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Ilva, l’Antitrust Ue apre indagine per aiuti di Stato

Il lavoro dell’Antitrust si concentrerà sul prestito da 300 milioni, salvi gli apporti per la bonifica. Guidi: “Importanti aperture da Bruxelles. Riconosciuta la necessità di intervenire con fondi pubblici per fare fronte all’emergenza ambientale. Continueremo a collaborare per superare le preoccupazioni Ue”

La Commissione Ue ha avviato un’indagine approfondita per stabilire se il sostegno dato dallo Stato italiano all’Ilva rispetti le norme sugli aiuti di Stato. Dopo un lungo tam tam di indiscrezioni, è dunque arrivata la conferma ufficiale da Bruxelles. L’Antitrust europeo “vaglierà in particolare se l’accesso agevolato al finanziamento accordato all’Ilva per ammodernare lo stabilimento di Taranto le dia un vantaggio sui concorrenti. Data l’urgenza di decontaminare il sito, la Commissione prevede anche garanzie che consentono all’Italia di attuare subito il risanamento ambientale”. 

    L’esame dell’antitrust europeo si concentrerà perciò sul prestito ponte del Governo all’Ilva da 300 milioni di euro, più gli ulteriori interventi contenuti nella Legge di stabilità per 800 milioni, che dovrebbero andare a sanare proprio il problema ambientale su cui è aperta una procedura d’infrazione. Ma gli aiuti finiti nella bonifica sono salvi, e questo alleggerisce il conto finale che, se l’Ue dovesse riscontrare la presenza di aiuti illeciti, l’Italia dovrà recuperare dall’Ilva.

In un comunicato, il ministro dello Sviluppo Federica Guidi ha voluto sottolineare le “importanti aperture arrivate da Bruxelles”. Il ministro Guidi ha definito molto positivo che la Commissione abbia riconosciuto l’importanza del fatto che, per far fronte all’emergenza ambientale e alla relativa procedura d’infrazione aperta da anni, siano necessari interventi governativi con fondi pubblici nel rispetto del principio “chi inquina paga” in base al quale l’Italia si dovrà poi rivalere sui responsabili, proprio come ha previsto il Governo con i provvedimenti sull’ILVA emanati fino ad oggi.  Altrettanto importante è il riconoscimento che l’industria siderurgica in Europa sta facendo i conti con la sovraccapacità a livello mondiale e con la forza delle importazioni, sfide alle quali occorre rispondere migliorando la competitività mondiale del settore nel lungo periodo, anche attraverso il sostegno alle attività di ricerca e alleviando i costi energetici delle imprese.

L’impegno del governo italiano, ha detto ancora il ministro, è proprio teso a superare le preoccupazioni della Commissione con l’obiettivo, per usare le stesse parole del commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager, di dare la garanzia di un futuro sostenibile per la produzione siderurgica nel Tarantino attraverso la cessione delle attività dell’ILVA ad un acquirente che le metta in conformità con le norme ambientali e le sfrutti a scopi produttivi.

    Ma in Italia, l’azienda deve far fronte alle proteste scatenate dalla nomina di Pucci, il cui nome ha riaperto vecchie ferite e scatenato polemiche. “Mi sembra una scelta quantomeno discutibile. Il 13 maggio ci sarà la sentenza definitiva nella Cassazione del processo Thyssen; Pucci è stato condannato nella sentenza dell’appello bis a sei anni e dieci mesi” ha commento su Facebook Antonio Boccuzzi, deputato Pd, sopravvissuto al rogo nell’acciaieria. Più pesanti i commenti dei parenti delle vittime, che si sono detti “schifati” dalla decisione. Pucci, dal canto suo, si è sempre protestato innocente per il rogo della ThyssenKrupp di Torino, ricordano i suoi legali. Ai tempi dell’incidente Pucci era Consigliere di Amministrazione con “deleghe specifiche” per le aree commerciale e marketing. “Non aveva dunque – proseguono i legali – alcuna competenza nel settore della sicurezza sul lavoro, che era stata riservata, esclusivamente, all’amministratore delegato”.(ANSA).

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