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Intesa Sanpaolo: inflazione core sotto il 4% a fine anno, profitti e salari determinanti

Secondo la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo sull’inflazione influiranno due forze opposte: la crescita salariale e la riduzione dei margini

Intesa Sanpaolo: inflazione core sotto il 4% a fine anno, profitti e salari determinanti

Lo scenario della dinamica dei prezzi al consumo dipenderà dall’evolversi di due forze opposte: la crescita salariale da un lato e la riduzione dei margini dall’altro. Questo quanto emerge dal report “Area euro: il ruolo dei profitti tra le determinanti dell’inflazione” della direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo che, nel complesso, confermano un rallentamento dell’inflazione core poco al di sotto del 4% a fine 2023.

Intesa: profitti in crescita dal 2021

Dalla seconda metà del 2021, i profitti sono cresciuti rapidamente in tutti i settori, in particolare nei servizi ad alta intensità di contatti e nell’energia. “Al momento, l’aumento dei profitti unitari spiega ancora gran parte della crescita del deflatore del PIL, ma le retribuzioni sono in fase di recupero”, si legge nel report.

Secondo gli economisti di Intesa, l’indebolimento della domanda e la ripresa dei salari dovrebbero favorire un rallentamento della crescita dei profitti unitari nei prossimi trimestri, in particolare nel settore manifatturiero. L’incertezza è più elevata nel settore dei servizi, più esposti all’aumento del costo del lavoro ma anche all’evoluzione futura della domanda, che per ora resta robusta.

La Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo prevede che la crescita dei margini unitari dovrebbe raffreddarsi abbastanza rapidamente nel corso del 2023, “poiché il raffreddamento della domanda renderà più difficile per le imprese mantenere prezzi elevati, mentre la forte crescita dei salari inciderà sui margini unitari”, spiega il documento.

Inflazione tra crescita salari e riduzione dei margini

Lo scenario di inflazione dipenderà quindi dall’evolversi di due forze che agiranno in senso opposto: da un lato, una crescita salariale più sostenuta potrebbe mantenere l’inflazione su livelli elevati più a lungo; dall’altro, la prospettiva di margini più contenuti, soprattutto sul mercato dei beni, agirà in senso disinflazionistico.

“Nel complesso, confermiamo il nostro scenario centrale, che vede un rallentamento dell’inflazione core poco al di sotto del 4% a fine 2023”, conferma lo studio, secondo cui i rischi sullo scenario di base sono verso l’alto, e concentrati sul settore dei servizi. “Se le imprese dovessero decidere di trasferire i maggiori costi dovuti agli aumenti salariali sui consumatori, il rischio di una spirale profitti-salari-prezzi si farebbe più concreto, ma allo stesso tempo concentrato nei servizi”, concludono .

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