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Italicum: la Consulta decide il 24 gennaio

L’udienza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale è stata fissata per il prossimo 24 gennaio. Dopo il rinvio a data da destinarsi, stabilito ad ottobre, adesso c’è una data certa, anche se non ravvicinata – Sei i possibili profili di incostituzionalità su cui i giudici sono chiamati ad esprimersi, tra i quali premio di maggioranza e ballottaggio, due dei capisaldi dell’Italicum

Italicum: la Consulta decide il 24 gennaio

L’udienza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale è stata fissata per il prossimo 24 gennaio. Dopo il rinvio a data da destinarsi, stabilito ad ottobre, adesso c’è una data certa, anche se non ravvicinata.

I giudici costituzionali dovranno esprimersi su sei possibili profili di incostituzionalità contenuti nell’Italicum e riguardanti alcuni dei capisaldi della legge, dal premio di maggioranza al ballottaggio, passando per i capilista bloccati.

Un passaggio fondamentale per conoscere il futuro politico del Paese. E’ difficile che si stabilisca la data di nuove elezioni prima che i giudici esprimano il loro parere sulla legge elettorale attualmente in vigore e che i principali partiti politici hanno già promesso di modificare. La data allontana dunque la possibilità di tornare alle urne già a febbraio, anche perché il Parlamento non avrebbe nemmeno il tempo di lavorare su una nuova norma o su eventuali modifiche,  e rimanda le possibili elezioni anticipate verso la tarda primavera-estate. 

In base a quanto affermato dal Premier Matteo Renzi, nel discorso in cui ha annunciato l’intenzione di dimettersi, l’onere di produrre una proposta passa nelle mani dei sostenitori del No al referendum costituzionale. Se il Movimento 5 Stelle sembra essere tornato sui propri passi, promuovendo l’estensione dell’Italicum al Senato con alcune modifiche (pochi mesi fa la legge venne definita “fascista” sul blog di Beppe Grillo), Matteo Salvini afferma di voler andare immediatamente alle elezioni con qualunque sistema elettorale, anche se la sua preferenza sarebbe per un sistema elettorale basato sui collegi uninominali (simile al Mattarellum). Silvio Berlusconi invece, contraddicendo l’impostazione maggioritaria sostenuta nella Seconda Repubblica, caldeggia una riforma elettorale basata sul proporzionale.

Dopo la direzione nazionale di mercoledì 7 dicembre si capirà se il Pd formalizzerà in una proposta di legge l’intesa maturata prima del referendum sulle modifiche all’Italicum.

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