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Italia-Argentina: accordo sui tango bond. I risparmiatori avranno il 150% del capitale nominale

I due Paesi hanno raggiunto un’intesa preliminare: i 50mila italiani che non accettarono gli swap proposti da Buenos Aires avranno il 150% dell’importo originario in conto capitale, ovvero un interesse nominale del 2,74% annuo, corrispondente allo 0,82% reale – I tempi: una settimana-dieci giorni.

Italia-Argentina: accordo sui tango bond. I risparmiatori avranno il 150% del capitale nominale

Il Ministero del Tesoro e della Finanza Pubblica della Repubblica Argentina e la Task Force Argentina (Tfa) dell’Abi hanno raggiunto un accordo preliminare per risolvere la controversia legata ai tango bond. Dell’accordo beneficeranno i 50mila italiani che non accettarono gli swap proposti da Buenos Aires. E’ la svolta voluta e impressa dal nuovo presidente Mauricio Macri.

Secondo i termini, l’Argentina definirà tutte le richieste fondate sul diritto internazionale relative alle obbligazioni in default detenute dagli individui rappresentati dalla Tfa per un pagamento in contanti pari al 150% dell’importo originario in conto capitale di tali obbligazioni, che naturalmente sono state falcidiate dall’alta inflazione..

La controversia era basata, spiega una nota, “sul Trattato bilaterale Italia-Argentina nell’arbitrato presso il Tribunale Icsid della Banca Mondiale in cui si è richiesto il risarcimento dei danni per violazione dei diritti derivanti dal diritto internazionale di circa 50.000 obbligazionisti retail italiani detentori di circa 900 milioni di dollari di bond argentini in default rappresentati dalla Task Force Argentina”.

In serata, si sono chiariti anche i tempi di rimborso: “Entro una settimana, o dieci giorni, ognuno verrà avvicinato dalle banche per dare il suo assenso». Nicola Stock – Presidente della Task Force Argentina – intervenuto a Cuore e Denari su Radio 24 stima così i tempi entro i quali gli istituti dovrebbero contattare i risparmiatori – oltre 50mila italiani – che avevano investito nei “Tango Bond” al momento del default dell’Argentina del 2001, e che in tutti questi anni si sono affidati alla Tfa (la task force delle banche) senza accettare le ristrutturazioni del 2005 e del 2010.

Una restituzione che, in base agli accordi stretti nel fine settimana, sarà pari al 150% del valore nominale, pari a un interesse nominale del 2,74% annuo, che nella sostanza – al netto dell’inflazione – significa lo 0,82% reale. “La certezza è che se ho investito 100, ricevo adesso 150», ha proseguito Stock che, riferendosi alle eventuali procedure a carico dei risparmiatori, ha chiarito: «Noi non abbiamo rappresentato le banche, ma gli obbligazionisti. Per questo saranno loro a dover mettere una crocetta e una firma – dando il loro assenso – laddove noi diciamo “lei ha investito tanto, e di questa cifra riceverà il 150% in contanti. Quest’ultimo aspetto (quello della restituzione immediata e in contanti, ndr) verrà ben esplicitato».

Stock ha anche precisato che dovrà essere, in ogni caso, la banca a far partire una procedura di segnalazione al risparmiatore, per l’appunto entro una decina di giorni: «Stiamo predisponendo già da adesso una lettera alle banche che rappresentano questi clienti. Le banche avvicineranno subito i clienti per avere l’accettazione di questo accordo», ha concluso.

(aggiornato alle 16,53 di mercoledì 3 febbraio 2016)

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