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Italia, è tempo di uno scatto d’orgoglio

Il nostro Paese sembra aver smarrito il grande senso di responsabilità mostrato durante il lockdown e invece proprio adesso serve un salto di qualità sia per realizzare le riforme che richiede il Recovery Fund sia per rimboccarsi le maniche per riavviare la crescita

Italia, è tempo di uno scatto d’orgoglio

Sarebbe potuto essere un agosto diverso? 

In modo tardivo è arrivata, con il decreto di chiusura delle discoteche, una prima, importante misura di contrasto, alla ripresa del tasso di crescita della pandemia. Da questo aspetto vorrei partire per alcune riflessioni che si estendono alle iniziative del Governo, al Recovery Fund, alla reazione del nostro paese. 

Un “agosto sfrenato” 

L’aumento dei contagi e del tasso di trasmissione sembra determinato da quello che potremmo definire un agosto “sfrenato”. Spiagge sovraffollate (a leggere i giornali locali sembrerebbe che mai lo siano state come quest’anno), discoteche e altri luoghi di assembramento pieni all’inverosimile. Ci sono poi i turisti di ritorno, cioè gli italiani che hanno pensato bene di andare a trascorrere le loro vacanze all’estero, come se le raccomandazioni, le cautele (e il buon senso?) non valessero più. Aggiungiamoci anche badanti e altri lavoratori stranieri che hanno passato le loro ferie nei paesi di origine (nei Balcani, per esempio, dove la pandemia imperversa) e ora stanno gradualmente tornando.  

Nell’elenco, non è una svista, ho trascurato di menzionare gli stranieri in vacanza in Italia, il loro impatto infatti appare trascurabile. Proprio a fine luglio L’ENIT, l’Agenzia Nazionale per il Turismo, stimava per quest’anno cinquantacinque milioni di turisti in meno, pari a un calo del 55% rispetto a quelli dello scorso anno. Dalla Germania le cancellazioni verso l’Italia, negli ultimi due mesi sono oscillate tra -83,7% e -75,7%, in Francia le prenotazioni annullate sono state tra il – 64,9 e il – 79,1%, nel Regno Unito da -86,5% a -90,6%. Dunque, i nostri vicini europei anch’essi colpiti pesantemente dalla pandemia, si son ben guardati dal programmare viaggi in Italia.  

Stiamo quindi parlando di una vacanza e un’epidemia, tutta nostrana 

In questo quadro di vacanza nazionale, è forse opportuno ricordare che a dicembre, l’economia italiana avrà raggiunto un picco negativo senza precedenti negli ultimi decenni. Le stime danno un PIL a -14,3% (fonte ISTAT, allineato all’ OCSE che stima -14,0%, mentre Banca d’Italia prevede -13,1%). Proprio questa situazione eccezionale aveva portato il Governo italiano ad una trattativa aspra e lunga con l’UE, riuscendo alla fine ad ottenere mezzi per 173 miliardi, 82 di questi a fondo perduto. 

Cosa intende fare il Governo con i fondi ottenuti?  

Celebrata la storica vittoria contro l’austera Europa, il tema è semplicemente scomparso dalle news e presumibilmente dalle agende della politica. Prima e dopo la data dell’accordo sul Recovery Fund, il Governo si è limitato a varare una serie di decreti, uno di seguito all’altro e tutti uguali nell’impostazione. Micro incentivi a pioggia, palliativi, bonus vacanze e bonus bici comprese.   

Aldilà dell’effimero impatto sull’economia, appaiono per quel che sono: mezzucci pensati da chi manca di un disegno più ampio, mentre l’interesse sembra rivolto principalmente alla base elettorale. Non fosse stato così, sarebbe davvero apparsa indispensabile l’apertura di bar, discoteche e sale bingo? Non sarebbe stato più responsabile pensare al controllo della pandemia in vista di momenti veramente critici, come ad esempio, quello della riapertura delle scuole, verso cui si sta andando impreparati e inconsapevoli?

