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Juve e Milan risorgono vincendo in trasferta

La Juve ritrova a Bologna i gol di CR7 (su rigore) e Dybala: vince, convince e consolida il primato in classifica – Ottima prova anche del Milan, che espugna Lecce e torna in corsa per l’Europa

Juve e Milan risorgono vincendo in trasferta

La Juventus risponde presente. A Bologna, con i fantasmi della Coppa Italia ancora presenti e le ombre di Lazio e Inter sullo sfondo, i bianconeri tornano ad alzare la voce, prendendosi 3 punti fondamentali sia per la classifica che per il morale. Il 2-0 del Dall’Ara poi porta le firme di due giocatori tanto importanti quanto discussi come Ronaldo e Dybala, a dimostrazione che i campioni possono anche sbagliare due partite ma alla terza rispondono presente. Non tutto ciò che luccica va però considerato oro: l’infortunio di De Sciglio e l’espulsione di Danilo lasciano Sarri, già privo di Alex Sandro, in piena emergenza terzini, tanto che contro il Lecce, nell’anticipo della 28esima di venerdì, l’unica opzione per il lato sinistro sarà Matuidi, non esattamente un esperto nel ruolo.

Ad ogni modo, alla Signora conviene guardare il lato pieno del bicchiere, anche perché è molto più ricco di quello vuoto: a fronte dei guai, infatti, c’è la quarta vittoria consecutiva in campionato, la terza partita senza subire gol (rigori a parte, ça va sans dire) e una classifica che torna a strizzare l’occhiolino, tanto più che domani la Lazio dovrà affrontare la delicatissima sfida di Bergamo con l’Atalanta. E poi la Juve, al di là delle reti di CR7 su rigore (23’, fallo di Denswil su De Ligt) e del capolavoro di Dybala (36’, sinistro a giro sotto l’incrocio dei pali), ha finalmente mostrato quella fame di vittoria che sembrava essersi smarrita con il lockdown.

“I giornalisti scrivono opinioni, sembrava una squadra in disfacimento invece è prima in classifica, con due pareggi in un momento particolare della stagione – ha puntualizzato Sarri – Sono arrivate troppe critiche, ma si sono rivelate una molla per ritrovare più velocemente la condizione mentale e la forma fisica. Quando finisci la benzina capita di fare più fatica, è chiaro che le individualità di alto livello possono aiutarti ma noi vogliamo sfruttare i campioni il più possibile e supportare i loro inevitabili cali di rendimento. Vogliamo metterli in condizione di esprimersi ed essere una squadra forte in ogni circostanza”.

L’altra copertina di giornata spetta al Milan, finalmente vincente e convincente come non succedeva da tempo. I rossoneri hanno espugnato Lecce con un 4-1 che non ammette repliche, mostrando a tutti di avere ancora qualcosa da dire in questa stagione, o quantomeno di volerci provare. Il Via del Mare, seppur svuotato della sua arma migliore (vale a dire il pubblico, capace sin qui di incidere notevolmente sui risultati di Liverani), non è un campo facile, come hanno capito Juventus e Inter, entrambe fermate sul pareggio, ma i rossoneri ci hanno passeggiato quasi si trattasse di una scampagnata estiva.

Sin dall’inizio si è avuta la sensazione di una squadra sul pezzo, ben organizzata da Pioli, evidentemente deciso a lasciare (Rangnick, al di là delle smentite di rito, è già pronto a prendergli il posto) con un bel ricordo. E così, dopo un paio di occasioni, ecco il gol di Castillejo a rompere la diga leccese (26’) e a mettere il match in discesa, almeno in apparenza. Perché il Lecce, in perfetto stile Liverani, non si è dato per vinto e anzi, dopo aver sfiorato il pari con Lapadula in chiusura di primo tempo, lo ha trovato con Mancosu in apertura di secondo (54’, rigore per un fallo di Gabbia su Babacar).

Sembrava l’inizio di un nuovo match, invece il Milan ha immediatamente rimesso le cose a posto con Bonaventura (55’) e Rebic (57’), portandosi sul 3-1 nel giro di 180 secondi. E quando Leao ha firmato il poker con un tap-in facile facile di testa (72’), si è avuta la certezza che i rossoneri, a differenza di altre volte, non avrebbero più sbagliato, aggiungendo 3 punti alle loro ambizioni europee.

“È un successo importante, avevamo bisogno di vincere questa partita perché crediamo nell’Europa e ci giocheremo tutto in queste 11 che ci restano – il commento di Pioli – Abbiamo le qualità per giocarcela alla pari con tutti, anche se potevamo evitare di rimettere in partita il Lecce. Rangnick? Non mi interessa, voglio solo dedicare il successo a Prati: lui ha fatto la storia del Milan”.

Già, perché dopo la scomparsa di Mario Corso è arrivata anche quella di “Pierino la peste”, una vera e propria leggenda rossonera (indimenticabile la tripletta nella finale di Coppa dei Campioni contro l’Ajax del 1969) e di tutto il calcio italiano (l’Europeo del 1968, l’unico vinto dagli azzurri, lo vide protagonista). Un’altra bruttissima notizia di questo orribile 2020, che non sembra proprio volerci dare tregua.

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