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Imprese: ecco i 500 campioni dell’industria italiana

Un’indagine del Centro Studi di ItalyPost pubblicata dal Corriere della Sera ha individuato 500 imprese italiane capaci di “battere” la grande crisi e realizzare numeri da record nei sei anni peggiori della finanza e dell’economia mondiale.

Imprese: ecco i 500 campioni dell’industria italiana

In Italia c’è un mondo di piccole e medie imprese di cui non si parla mai. Centinaia di Pmi che spesso non vengono individuate dai radar di analisti e giornalisti perché rappresentano una realtà complessa, concentrata, spesso priva di uffici stampa e social media manager in grado di far conoscere il loro nome a livello nazionale e all’estero. Eppure costituiscono il meglio dell’industria italiana e spesso contribuiscono allo sviluppo delola seconda potenza manifatturiera d’Europa. In base ai dati, negli anni peggiori della crisi finanziaria, gli stessi che hanno portato il nostro Paese sull’orlo della deindustrializzazione, hanno aiutato a tenere in piedi uno dei pilastri sui quali si erige l’Italia.

A dimostrarlo è anche un’indagine del Centro Studi di ItalyPost pubblicata dal Corriere della Sera. Lo studio analizza le Pmi con un fatturato compreso tra i 20 e i 120 milioni di euro in un arco temporale ben preciso: dal 2010 al 2016, vale a dire negli anni della crisi economica globale.

Ebbene, nonostante gli effetti della recessione si siano fatti particolarmente sentire sull’industria nostrana, l’analisi ha individuato delle imprese che vengono definite Top Performer. Secondo quanto si legge sulle pagine del Corsera, a livello nazionale ci sono 500 “aziende champions” con numeri sicuramente non paragonabili alle big, ma comunque capaci di produrre un fatturato aggregato pari a quasi 22 miliardi di dollari.

Scendendo nel dettaglio, parliamo di un microcosmo di imprese che in sei anni, hanno registrato un tasso di crescita annuale composto del 13,03%, con un Roe del 19,55% e una redditività di circa 4,3 milioni di euro. Tutte insieme, occupano oltre 77mila dipendenti. Non solo, in comune queste 500 Pmi hanno anche un’altra caratteristica fondamentale: gran parte degli utili realizzati – e parliamo di 7,3 miliardi dal 2010 al 2016 – vengono reinvestiti, spesso anche all’interno della stessa azienda.

Cifre notevoli, che diventano ancora più interessanti se si tiene conto proprio del fatto che sono state messe a segno negli anni peggiori della crisi. Insomma, all’interno dell’industria italiana esistono dei “campioni” che forse varrebbe la pena tenere d’occhio, anche perché proprio loro rappresentano la più grande speranza per il futuro sviluppo della manifattura del Belpaese.

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