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Italia e Serbia firmano intesa di cooperazione energetica per centrali idroelettriche nei Balcani

In base all’accordo, che coinvolge anche Ems e Terna, il prezzo dell’energia ottenuta da fonti rinnovabili è stato fissato a 155 euro per megawattora. E’ il primo dei “progetti comuni” previsti dalla direttiva europea, recepita dall’Italia nel marzo scorso, sulle fonti alternative. Gli investimenti attivati in seguito all’intesa ammontano a circa 800 mln.

Italia e Serbia firmano intesa di cooperazione energetica per centrali idroelettriche nei Balcani

Italia e Serbia hanno siglato oggi un accordo energetico che riguarda lo sviluppo delle fonti rinnovabili e la cooperazione industriale tra investitori italiani e serbi per la costruzione di centrali idroelettriche nei Balcani. L’intesa, che coinvolge anche gli operatori di trasmissione del sistema elettrico della Serbia, Ems, e dell’Italia, Terna, è stata firmata dal ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani, e dal ministro delle Infrastrutture, Milutin Mrkonjic. Il prezzo dell’energia elettrica, ottenuta da fonti rinnovabili, è stato fissato a 155 euro per megawattora.

In base al patto l’energia prodotta dalle centrali idroelettriche sarà rivolta al consumo del mercato italiano, cui arriverà tramite l’interconnessione elettrica tra Serbia e Montenegro e, da quest’ultimo, verso l’Italia mediante l’elettrodotto già programmato. Si tratta del primo dei “progetti comuni” previsto dalla Direttiva europea, recepita dall’Italia nel marzo scorso, sulle fonti rinnovabili. Gli investimenti attivati in seguito all’accordo ammontano a circa 800 milioni di euro per la costruzione delle centrali sui fiumi Ibar e Drina, che si aggiungono ai 775 milioni già stanziati per il collegamento Italia-Montenegro che sarà effettuato da Terna.

“Sono molto soddisfatto dell’intesa finalizzata oggi – ha commentato Romani – Un aspetto fondamentale di questa cooperazione è la realizzazione congiunta dei progetti di produzione di energia da fonti rinnovabili presenti già negli accordi che firmammo nel 2009. Questi progetti convergono verso due interessi reciproci: quello italiano di investire sullo sviluppo di piani congiunti per contribuire al raggiungimento nel 2020 dell’obiettivo del 17% di fonti rinnovabili fissato in ambito europeo, e quello dei Paesi dell’area balcanica di sviluppare le loro fonti interne”.

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