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Juve-Milan, spareggio Champions ma occhio all’Atalanta

Dentro o fuori: stasera Juve e Milan si giocano l’ingresso in Champions in un big match dalle mille emozioni – L’Atalanta però vuol riprendersi il secondo posto a Parma mentre la Roma comincia a sognare l’era Mourinho

Juve-Milan, spareggio Champions ma occhio all’Atalanta

Ne resterà una sola. Juventus-Milan (ore 20.45), già importante a prescindere, assume ancor più valore dopo la vittoria del Napoli di ieri, che proietta gli azzurri in piena zona Champions. E visto che un posto è già dell’Inter campione e che l’Atalanta gioca contro il già retrocesso Parma (ore 15), appare evidente come il match di Torino sia una sorta di spareggio, anche se non definitivo visto che poi mancheranno comunque altre tre partite. La sensazione però è che il risultato di questa sera possa indirizzare quasi del tutto la corsa delle due squadre, tanto che la paura di perdere potrebbe essere addirittura superiore alla voglia di vincere. Le pressioni sono altissime, per due società costrette a centrare la Champions a tutti i costi: la Juve per non sprofondare a livello di bilancio, il Milan per non rimandare ulteriormente il proprio rilancio tecnico ed economico.

E poi ci sono i guai che arrivano dall’esterno, in particolare per la Signora, finita nella black list della Uefa assieme a Real Madrid e Barcellona per non aver ancora abbandonato la Superlega, a differenza delle altre 9 (tra cui, per esempio, c’è anche il Diavolo). Il braccio di ferro con la massima istituzione calcistica europea è tiratissimo, tanto che non si può escludere che Nyon usi la mano pesante, squalificando le tre sopraccitate dalle prossime coppe, a prescindere dai risultati del campo. Scenario tutto da dimostrare (il tribunale di Madrid, sede legale della Superlega, ha già definito illegittimo qualsiasi provvedimento di questo tipo), però impossibile da escludere: ulteriore carne al fuoco in una vigilia già bollente di suo. “Il nostro obiettivo è qualificarci sul campo, non guardiamo a ciò che succede fuori – ha glissato Pirlo, prima di parlare della partita -. È stata una settimana ricca di entusiasmo dopo Udine, quella vittoria ci ha caricato tanto e alzato il morale. Ho visto i ragazzi sul pezzo, sono convinto che interpreteranno bene la sfida, c’è grande voglia di far bene”.

Uno spunto potrebbe arrivare dalla gara d’andata, una delle migliori della stagione bianconera: quella sera, dopo il 3-1 di San Siro, si parlò di una Juve da scudetto, pronta a contendere il titolo proprio al Milan. Un girone dopo invece è tutto cambiato e le due squadre si ritrovano a lottare per un posto in Champions, con la consapevolezza che, a meno di qualche colpo di scena, solo una delle due riuscirà ad entrarci. “Ci deve essere utile tutto il percorso che abbiamo fatto, abbiamo la possibilità  di dimostrare di essere diventati una squadra matura, attenta nel leggere situazioni e momenti – l’analisi di Pioli -. Può essere la partita della svolta, possiamo battere il tabù dello Stadium: abbiamo l’energia per portare a termine questo campionato nel modo migliore”. In effetti la cabala dice male ai rossoneri, che nei 13 precedenti in questo stadio hanno ottenuto solo 2 pareggi, entrambi in Coppa Italia, e 11 sconfitte: un disastro insomma, tanto che l’ultimo successo in casa della Juve risale addirittura al 2011 (0-1, gol di Gattuso), anno dell’ultimo scudetto conquistato.

Il Milan dovrà svegliarsi nella notte più importante, quella che può decidere la stagione, al cospetto di una squadra che però avrà esattamente gli stessi stimoli. Pirlo ha recuperato tutti gli uomini, dunque avrà l’imbarazzo della scelta: il suo 4-4-2 vedrà Szczesny in porta, Danilo, De Ligt, Chiellini e Alex Sandro in difesa, Cuadrado, Bentancur, Rabiot e Chiesa a centrocampo, Morata e Ronaldo in attacco. Mossa a sorpresa invece per Pioli, orientato a lasciare in panchina sia Leao che Rebic: il 4-2-3-1 rossonero sarà composto da Donnarumma tra i pali (a proposito, il portiere sarà l’osservato speciale viste le voci di mercato), Calabria, Kjaer, Tomori e Hernandez nel reparto arretrato, Bennacer e Kessié in mediana, Saelemaekers, Brahim Diaz e Calhanoglu alle spalle dell’unica punta Ibrahimovic. A mettere ulteriore benzina potrebbe essere l’Atalanta, che vuole battere il Parma e riprendersi il secondo posto, attualmente del Napoli. La missione non sembra particolarmente proibitiva, tanto più che i ducali sono già aritmeticamente retrocessi in Serie B, a patto però di non prendere la sfida sottogamba e pensare di averla già vinta senza nemmeno scendere in campo.

“Dobbiamo avere il massimo rispetto del Parma: già in passato squadre retrocesse hanno creato problemi a chi aveva invece obiettivi – il monito di Gasperini -. Le motivazioni per noi sono altissime, ma il rischio è incontrare una squadra libera mentalmente e priva di stress, quindi pericolosa”. Il tecnico dunque non si fida, ragion per cui non penserà al turno infrasettimanale col Benevento, schierando così la formazione migliore, al netto dello squalificato Gollini e dell’infortunato Toloi: il 3-4-2-1 nerazzurro vedrà Sportiello in porta, Djimsiti, Romero e Palomino in difesa, Hateboer, De Roon, Freuler e Gosens a centrocampo, Pessina e Malinovskyi alle spalle dell’unica punta Zapata. Nessun obiettivo invece per D’Aversa, che proverà comunque a togliersi una piccola soddisfazione con un 4-3-3 con Sepe tra i pali, Busi, Bruno Alves, Osorio e Pezzella nel reparto arretrato, Sohm, Grassi e Kurtic in mediana, Kucka, Cornelius e Gervinho in attacco.

Nessuna particolare velleità di classifica invece per Roma e Crotone, una già tagliata fuori dalla corsa alle coppe più importanti, l’altra retrocessa in B assieme al Parma. Venerdì però gli ultras giallorossi hanno chiesto a gran voce di finire la stagione con dignità, un po’ per stimolare la squadra in vista del derby con la Lazio, un po’ per dar seguito all’entusiasmo scatenatosi in settimana dopo l’arrivo di Mourinho. Lo Special One sarà sicuramente davanti alla tv, non tanto per il risultato in sé, quanto per farsi un’idea su chi possa far parte della sua Roma. Tutto ciò a Fonseca interessa poco, ma anche lui non vuole rimediare un’altra figuraccia, ragion per cui, dopo il mega turnover delle scorse settimane, torneremo a vedere un 4-2-3-1 competitivo (almeno sulla carta) con Fuzato in porta, Karsdorp, Kumbulla, Ibanez e Santon in difesa, Darboe e Cristante a centrocampo, Pedro, Pellegrini e Mkhitaryan alle spalle di Borja Mayoral. Classico 3-5-2 invece per Cosmi, che tenterà lo scalpo eccellente con Cordaz tra i pali, Djidji, Magallan e Golemic nel reparto arretrato, Molina, Messias, Cigarini, Benali e Reca in mediana, Ounas e Simy in attacco.

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