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Italia, primo test dopo l’allarme di Moody’s e lo strappo di Calenda nel centrosinistra: occhio allo spread

L’andamento dei Btp e dello spread sarà il primo termometro della percezione che i mercati hanno dell’Italia in piena campagna elettorale – Intanto Exor si prepara a lasciare Piazza affari

Italia, primo test dopo l’allarme di Moody’s e lo strappo di Calenda nel centrosinistra: occhio allo spread

Sale il dollaro, segnano il passo le Borse asiatiche e i futures sui mercati Usa -0,2%. Regna una calma apparente sui listini di agosto in attesa di nuove indicazioni sul fronte dei prezzi. Non suscita particolari reazioni l’approvazione da parte del Senato Usa di una legge per la protezione dell’ambiente che vale, tra sgravi fiscali ed investimenti, 430 miliardi di dollari. Ma l’impatto sul Pil nei prossimi anni non supererà lo 0,1%. 

  • Deboli dopo tre sedute al rialzo, le Borse dell’Asia-Pacific -0,5%, anche se le tensioni militari provocate dalle manovre di Pechino si vanno spegnendo. Tokyo lascia sul terreno mezzo punto, in rosso anche il Kospi coreano -0,2%. Nel mese di giugno, il Giappone ha registrato un forte disavanzo delle partite correnti a 132,4 miliardi di yen, poiché l’aumento delle importazioni ha eclissato le esportazioni.
  • Piatto il Csi 300 di Shanghai: i dati commerciali hanno fatto segnare un forte rimbalzo dell’export +18%.
  • L’apertura europea è vista in lieve rialzo: futures sull’Eurostoxx +0,2%
  • In forte ascesa il dollaro sullo yen. La forbice tra i TBond a 10 anni (2,8140%) e quelli a due anni (3,2136%) è ai massimi dall’agosto 2000: i mercati continuano a credere nella recessione in arrivo l’anno prossimo.
  • Respirano i prezzi del petrolio dopo una settimana nera: il Brent rislae sipra i 95 dollari, Wti e 89 dollari il barile.

I futures segnalano un’apertura lievemente positiva per i mercati europei. Oggi attese le stime dell’indice Sentix sulla fiducia degli investitori dell’Eurozona.

Due ipoteche incombono sulla settimana finanziaria: i dati sull’inflazione Usa, in uscita mercoledì, attesi con grande apprensione dopo l’aumento boom dell’occupazione a luglio (528 mila nuovi posti, il doppio del previsto). Ancor di più nell’Eurozona si guarda alla reazione dei mercati al giudizio negativo (da stabile) di Moody’s sulle prospettive dell’Italia dopo che “la fine del governo Draghi e le elezioni anticipate hanno aumentato l’incertezza politica”. In attesa dell’asta Bot e di quella dei titoli a medio lungo termine, gli operatori guarderanno già stamane l’andamento dello spread, nella prospettiva sempre più concreta di una svolta a destra del Bel Paese che presenta più di un’incognita agli occhi degli investitori, nonostante Palazzo Chigi abbia definito “prematuro”qualsiasi allarme.

Sul fronte macro l’attenzione sarà rivolta all’andamento dell’inflazione, non solo negli Usa, ma anche in Cina e nei Paesi chiave della Ue, Francia, Germania ed Italia. Gli analisti si aspettano in Usa un rallentamento dal 9,1% all’8,7%, per effetto principalmente del calo del prezzo della benzina negli Stati Uniti. Tuttavia l’inflazione core dovrebbe invece accelerare dal 5,9% al 6,1%. La previsione è per un nuovo aumento dei tassi a settembre dello 0,75%: l’aumento dell’occupazione di luglio dimostra che l’economia non sta viaggiando verso la recessione. Contrastate le stime su Wall Street che dai minimi di giugno ha recuperato il 13% nella presunzione che l’ascesa dei tassi fosse ormai al capolinea. L’incertezza dei mercati nel secondo trimestre ha coinvolto anche Berkshire Hathaway; il colosso di Warren Buffett ha registrato una perdita di 43,8 miliardi.

Titoli in vista a Piazza Affari. Eni fa shopping

Eni ha acquisito Export Lng, che detiene l’impianto di liquefazione galleggiante Tango Flng, dice una nota del gruppo petrolifero spiegando che l’impianto sarà utilizzato da Eni in Congo nell’ambito delle attività del progetto di sviluppo del gas naturale nel blocco Marine XII. L’avvio della produzione di Lng da Marine XII è previsto nel 2023, a regime fornirà volumi superiori ai 3 milioni di tonnellate/anno (oltre 4,5 miliardi di metri cubi/anno).

Telecom Italia. L’integrazione della rete fissa di Tim con quella di Open Fiber rimane la “maggiore opportunità” da un punto di vista industriale per il gruppo, che tuttavia mantiene un piano B nella forma di una “rete separata con un partner finanziario”. È quanto detto dall’Ad di Tim Pietro Labriola in un’intervista al Corriere della Sera pubblicata domenica.  

Exor. Ha ricevuto il via libera dall’Autorità olandese per i mercati finanziari (Afm) al prospetto per la quotazione ad Amsterdam, con debutto il 12 agosto. 

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