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Intelligenza artificiale: nel Regno Unito il primo vertice globale sulla sicurezza, Londra punta sull’Autorità di controllo

Il summit è previsto per l’autunno 2023. A luglio il ministro degli Esteri britannico convocherà il primo incontro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul tema, in preparazione del summit. Il Regno Unito spinge per diventare centro di controllo del settore

Intelligenza artificiale: nel Regno Unito il primo vertice globale sulla sicurezza, Londra punta sull’Autorità di controllo

Il Regno Unito ospiterà il primo vertice globale sulla sicurezza dell’intelligenza artificiale nell’autunno del 2023. Londra non lo dice certamente ma è chiaro l’intento di proporsi per la sede di un’Autorità di regolamentazione internazionale sull’IA. Intanto è arrivato l’annuncio del vertice dal primo ministro britannico, Rishi Sunak, durante la visita a Washington per parlare con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. L’incontro tra i due leader, tra i suoi obiettivi aveva quello proprio di discutere dei rischi legati all’intelligenza artificiale, le misure per mitigarli e lo sviluppo responsabile di queste tecnologie. “Ci siamo accordati – ha detto il primo ministro – per lavorare insieme sulla sicurezza dell’IA a livello multilaterale”. Il Summit, la cui data precisa non è ancora stata definita, riunirà i paesi con un approccio simile all’intelligenza artificiale per stabilire una forma di regolamentazione.

“I progressi dell’IA continuano a migliorare la nostra vita, dall’aiutare le persone paralizzate a camminare alla scoperta di antibiotici che uccidono superbatteri. Tuttavia, lo sviluppo dell’IA è estremamente veloce e questa rapidità di cambiamento richiede una leadership agile. Ecco perché il Regno Unito sta agendo, perché abbiamo il dovere globale di garantire che questa tecnologia venga sviluppata e adottata in modo sicuro e responsabile” si legge nella nota del governo inglese.

Obiettivo del Regno Unito è diventare il leader nel settore dell’IA

Il Regno Unito sta cercando di posizionarsi come leader nel settore dell’intelligenza artificiale, sfruttando la sua posizione privilegiata come terzo paese al mondo per la dimensione dell’industria dell’IA, dopo gli Stati Uniti e la Cina. Il paese conta circa 50.000 persone impiegate nel settore e un fatturato annuo di oltre 3,7 miliardi di sterline. L’obiettivo del summit, oltre a regolamentare a discutere sulle regole internazionali da mettere in campo per mitigare i rischi posti dall’intelligenza artificiale, sarebbe anche quello di creare un’agenzia specifica (sul modello dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica) che abbia la sede nel territorio inglese.

Intanto, il ministro degli Esteri, James Cleverly, ha annunciato che a luglio convocherà il primo incontro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle opportunità e i rischi dell’IA per la pace e la sicurezza internazionale, in preparazione proprio del vertice autunnale.

“L’intelligenza artificiale potrebbe trasformare le nostre vite in meglio se utilizzata in modo sicuro e protetto. Nessun paese può facela da solo: servirà uno sforzo globale. Ma con la nostra competenza e impegno per un sistema internazionale aperto e democratico, il Regno Unito si schiererà insieme ai nostri alleati per fare da guida” ha scritto su Twitter il premier inglese Rishi Sunak.

Corsa alla regolamentazione dell’intelligenza artificiale

La corsa a regolamentare l’intelligenza artificiale è partita dopo l’allarme lanciato dai maggiori esperti di IA. Lo stesso creatore di ChatGPT, Sam Altman (Ceo di OpenAi), durante un’audizione al senato Usa, aveva lanciato un nuovo allarme sull’intelligenza artificiale che “se lasciata libera può fare male al mondo”.

L’Unione Europea si è mossa da tempo per arrivare ad un accordo sulla prima legge in materia di intelligenza artificiale. L’AI Act è un pioneristico regolamento che si applicherebbe uniformemente in tutti gli Stati membri dell’UE contenente 85 articoli e allegati. Sarebbe il primo testo legislativo che mira a regolare in modo completo il campo dell’IA. L’AI Act è in discussione e deve passare ancora vari procedimenti, tra cui quello del Consiglio, ma potrebbe non entrare in vigore prima del 2025. Intanto, l’Unione si è attivata in altro modo per arginare l’IA. Recentemente ha proposto alle società che fanno parte del Codice di Condotta dell’UE di introdurre un bollino per identificare i contenuti generati dall’intelligenza artificiale in modo da contrastarne la disinformazione.

In aggiunta, durante la riunione ministeriale del Consiglio commercio e tecnologia UE-USA che si è tenuta a Lulea, in Svezia, l’UE ha siglato con gli Stati Uniti una dichiarazione congiunta per arrivare ad un codice di condotta comune sull’uso dell’intelligenza artificiale. “L’Unione europea e gli Stati Uniti riaffermano il loro impegno a favore di un approccio all’AI basato sul rischio, per far progredire tecnologie di AI affidabili e responsabili. La cooperazione sui nostri approcci è fondamentale per promuovere un’innovazione responsabile, che rispetti i diritti e la sicurezza e garantisca che l’AI fornisca benefici in linea con i nostri valori democratici condivisi” si legge nel documento congiunto. Il Regno Unito vorrebbe, invece, posizionarsi come mediatore tra l’approccio più rigido dell’Unione Europea e quello più rilassato degli Stati Uniti nell’ambito della regolamentazione dell’intelligenza artificiale.

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