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Intelligenza Artificiale: i 5 settori in cui l’Italia deve investire

Secondo un gruppo di esperti indipendenti del Mise, per ottenere i migliori risultati dall’AI l’Italia dovrebbe concentrare gli investimenti in 5 settori economici: ecco quali

Intelligenza Artificiale: i 5 settori in cui l’Italia deve investire

L’Italia deve investire nell’intelligenza artificiale puntando su cinque settori particolari dell’economia. Distribuire le risorse fra tutti i comparti, infatti, sarebbe controproducente, perché gli investimenti rimarrebbero “sotto soglia” e non darebbero una reale spinta “alla crescita economica, sociale e umana del nostro Paese”. È quanto si legge nelle “Proposte per una Strategia Italiana per l‘Intelligenza artificiale” elaborate da un gruppo di esperti del Mise. Il documento, giunto alla quinta bozza, risale al 10 maggio 2019.

Ecco quali sono i settori indicati dagli esperti.

1) IOT, MANIFATTURA E ROBOTICA

Si parte dalle componenti per la Internet of Things, applicate sia all’industria sia agli spazi pubblici o domestici. In questo ambito “diventa importante per il nostro paese considerare anche modelli di elaborazione delle informazioni diversi dal tradizionale cloud – si legge nell’analisi – L’intelligenza dei sistemi IoT o embedded deve spesso operare sul ‘campo’ dove vengono generati i dati e in prossimità degli oggetti connessi. Si parla quindi di edge computing, una tecnologia che avvicina la capacità di elaborazione al luogo in cui i dati sono generati per applicazioni in cui il tempo di latenza, sicurezza ed efficienza energetica sono fattori determinanti”.

Nella manifattura, invece, “l’AI e l’automazione industriale stanno cambiando l’operatività con l’avvento della robotica di nuova generazione. I robot sono infatti in grado di fornire livelli superiori di garanzia e qualità, ridurre i costi operativi e migliorare la produzione. La robotica italiana è cresciuta in media del 12% negli ultimi cinque anni con un picco del 19% nel 2018 (fonte IFR). Si prevede una crescita importante anche della robotica di servizio in un mercato mondiale che supera già gli 11 miliardi di dollari. L’AI nella manifattura consente, per esempio, la manutenzione predittiva dei macchinari aumentandone la produttività. Nell’automazione industriale è particolarmente importante mantenere l’elaborazione in loco dei dati generati, preservando così il know-how delle singole aziende”.

2) SERVIZI: FINANZA E SANITÀ

Nell’industria dei servizi, il settore finanziario è “estremamente attivo con applicazioni di AI per i controlli antifrode e la gestione del rischio, nella customer intelligence e nell’antiriciclaggio, nonché in ambito finanziario ed assicurativo – continuano i tecnici del Mise – Anche nella sanità crescono le applicazioni delle tecnologie di AI, come conseguenza dell’enorme quantità di dati medici a disposizione dalla ricerca, attraverso i registri clinici dei medici di base, le cartelle cliniche ospedaliere, i referti e gli esami di laboratorio per citarne alcuni. Il settore sanitario italiano sta effettuando considerevoli investimenti in AI soprattutto per quanto concerne la medicina di precisione, la diagnostica e la ricerca su nuovi farmaci. Esiste anche un certo interesse nel campo dell’assistenza ai pazienti e nella robotica in chirurgia. La collaborazione tra ricerca, industria e sistema ospedaliero è assai stretta”.

3) TRASPORTI, AGRIFOOD, ENERGIA

Il tema dei trasporti, della mobilità e delle città intelligenti – prosegue il testo – è un particolare asset strategico per l’Italia, dove le soluzioni di AI possono “rivoluzionare i contesti predittivi di pianificazione e di ottimizzazione, del traffico, di persone, di merci e di cose. La sperimentazione dell’AI nella guida autonoma procede anche grazie al supporto dello Stato nelle aree della città di Torino, nell’area di Trento e del Brennero e Modena (MASA, Modena Automotive Smart Area) oltre ai progetti co-finanziati del programma ECSEL”.

L’AI offre inoltre “nuove soluzioni per l’analisi dei dati, la predizione intelligente e l’ottimizzazione a supporto delle politiche di sostenibilità ambientale e delle filiere dell’agrifood e dell’energia – si legge ancora nelle Proposte – La trasformazione digitale sta ormai interessando anche tutta la filiera agroalimentare partendo dal coltivatore per arrivare fino al consumatore. Le principali applicazioni dell’AI relative alla produzione sono quelle mirate all’elaborazione dei dati provenienti da sensori sul campo e sui macchinari per i sistemi di supporto alle decisioni. La tracciabilità può contare su sensori e tecnologie digitali – come la blockchain ma anche le etichette intelligenti22. Nell’ambito dell’energia l’AI sta radicalmente trasformando i processi nei diversi segmenti (generazione, trasmissione, distribuzione e vendita) soprattutto per il supporto alle decisioni e l’ottimizzazione dei processi come, per esempio, la griglia. In un’ottica di sostenibilità, una griglia sempre più composta da rinnovabili deve necessariamente utilizzare l’AI per il monitoraggio e controllo in tempo reale della distribuzione”.

4) PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Un altro settore critico per lo sviluppo dell’AI è quello della Pubblica Amministrazione. “Nel nostro paese – si legge ancora nel testo – l’Agenzia per l’Italia Digitale ha già svolto un eccellente lavoro di ricognizione delle sfide principali che riguardano la modernizzazione della PA nell’era dell’AI. L’AgID partecipa anche al lavoro dei principali organi di standardizzazione internazionali ed Europei in questo campo. Il documento di riferimento è il cosiddetto Libro Bianco dell’AgID contenente raccomandazioni e indicazioni su come sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’AI per sviluppare servizi pubblici sempre più a misura di cittadino limitandone criticità e aspetti problematici. Tali raccomandazioni includono la promozione di una piattaforma nazionale dedicata allo sviluppo di soluzioni di AI, la creazione di un Centro di Competenza Nazionale che lavori anche alla previsione degli effetti sociali dell’AI e misure relative alla formazione e alle competenze. Il Libro Bianco costituisce un punto di partenza fondamentale per le raccomandazioni di policy contenute in questo documento per esempio in materia di procurement, uso delle challenges e forme di cooperazione tra ricerca, acceleratori d’impresa e innovation hub pubblici e privati, anche a livello europeo”.

5) CULTURA E DIGITAL HUMANITIES

Un settore correlato al mondo della Pubblica Amministrazione è il settore dei Beni Culturali, “dove da sempre l’Italia, per patrimonio e competenze, è ai vertici mondiali anche nelle offerte tecnologiche per la fruizione, la salvaguardia e le interfacce esperienziali, nonché per la salvaguardia e la preservazione dei beni – proseguono i tecnici del Mise – Ad esempio, i robot acquisiscono i dati su cloud e poi permettono agli studiosi di ricostruirli con una grafica coinvolgente e realistica, come quella dei videogiochi. Questi modelli in 3D potenziano le possibilità di studio per scuole e università, ma sono anche un prezioso strumento a disposizione del turismo: la maggior parte delle aree archeologiche hanno delle aree chiuse al pubblico che spesso sono anche le più belle. Una ricostruzione in realtà virtuale può essere un modo per far vedere siti altrimenti inaccessibili, ma anche una tecnologia per abbattere le barriere architettoniche alle persone che hanno delle disabilità”.

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