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Italia, c’era una volta la grande industria: “Dalla Montedison a Baghdad”, un libro di Lino Cardarelli

La presentazione a Bologna del libro di Cardarelli, edito da Guerini e curato da Gianfranco Fabi, è stata l’occasione – anche grazie all’intervento di Romano Prodi – di rileggere la straordinaria avventura industriale dell’Italia ma anche di focalizzare temi e problemi del presente e del futuro delle imprese e del nostro Paese

Italia, c’era una volta la grande industria: “Dalla Montedison a Baghdad”, un libro di Lino Cardarelli

Uno sguardo, con un po’ di nostalgia, al passato, ma anche la volontà di far tesoro dell’esperienza per guardare con costruttiva fiducia al futuro. È questo il messaggio che è emerso nell’incontro dei giorni scorsi che a Bologna ha visto gli interventi Romano Prodi, Piero Gnudi e Franco Mosconi, coordinati da Giancarlo Mazzuca, alla presentazione del libro di Lino Cardarelli “Dalla Montedison a Baghdad” edito da Guerini e curato da Gianfranco Fabi.

Il libro di Lino Cardarelli

Come ha spiegato lo stesso Cardarelli il libro è nato dalla sua volontà di lasciare ai nipoti la testimonianza della sua vita, una vita iniziata in una famiglia dignitosamente modesta in quartiere popolare di Parma e che lo ha portato ai vertici delle maggiori imprese e di grandi banche per poi proseguire nell’ambito pubblico con la riorganizzazione del ministero delle Infrastrutture, con la responsabilità della ricostruzione in Iraq, con l’avvio dei primi passi dell’Unione per il Mediterraneo.

Molte di queste esperienze, è stato osservato, possono essere molto utili per far capire ai giovani le logiche manageriali, la passione nel trovare le soluzioni, la necessità di comprendere lo scenario economico e politico in cui si muovono le imprese. Così come è utile riflettere sui grandi cambiamenti, così come le grandi occasioni perdute, che hanno caratterizzato la storia industriale dell’Italia negli ultimi cinquant’anni. E magari capire il perché una grande e vera multinazionale, come la Montedison, con posizioni di avanguardia nell’industria chimica, sia stata prima risanata e con Cardarelli messa in condizioni di competere a livello internazionale, e poi si sia persa nei giochi incrociati delle ambizioni private e dei compromessi pubblici. 

Dalla politica industriale agli aiuti di Stato e al Pnrr

È forse troppo tardi per ritrovare una vera ed efficace politica industriale così come per mettere a sistema il grande dinamismo che dimostrano piccole e medie imprese. Ma non può essere troppo tardi per definire temi, come quello degli aiuti di Stato, che sono ritornati di stretta attualità in questa fase in cui si sommano gli effetti della pandemia e dell’aggressione russa all’Ucraina con le ricadute in termini di prezzi dell’energia e di inflazione.

Troppo spesso, è stato notato, quello del divieto di aiuti di Stato è diventato un totem intoccabile, ma le strategie degli altri grandi paesi europei dovrebbero far riflettere sulle reali necessità e opportunità dell’economia italiana pur con uno stretto legame con la realtà e le regole europee.

L’incontro è stata così anche l’occasione anche per discutere i temi di attualità, come la messa in opera dei progetti realizzabili grazie ai finanziamenti europei del Pnrr. Anche in questo ambito sono emerse le difficoltà di un sistema complesso per definire e attuare piccole o grandi opere, così come per scegliere quello che può effettivamente costituire un moltiplicatore delle attività economiche. Difficoltà, tuttavia, che possono essere superate se prevale la logica della serietà e della competenza così come dell’interesse generale rispetto alle tentazioni localistiche o particolaristiche. E in questa prospettiva il libro di Cardarelli e la sua esperienza possono essere illuminanti.

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