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Istat, Giovannini: “Segnali positivi, ma attenzione al risparmio”

“Ulteriori segnali incoraggianti, ancorché non univoci, sono emersi anche nelle ultime settimane” – In ogni caso, secondo l’Istituto, la sempre minore tendenza al risparmio delle famiglie italiane potrebbe causare ulteriori effetti recessivi – Dalla legge di stabilità, “le famiglie con figli, soprattutto se minori, risultano avere benefici inferiori”.

Istat, Giovannini: “Segnali positivi, ma attenzione al risparmio”

Nelle “ultime settimane” sono emersi “ulteriori segnali incoraggianti” per l’economia italiana, ma sui dati serve comunque cautela. Lo ha sottolineato questa mattina il presidente dell’Istat Enrico Giovannini in un’audizione sulla legge di stabilità davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

Un mese fa l’Istituto “segnalava come l’analisi della congiuntura rivelasse alcuni primi, seppur timidi, segnali positivi. Ulteriori segnali incoraggianti, ancorché non univoci, sono emersi anche nelle ultime settimane – ha spiegato Giovannini -. Tuttavia la cautela nell’interpretazione di questi dati è d’obbligo, vista la difficoltà a destagionalizzare, in una fase congiunturale incerta come l’attuale, i dati relativi al mese di agosto”.

In ogni caso, dalla sempre minore tendenza al risparmio delle famiglie italiane potrebbero derivare ulteriori effetti recessivi: “La predisposizione delle famiglie a operare riduzioni del tasso di risparmio per attenuare gli effetti della compressione dei redditi sui propri modelli di consumo è uno dei fattori di rischio dell’attuale situazione economica – ha continuato Giovannini -. L’eventuale prevalere di comportamenti precauzionali, indotti da un peggioramento marcato e prolungato della percezione e delle attese sull’evoluzione del reddito potrebbe, infatti, generare ulteriori effetti depressivi”.

A proposito della legge di stabilità, se l’incremento dell’Iva avrà un “completo e immediato trasferimento sui prezzi al consumo”, la manovra interesserà “complessivamente” prezzi di beni e servizi relativi a “quasi l’80% della spesa per consumi”, ha proseguito il presidente dell’Istat.

Quanto al taglio di un punto delle prime due aliquote Irpef e alla rimodulazione di detrazioni e deduzioni, la riduzione d’imposta media per famiglia sarà pari a 240 euro l’anno. In particolare, secondo i calcoli dell’istituto, le misure considerate comportano un beneficio medio di 340 euro l’anno per il 77,7% delle famiglie e un aggravio di circa 290 euro per il 7,4%, mentre per il rimanente 14,9% delle famiglie l’effetto sarà sostanzialmente nullo.  

In generale, “le famiglie con figli, in particolare se minori, risultano avere benefici inferiori rispetto alla media“. Lo svantaggio risulta più evidente se i figli sono minorenni “o comunque ancora impegnati negli studi o non economicamente autosufficienti poiché si lega al fatto che la cura dei figli riduce la probabilità di occupazione delle madri e, per quelle occupate, costituisce un ostacolo al conseguimento di maggiori guadagni”.

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