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Intesa Sanpaolo dice addio alla Russia: via libera di Putin alla cessione delle attività 

Dopo la guerra Intesa aveva annunciato di voler abbandonare la Russia, ma l’uscita era resa complicata dalle sanzioni occidentali e dalle restrizioni imposte da Putin. Ora il presidente russo ha dato via libera all’addio

Intesa Sanpaolo dice addio alla Russia: via libera di Putin alla cessione delle attività 

Dopo un anno di tentativi, Intesa Sanpaolo può finalmente cedere i suoi asset in Russia. Il presidente russo Vladimir Putin ha infatti firmato un decreto che consente alla banca guidata da Carlo Messina di vendere o trasferire il 100% delle sue attività a Mosca e dintorni. La notizia è stata rivelata da Bloomberg e confermata dai media di Stato russi che hanno pubblicato il testo del provvedimento che dà il via libera ad “operazioni comportanti direttamente o indirettamente la costituzione, modifica, cessazione dei diritti di proprietà, uso e/o disposizione sul 100% delle azioni”.

Intesa Sanpaolo via dalla Russia

Intesa opera a Mosca da oltre 20 anni. Il 16 marzo scorso, la banca guidata da Carlo Messina aveva fatto sapere di avere 28 filiali e 980 dipendenti nel Paese, con crediti alla clientela russa pari a circa l’1% dei crediti a clientela totali del gruppo Intesa Sanpaolo.

Poco dopo l’inizio della guerra la banca – come molte altre società – aveva annunciato l’intenzione di voler abbandonare il mercato e da allora ha ridotto la sua esposizione di oltre il 75%, degli oltre 2,7 miliardi di euro del giugno 2022, portandola ad appena lo 0,2% del totale dei prestiti alla clientela.

L’uscita definitiva dalla Russia è stata però resa più complicata da un lato dalle sanzioni occidentali che colpiscono i potenziali acquirenti delle banche, dall’altro da Putin stesso che ha deciso di inasprire i requisiti di uscita allo scopo di fermare la diaspora dovuta alla guerra. 

Adesso finalmente la situazione si sarebbe sbloccata e il presidente russo avrebbe dato il via libera all’uscita di Intesa Sanpaolo tramite un’ordinanza che, secondo alcuni osservatori, potrebbe rappresentare un cambio di rotta del Cremlino, spianando la strada ad altri istituti finanziari decisi ad abbandonare la Russia.

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