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Inflazione, prezzi mai così alti dal 1996. Nel paniere Istat entrano i tamponi

A gennaio i prezzi al consumo hanno registrato un aumento su base annua del 4,8% spinti dal boom dei beni energetici. Prezzi in rialzo nell’Eurozona

Inflazione, prezzi mai così alti dal 1996. Nel paniere Istat entrano i tamponi

Si impennano i prezzi, che a gennaio raggiungono il livello più alto degli ultimi 26 anni. Lo certificano le stime preliminari dell’Istat, secondo cui il mese scorso, l’indice dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento mensile dell’1,6% e annuale del 4,8% (da +3,9% del mese precedente). Si arriva così all’inflazione più alta dall’aprile del 1996.

A trainare la fiammata dei prezzi, sono i beni energetici regolamentati che a gennaio hanno registrato un incremento su base annua del +38,6%. Tensioni inflazionistiche crescenti si manifestano anche in altri comparti merceologici, sottolinea l’Istituto Nazionale di Statistica.

Nel frattempo l’Istat comunica nuovi ingressi nel paniere 2022, dalle sedie da Pc alla psicoterapia individuale, passando per Test sierologici, molecolari e rapidi per Covid-19. Fuori invece Compact disk e Hoverboard. Le novità del 2022, con riferimento sia ai pesi sia al paniere, spiega l’Istat, “riflettono la costante evoluzione dei comportamenti di spesa delle famiglie ma anche l’impatto di eventi, come la pandemia tuttora in corso, che condizionano le scelte d’acquisto e la struttura della spesa per consumi”. 

In forte rialzo anche le stime flash pubblicate oggi dall’Eurostat, secondo cui l’inflazione annua dell’area dell’euro dovrebbe essere del 5,1% a gennaio 2022, in aumento rispetto al 5% di dicembre. Si tratta dell’aumento più alto dall’inizio della serie, a gennaio 1997.

Considerando le principali componenti dell’inflazione nell’area dell’euro, l’energia dovrebbe avere il tasso annuo più elevato a gennaio (28,6%, rispetto al 25,9% di dicembre), seguita da cibo, alcol e tabacco (3,6%, rispetto al 3,2% di dicembre ), dai servizi (2,4%, stabile rispetto a dicembre) e dei beni industriali non energetici (2,3%, rispetto al 2,9% di dicembre).

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