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Iran, parla la vicepresidente Masoumeh Ebtekar: donne, sfida al terrorismo, accordi sul nucleare

LA VICEPRESIDENTE DELL’IRAN, Masoumeth Ebtekar, parla alla SIOI sui rapporti con l’Italia ma anche sul ruolo delle donne e sull’educazione nella Repubblica Islamica di Teheran, sulla lotta al terrorismo, sui passi avanti negli accordi sul nucleare a Vienna, sulle sanzioni internazionali

Iran, parla la vicepresidente Masoumeh Ebtekar: donne, sfida al terrorismo, accordi sul nucleare

Alla presenza del Vice Presidente della Società Internazionale per l’Organizzazione Internazionale (SIOI), Riccardo Sessa, e in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran in India, si è svolta ieri una conferenza tenuta dalla Vice Presidente dell’Iran S.E. Masoumeh Ebtekar, che ha illustrato un viaggio culturale e filosofico intorno all’importanza dello scambio di valori tra società e alla tolleranza inter e intra-nazionale. A tal proposito, Ebtekar ha ricordato con orgoglio di far parte di un Governo di coalizione tra riformisti e conservatori moderati, un esecutivo che amministra una società con profonde differenze al suo interno – sia religiose che etniche (importante la presenza dei Kurdi, così come fornita è la componente islamica). 

La Vice Presidente ha affrontato il tema delle relazioni internazionali tra uno Stato del Medio Oriente e la comunità occidentale. “Importante – ha detto – l’accordo sugli arsenali nucleari siglato a Vienna pochi giorni fa, ma c’è da fare ancora molto sul campo delle relazioni multi e bi-laterali”. Ad esempio, la vice Presidente iraniana ha sottolineato che le sanzioni internazionali (di cui è oggetto proprio l’Iran – ma anche la Russia di Putin) sono uno strumento che non sortisce gli effetti sperati, ma che al contrario frena la crescita e lo sviluppo dei Paesi che ne sono colpiti: “Gli sforzi che stiamo facendo per liberalizzare il nostro Paese, come l’aver aperto molti quotidiani e periodici negli ultimi mesi, o aver messo mano all’economica per attrarre investitori pubblici e privati, o ancora lo star cercando soluzioni efficaci per scelte efficienti in tema di politiche agricole, sono spesso resi vani dalle pesanti sanzioni internazionali che dobbiamo ossequiare”.

Quanto al ruolo della donna nella società, Ebtekar ha sottolineato come negli ultimi dieci anni circa il 60% degli iscritti alle Università siano donne, nonostante non esistano delle quote rosa stabilite per legge. Data la vicinanza dell’evento con la giornata contro la violenza delle donne (25 Novembre), era quindi ovvia la domanda dalla platea sul ruolo dell’Iran nella difesa dei diritti umani, in particolare quelli delle donne, alla luce dell’impiccagione di Reyhaneh Jabbari – ragazza condannata a morte per aver ucciso il suo stupratore (anche se la vicenda non è stata pienamente chiarita dalla sentenza). La vice Presidente non ha preso una netta posizione, limitandosi a ricordare come il processo sul caso di specie sia stato un procedimento molto lungo e soprattutto molto complicato. 

Altra questione sorta dal pubblico è stata quella relativa al ruolo che l’Iran vuole giocare nella crescente minaccia del terrorismo. L’avvicinamento tra gli Usa e l’Iran sul nucleare (con gli accordi di Vienna) può significare una convergenza di politiche anche sul fronte della guerra all’Isis? Ebtekar ha condannato ogni tipo di violenza terroristica che sfoci in stragi sistematiche di un grande numero di civili innocenti, ma ha anche evidenziato il ruolo dei media internazionali, che secondo la vice Presidente troppo spesso tendono a dipingere tutti gli Stati medio-orientali come Stati islamici e terroristi: “E’ da poco meno di un decennio che l’Iran non si macchia di aggressioni internazionali. Le derive violente e deliranti che molte formazioni terroristiche assumono sono solamente uno stravolgimento d’insegnamenti religiosi, che come tali sono e dovrebbero rimanere sani”. La vice Presidente Iraniana ha insomma glissato su cosa il suo Paese intenda fare per fermare una minaccia che passa molto vicina ai suoi confini. Ebketar ha però auspicato un sempre più intenso lavoro tra l’Iran e Paesi come l’Italia sul tema dell’integrazione, e, soprattutto, della comprensione reciproca. 

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