Condividi

Imu, ipotesi Bankitalia per cancellare la seconda rata

Dalla tassazione sulla rivalutazione delle quote detenute dagli istituti di credito nel capitale della Banca d’Italia, il Tesoro potrebbe incassare 1,6 miliardi di euro – L’ipotesi è d’impiegare queste risorse per cancellare la seconda rata dell’Imu, in scadenza a dicembre – Intanto l’Ance lancia l’allarme sulla Tirse: “Aumento tasse prima casa al 72%”.

Imu, ipotesi Bankitalia per cancellare la seconda rata

Per risolvere il dilemma Imu, il Governo potrebbe giocare la carta Bankitalia. E’ una strada difficile da percorrere, perché i tempi stringono e la Ragioneria Generale potrebbe opporsi, ma l’ipotesi esiste. Tutto ruota intorno al reale valore dell’istituto centrale. I tre saggi che il governatore Ignazio Visco ha incaricato di fare i conti (l’ex presidente della Corte Costituzionale Franco Gallo, l’ex vice presidente della Bce Lucas Papademos e il rettore della Bocconi Andrea Sironi) avrebbero terminato il lavoro e la relazione dovrebbe già essere sul tavolo del ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. 

Secondo alcune indiscrezioni, il valore della Banca d’Italia dovrebbe essere compreso fra 7 e 10 miliardi di euro. La rivalutazione delle quote detenute dalle banche italiane, principali azioniste di Palazzo Koch, permetterà agli istituti di rafforzare i propri livelli di patrimonializzazione senza ricorrere ad aumenti di capitale. Un bel vantaggio, soprattutto in vista dell’esame che la Bce avvierà il mese prossimo, comprensivo di stress test. 

Anche il Tesoro trarrà beneficio dall’operazione, perché la rivalutazione sarà tassata dal Fisco. Diverse ipotesi parlano di un potenziale incasso da 1,6 miliardi di euro (cifra che si otterrebbe applicando un’aliquota del 16% su un valore complessivo di 10 miliardi o del 20% su 8 miliardi). Ammesso che si riesca a  concludere le procedure in tempo utile, via XX Settembre potrebbe decidere di destinare queste risorse all’abolizione della seconda rata Imu, in scadenza a metà dicembre. 

Intanto, continuano le polemiche sul prelievo introdotto dalla legge di Stabilità che dall’anno prossimo ingloberà Imu su prima casa, Tares e vari prelievi comunali. “La riforma della fiscalità immobiliare, con l’introduzione del Trise, comporta un rilevante aumento della tassazione sia con riferimento all’abitazione principale sia sulle seconde case sfitte, quantificabili rispettivamente al 72% e al 19%”. Questo il risultato di alcune simulazioni illustrate ieri dall’Associazione nazionale costruttori edili in Senato durante l’audizione del presidente Paolo Buzzetti. 

“La tassazione sulla casa aumenta di nuovo – ha detto Buzzetti –, togliamo l’Imu e la rimettiamo con la Tasi con un 20% in più. Non si sono fatti dei tagli alla spesa corrente e si riprendono dalla casa: questo è un contrordine sulla ripresa che si stava vedendo”.

Commenta