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Integrazione europea: la guerra può accelerare il processo? Monti: “Cominciamo dalla difesa comune”

Il conflitto ripropone la necessità di portare avanti il processo d’integrazione Ue: dal mercato unico dei capitali all’unione bancaria, passando per la difesa comune e non solo

Integrazione europea: la guerra può accelerare il processo? Monti: “Cominciamo dalla difesa comune”

È possibile ipotizzare che la guerra favorisca l’integrazione europea? Secondo Mario Monti, “dovremmo approfittare di questa circostanza drammatica per colmare almeno una delle lacune del processo di unificazione: la difesa comune”. L’ex presidente del Consiglio, intervenuto venerdì nel corso di una conferenza all’Università Luiss di Roma, non ha dubbi: “Ho già fatto sapere a Bruxelles che vedrei molto più favorevolmente un “Secure Eu” piuttosto che un “Next Generation EU 2” – ha continuato– Con quest’ultimo progetto, ipotizzato da qualcuno, non sono affatto d’accordo: lo troverei quasi diseducativo, perché significherebbe legare in modo quasi strutturale le riforme per il digitale e l’economia verde a un piano d’aiuti straordinario”.

Tria: dobbiamo creare un’autorità fiscale dell’Eurozona

Dallo stesso palco Giovanni Tria, ministro del Tesoro ai tempi del governo gialloverde, ha indicato anche “un altro grande vuoto da colmare nell’architettura della governance europea: abbiamo un’autorità monetaria comune, la Bce, ma è necessario creare anche un’autorità fiscale dell’Eurozona, superando il sistema attuale in cui una Commissione si limita a giudicare e a correggere l’operato dei singoli Paesi. A Bruxelles – ha continuato Tria – non c’è nessuno che possa dire “whatever it takes”, ed è questo il vulnus che va sanato. Ma quello che serve è un cambiamento reale, non qualche tipo di ingegneria istituzionale”.

Cavallari: mercato unico dei capitali, unione bancaria, transizione energetica

Altri passi verso il completamento dell’unificazione europea sono in agenda ormai da tempo, “come la realizzazione del mercato unico dei capitali e dell’unione bancaria”, ha ricordato Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio. “Nello stesso processo – ha aggiunto – rientra anche il perseguimento di obiettivi comuni, a cominciare da processi trasformativi come la transizione energetica e la transizione climatica. In termini più generali, l’Europa deve ancora definire il ruolo che intende svolgere nel nuovo ordine economico globale che emergerà dalla pandemia e dalla guerra”.

Reichlin: l’integrazione europea è ostacolata da problemi politici

Ma il cammino verso una maggiore integrazione europea non può essere analizzato solo da una prospettiva economica. Quando ragioniamo sulle mancanze del sistema attuale “spesso parliamo di errori e di ritardi, ma credo che questi problemi abbiano a che vedere con qualcosa di più profondo – fa notare Pietro Reichlin, professore di Macroeconomia alla Luiss – Ci sono degli enormi problemi politici che ostacolano il completamento della governance unitaria europea. La difficoltà di raggiungere compromessi deriva dal fatto che ciascun governo risponde agli elettorati dei singoli Paesi, non a quelli dell’intera Europa. Per questo è così difficile trovare un accordo sulla redistribuzione di rischi e ricchezze”.  

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