vincere in anticipo il nono scudetto consecutivo (il primo di Sarri): bastano tre punti e stasera i bianconeri possono conquistarli se espugnano Udine – Goleada della Roma alla derelitta Spal – Il Genoa vince il derby della Lanterna

Juve, nono scudetto di fila se stasera vince a Udine

Ancora 3 punti, poi sarà scudetto. Il pareggio dell’Inter di ieri sera regala alla Juve un goloso match point: in caso di vittoria questa sera a Udine (ore 19.30), infatti, il trentaseiesimo tricolore, il nono di fila, diventerà realtà. “Nello sport la parola “vicino” non significa niente: quando vai vicino a un goal, non vuol dire che lo hai fatto – ha però ammonito Sarri – Ci mancano 3 punti per lo scudetto, dobbiamo rimanere con la testa dentro le partite. Le critiche nei miei confronti? Evidentemente sto sui c… a qualcuno, ma non importa. Le opinioni le rispetto, ma mi interessano fino a un certo punto, credo di avere più dati io per analizzare la situazione di quanti ne hanno quelli che parlano…”.

Il clima dunque, nonostante un successo davvero a un passo, non è esattamente di festa, ragion per cui vincere a Udine diventa addirittura obbligatorio. Il tecnico bianconero deve rinunciare allo squalificato Bonucci e ai “soliti” Chiellini, Khedira e De Sciglio, per il resto avrà tutti a disposizione e potrà affidarsi a un 4-3-3 con Szczesny in porta, Cuadrado, De Ligt, Rugani e Alex Sandro in difesa, Bentancur, Pjanic e Rabiot a centrocampo, Bernardeschi, Dybala e Ronaldo in attacco. Classico 3-5-2 anche per Gotti, che risponderà con Musso tra i pali, Becao, De Maio e Nuytinck nel reparto arretrato, Ter Avest, Stryger Larsen, De Paul, Fofana e Sema in mediana, Lasagna e Okaka coppia offensiva.

Il match point con 3 giornate d’anticipo nasce anche dal pareggio dell’Inter, incapace di andare oltre allo 0-0 casalingo contro la Fiorentina. Un risultato figlio della grande prestazione di Terracciano, autore di splendide parate e dei pali di San Siro, che hanno impedito a Lukaku e Sanchez di trovare i gol vittoria. I nerazzurri restano così al terzo posto, scavalcati dall’indomabile Atalanta e con la Lazio a rischio avvicinamento: ciò che più conta però, ovvero la qualificazione in Champions, è ormai in archivio.

“Mancano tre partite e i ragazzi sanno che non vogliamo accontentarci, al di là del fatto che l’obiettivo Champions è stato raggiunto con ampio margine – il commento di Conte – Vogliamo giocare in maniera onesta, abbiamo il Genoa che lotta per la salvezza, il Napoli per il quinto posto e infine l’Atalanta. Ma è tanto per vedere la crescita della squadra, il risultato non conta tantissimo: chi arriva secondo è il primo dei perdenti, poi c’è chi si accontenta anche di questo, ma per me non ha alcun significato”.

Successo importante invece per la Roma di Fonseca, che sotterra la povera Spal sotto una vera e propria valanga di gol. Il 6-1 finale infatti conferma tutta la voglia dei giallorossi, impietosi nonostante il confronto con l’ultima in classifica, peraltro già aritmeticamente retrocessa in B. Ma la Roma, evidentemente, non ha alcuna intenzione di fare i tre (!) preliminari di Europa League, ragion per cui ha affrontato il match col piglio giusto, trovando subito il vantaggio con Kalinic (10’) per poi, subito dopo aver incassato il pareggio dell’ex di turno Cerri (24’), dilagare con Carles Perez (38’), Kolarov (47’), Bruno Peres (52’ e 75’) e Zaniolo, autore di un gol semplicemente strepitoso (90’, cavalcata palla al piede di 40 metri e sinistro sotto l’incrocio). Una giocata, quella del giovane talento, che ha lasciato senza parole, sia per il mix di tecnica e potenza, ma soprattutto perché, alla vigilia, veniva dato infortunato: ci si credeva già poco prima, ora però c’è la certezza che non fosse affatto così.

“Il suo è stato un gol importante, così come gli altri – ha glissato Fonseca – Non vogliamo vendere né lui né Pellegrini, ad ogni modo ho visto l’atteggiamento giusto da parte di tutti”.

A chiudere la trentacinquesima sarà invece la Lazio di Inzaghi, che cercherà contro il Cagliari (ore 21.45) i punti che mancano per la qualificazione in Champions. Nell’ambiente biancoceleste regna uno strano clima, quasi che la delusione per non aver retto fino alla fine in chiave scudetto avesse cancellato una stagione comunque straordinaria, nella quale si è andati ben oltre le più rosee aspettative.

“Sappiamo che ci manca ancora la matematica per festeggiare il nostro obiettivo – ha glissato il tecnico laziale – Vogliamo ottenere i 3 punti contro il Cagliari e non sarà semplice, sappiamo tutti il momento che stiamo vivendo e loro, da quando è arrivato Zenga, hanno risolto tanti problemi”.

Serve un ultimo sforzo e Inzaghi proverà a ottenerlo con un 3-5-2 che vedrà Strakosha in porta, Patric, Luiz Felipe e Acerbi in difesa, Lazzari, Parolo, Cataldi, Milinkovic-Savic e Anderson a centrocampo, Immobile e Caicedo in attacco. Stesso sistema di gioco anche per Zenga, che tenterà il colpaccio con Cragno tra i pali, Pisacane, Ceppitelli e Klavan nel reparto arretrato, Faragò, Nandez, Ionita, Rog e Mattiello in mediana, Joao Pedro e Simeone coppia offensiva.

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