Dignità nazionale

Durante la negoziazione con l’UE, i paesi Frugali sono apparsi così ostili verso l’Italia, da suscitare non pochi sentimenti antieuropei. Che avessero in fondo ragione? Forse pensavano proprio a ciò che sta accadendo, che una volta ottenuto il Recovery Fund l’Italia avrebbe continuato ad agire assecondando i peggiori luoghi comuni, quelli che considerano il nostro paese superficiale e spendaccione. 

Del preoccupante silenzio del Governo, come ancora dell’ancora più inquietante assenza di idee dei partiti si è accennato. E le imprese? La società civile? Giusto due mesi fa si era parlato, tra aziende e sindacati, della possibilità di lavorare in agosto, per recuperare gli ordini ricevuti nel periodo del lockdown. Ricordiamo che Ferragosto non si celebra né in Olanda né in Germania, né in UK (giusto per citare qualche paese a noi vicino). 

Non sarebbe suonata come una prova di buona volontà rinunciare quest’anno alle ferie, magari accumulandole tutte a fine d’anno e cercare di recuperare un po’ di fatturato? Non sarebbe importante immaginare, per una volta, una mobilitazione di risorse con il fine di rilanciare l’economia del nostro paese? Magari dandosi un obiettivo proprio, nazionale, non dipendente dagli aiuti europei, di recupero del PIL entro fine anno? Anche solo un +0,0 e qualcosa %? Un impegno serio, da assumere a livello di ogni singolo operatore economico e del paese nel suo assieme? 

Penso sarebbe stato un motivo di orgoglio e dignità nazionale e una risposta diretta ai dubbi dei Frugali. Che dire infine della società? Il senso di responsabilità degli italiani, tante volte celebrato da Governo e organi di stampa nel periodo del lockdown: è scomparso o non c’è mai stato? Ieri tutti a casa e oggi tutti ammassati in spiagge, ecc. Forse invece del virtuoso senso civico hanno agito con maggior efficacia le auto dei carabinieri, della polizia, dei vigili urbani, che si aggiravano nelle strade deserte per dissuadere dalla violazione delle regole del lock down? 

Ho letto commenti di genitori che dicevano come fosse giusto che i loro figli provati dall’esame di maturità (quest’anno poi…) si facessero delle vacanze. Prendendosi anche il Coronavirus all’estero, in spiagge e discoteche alla moda. Leggiamo in questi giorni che la vendemmia (prematura) sarà difficile,anche per l’assenza dei lavoratori immigrati. C’è da aspettarsi che difficoltà simili si presenteranno giusto tra un mese o poco più, per la raccolta delle olive. 

Uva e olive, due grandi eccellenze italiane 

Non si sarebbe potuto dare ai giovani l’opportunità di partecipare alle vendemmie e alla raccolta e spremiture delle olive? Ce ne sono tanti, di giovani italiani ed europei, che in dicembre vanno a lavorare in Australia, dove è estate, per raccogliere frutta e ortaggi, vivono in strutture collettive, guadagnano soldi che serviranno al loro ritorno, per lo studio e per lo svago. Sarebbe stato così difficile mobilitarli su un obiettivo concreto? È questa solo una mancanza di idee? 

Difficile dirlo. Certamente, oggi, viviamo un mondo in cui chi fa politica è abissalmente separato dalla realtà, non è preparato e non ha alcuna capacità di attrarre, affascinare, catalizzare interessi. Non sa parlare ai giovani. Mentre dunque si va ad elemosinare, con motivazioni più o meno coerenti, aiuti dall’Europa, si è incapaci di esprimere alcun tipo di disegno o progetto in grado di rafforzare la compattezza di una nazione. 

Al popolo sono distribuiti incentivi a pioggia per spendere soldi, invece che idee e valori per suscitare in tutti la fierezza e l’orgoglio di poterli restituire, un giorno, quei soldi, anche andando, perché no, a vendemmiare. In un anno di pandemia.  

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