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Istat, consumi energia: spesi 1.635 euro a famiglia

Il dato è relativo al 2013 – Forti le differenze territoriali – Le famiglie dichiarano di aver effettuato investimenti sul fronte del risparmio energetico negli ultimi 5 anni per diverse ragioni: oltre la metà per ridurre le spese per l’energia elettrica, il 21% per le spese di riscaldamento dell’abitazione e il 15% per il riscaldamento dell’acqua.

Istat, consumi energia: spesi 1.635 euro a famiglia

Nel 2013 le famiglie italiane hanno pagato complessivamente per consumi energetici oltre 42 miliardi di euro, con una spesa media per famiglia pari a 1.635 euro. A renderlo noto è un rapporto diffuso dall’Istat, che rileva forti differenze territoriali nella spesa: al Nord, infatti, l’importo dei consumi supera di circa il 30% quello registrato al Sud, con un surplus di 400 euro.

La spesa media annua cresce in ragione sia del numero dei componenti della famiglia sia della loro età. Una famiglia monocomponente giovane spende in media circa 650 euro in meno rispetto a una coppia con tre o più figli. Gli impianti di riscaldamento dell’abitazione restano accesi tutti i giorni durante la stagione invernale per l’87% delle famiglie, con sensibili differenze territoriali (98% a Bolzano e 62% in Sicilia).

L’impianto di riscaldamento viene utilizzato, in media, per circa otto ore al giorno. Anche in questo caso si rilevano differenze territoriali molto evidenti: le famiglie residenti al Nord lo accendono in media due ore in più rispetto a quelle del Centro e tre ore e mezzo in più rispetto a quelle del Mezzogiorno.

La quasi totalità delle famiglie risiede in abitazioni dotate di impianto di riscaldamento degli ambienti e dell’acqua, mentre i sistemi di condizionamento sono molto meno diffusi: ne sono in possesso solo 3 famiglie su 10, con picchi verso il basso in Valle d’Aosta (solo l’1,5% delle famiglie) e verso l’alto in Sardegna (quasi il 50%).

Le famiglie dichiarano di aver effettuato investimenti sul fronte del risparmio energetico negli ultimi 5 anni per diverse ragioni: oltre la metà per ridurre le spese per l’energia elettrica, il 21% per le spese di riscaldamento dell’abitazione, il 15% per il riscaldamento dell’acqua e, infine, il 10% per il condizionamento.

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