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Inflazione Usa più bassa del previsto (+8,5%) e le Borse volano: Piazza Affari ok e spread in calo

L’inflazione Usa resta alta ma cresce meno del previsto e il nuovo dato, attesissimo dai mercati, dà slancio alle Borse – In Italia rendimenti dei Btp sotto il 3% e spread è in calo

Inflazione Usa più bassa del previsto (+8,5%) e le Borse volano: Piazza Affari ok e spread in calo

Frena l’inflazione americana (8,5% annuo) e i mercati festeggiano, ipotizzando una Fed più prudente nei prossimi meeting. A seguito dei dati macro Usa si ridimensiona il super dollaro e salgono i prezzi dei titoli di Stato a stelle e strisce (che vedono rendimenti in calo), mentre piange il petrolio. 

Chiusura positiva in Europa

I listini europei archiviano una seduta positiva, trovando i maggiori spunti di ottimismo dopo i dati Usa e l’avvio intonato di Wall Street, in netto recupero coi tecnologici. A New York è stabile Tesla, dopo che l’amministratore delegato Elon Musk ha venduto quasi 7 miliardi di dollari di azioni del gruppo.

In Europa Piazza Affari cresce dello 0,95% a 22.702 punti base, spinta dai titoli industriali, in sintonia con Francoforte +1,23%, Amsterdam +1,15%, Parigi +0,69%, Madrid +0,52%, Londra +0,4%.

Il calo della benzina stoppa la corsa dei prezzi Usa. Si prevede una Fed più colomba

Nel mese di luglio i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono rimasti invariati rispetto a giugno, soprattutto per merito del calo del costo della benzina del 20% circa (fonte Reuters). Un rallentamento era atteso, ma meno di quanto registrato. Su base annuale l’inflazione è all’8,5%, più bassa del record di 9,1% registrato il mese scorso.

Anche le pressioni dell’inflazione sottostante, escluse le componenti volatili di cibo ed energia, hanno mostrato segnali incoraggianti: il cosiddetto Cpi core è salito dello 0,3% dopo + 0,7% di giugno e +5,9% nei 12 mesi fino a luglio, allo stesso ritmo di giugno.

Questo quadro fa propendere gli operatori per una Fed meno aggressiva, di quanto ipotizzato a seguito dell’ultimo rapporto sul lavoro. L’attesa è di un rialzo dei tassi di 50 punti base il mese prossimo e non di 75 come previsto precedentemente.   

Dollaro in calo

La prospettiva di una Fed più colomba tarpa le ali al dollaro, che perde quota contro un panel di sei valute. Ne approfitta l’euro, che guadagna l’1,4% e cambia al momento intorno a 1,035. 

Petrolio in rosso

Arretra invece il petrolio, che non si accoda al clima generale, zavorrato dalla crescita oltre le attese delle scorte settimanali Usa e dal riavvio dei flussi di greggio verso l’Europa centrale.

Un portavoce della raffineria slovacca Slovnaft ha detto all’Afp che sono riprese oggi le forniture di petrolio russo in Slovacchia e lo stesso dovrebbe avvenire domani per le forniture verso l’Ungheria,”Il petrolio sta già arrivando di nuovo in Slovacchia attraverso l’oleodotto Druzhba e in Ungheria le forniture dovrebbero essere ripristinate domani”.

Il Brent cede il 2,2% e tratta intorno a 94 dollari. 

Spread stabile; in Italia salgono i prezzi nel carrello della spesa

È poco il secondario italiano: il Btp decennale chiude a +2,98% (da +2,96% di ieri) e il Bund 10 anni a +0,87% (da +0,87), per uno spread a 211 punti base (+0,92%).

Salgono i tassi dei Bot annuali collocati stamattina dal Tesoro: sono sette miliardi in offerta, con tassi a 0,994% da 0,722 del collocamento di luglio. La domanda ha raggiunto 9,583 miliardi di euro con un rapporto di copertura pari a 1,37.

L’Istat ha confermato poi per il Belpaese la stima preliminare dell’inflazione a luglio: +0,4% su giugno e +7,9% su luglio 2021 (da +8,0% del mese precedente). Il rallentamento dei prezzi dei beni energetici non ha frenato l’onda di tensioni inflazionistiche che si stanno diffondendo agli altri comparti merceologici.

Soprattutto accelera la crescita dei prezzi del cosiddetto “carrello della spesa”, +9,1%, registrando un aumento che non si vedeva da settembre 1984. L'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +3,8% a +4,1% e quella al netto dei soli beni energetici da +4,2% a +4,7%. L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +6,7% per l’indice generale e a +3,3% per la componente di fondo.

Prysmian regina di Piazza Affari

Gli acquisti incoronano Prysmian regina di Piazza Affari, +3,95%, anche a seguito della promozione a Buy da parte di Intesa (+0,91%), che ha portato il prezzo target del titolo a 39,2 euro da 33,8 euro.

Bene Iveco +3,9%, con altri titoli dell’auomotive come Pirelli +2,4% e Cnh +2,21%. Rimbalzano inoltre Stm +3,39% e Interpump +3,08%. Tra i finanziari il migliore è Finecobank +3,33%.

Le banche sono miste, dopo che Moody’s ha confermato i rating per 14 istituti, riducendo però l’outlook da stabile a negativo come ha fatto anche sul debito pubblico.

Soffre Banco Bpm, -0,78%, con l’affievolirsi dell’appeal speculativo su futuri matrimoni nel settore. Sono in verde Intesa, Unicredit +1,34%, Bper +2,28%.  

Tra i titoli in ribasso ci sono i petroliferi Tenaris -1,08% ed Eni -0,59%. Le utility: A2a -0,84%, Terna -0,57%, Enel -0,41%. E infine Telecom -0,9%.

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