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Immobiliare vale 1/5 del Pil e il 60% del patrimonio delle famiglie

Il direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, è intervenuto a Milano all’opening conference del REInnovation Lab: “I prestiti alle famiglie per mutui immobiliari e quelli alle imprese del settore sono circa un terzo degli impieghi bancari totali”.

In Italia il valore complessivo degli investimenti in costruzioni e della spesa per affitti e servizi di intermediazione immobiliare rappresenta in un anno quasi un quinto del Pil, in attività immobiliari viene investito il 60% del patrimonio complessivo delle famiglie, e i prestiti alle famiglie per mutui immobiliari e quelli alle imprese del settore sono circa un terzo degli impieghi bancari totali. A rivelarlo è Salvatore Rossi, direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, nel suo intervento a Milano all’opening conference del REInnovation Lab, iniziativa di Assoimmobiliare e SDA Bocconi.

“Tantissime imprese – ha detto Rossi – si occupano di real estate: quelle che costruiscono immobili, ma anche quelle che li commercializzano, li gestiscono, intermediano fra mercato e risparmiatori. È una bella fetta dell’economia. Di questa può accelerare la crescita, ma la può anche frenare”. “L’economia italiana – ha proseguito l’economista – è stata colpita gravemente dalla crisi finanziaria globale e poi da quella europea cosiddetta dei debiti sovrani, perdendo cumulativamente dieci punti di PIL in sei anni: di questi, due sono da attribuire alle costruzioni“. E gli investimenti pubblici sono rimasti al palo: l’anno scorso secondo Rossi sono scesi al 2% del PIL, uno dei livelli più bassi fra i paesi avanzati.

Secondo i dati forniti dal direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, il flusso annuo di investimenti in costruzioni si era già ridotto nel 2013 di oltre un terzo rispetto al 2007, “soprattutto per l’inaridirsi appunto degli investimenti pubblici, compressi dall’ansia di riequilibrare il bilancio dello Stato. Da allora il settore immobiliare si è ripreso nel nostro Paese, più per manutenzioni straordinarie di immobili già costruiti che per nuove costruzioni, con il contributo di incentivi fiscali alle ristrutturazioni e per l’esigenza di migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni“. Abitazioni che sono molto “anziane”, rispetto alla media europea: “Il nostro stock residenziale risale per oltre metà a prima degli anni Settanta del secolo scorso, è dunque tra i più elevati indici di vecchiaia d’Europa”, conclude Rossi.

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