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Ilva, lo Stato prenderà il controllo con Invitalia

Il Governo è ormai certo di un ingresso nel capitale di ArcelorMittal Italia, e promette il mantenimento del 100% della forza lavoro. Le perplessità dei sindacati.

Ilva, lo Stato prenderà il controllo con Invitalia

“Confidiamo che la trattativa possa concludersi positivamente”. Le parole del ministro Stefano Patuanelli, dopo l’incontro con i sindacati metalmeccanici su ArcelorMittal Italia, lasciano ormai intendere che la crisi dell’Ilva si risolverà con l’ingresso dello Stato in ArcelorMittal con Invitalia, che condividerà la governance aziendale e alla fine il peso del pubblico sarà più rilevante rispetto a quanto prefigurato all’inizio.

Il Governo dunque , nonostante le perplessità dei sindacati, ritiene ormai molto probabile la definizione dell’accordo con ArcelorMittal entro fine mese così, come previsto dal precedente accordo di marzo in sede legale tra la multinazionale e Ilva in amministrazione straordinaria, che è proprietaria degli stabilimenti. Il nuovo accordo sarà importante perché sancirà l’ingresso ufficiale del pubblico nel capitale di ArcelorMittal.

Le sigle metalmeccaniche ritengono tuttavia che si sia ancora in una fase troppo generica, molto incerta, il contrario di quello che serve visto che il 30 novembre è praticamente alle porte e bisogna ancora discutere di tante cose. “Resta troppo oscuro il piano industriale – ha commentato ad esempio Roberto Benaglia della Fim Cisl -, come pure gli impegni su investimenti e l’occupazione. In un momento così delicato e dopo mesi di sospensione e incertezza come quella che stanno vivendo i lavoratori, non possiamo pensare che si possa risolvere il tutto con impegni generici da oggi al 2025”.

Tocca ancora a Domenico Arcuri, Ad di Invitalia e allo stesso tempo commissario straordinario per l’emergenza Covid, con il delicato compito di distribuire i vaccini, spiegare come sarà l’Ilva del futuro. Si prevede al momento la progressiva risalita produttiva degli impianti fino alla soglia delle 8 milioni di tonnellate annue (ora si è fra i 3 e i 4 milioni di tonnellate) con l’impiego della totalità della forza lavoro.

Oggi ci sono 10.700 addetti di gruppo di cui 8.200 a Taranto, ma proprio a Taranto 3.300 sono ora in cassa integrazione e il 16 novembre scattano altre 6 settimane di cassa Covid. Arcuri dichiara inoltre che il piano quinquennale elaborato a marzo, verrebbe attuato nella sua sostanziale totalità, anche dal punto di vista di una serie di innovazioni positive sul piano ambientale, qualità dell’offerta e capacità competitiva su mercato più ampio.

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