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Ilva, ecco il piano di ArcelorMittal. Di Maio: “Non basta”

Il piano prevede una riduzione del 15% entro il 2023 delle missioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido e l’azzeramento delle polveri entro il 2020 – Sull’occupazione ArcelorMittal chiede un confronto diretto coi sindacati – Di Maio: “I miglioramenti non sono sufficienti, non abbiamo fretta di chiudere”. Bentivogli: “L’incontro è stato un happening estivo con una modalità inconcludente”

Ilva, ecco il piano di ArcelorMittal. Di Maio: “Non basta”

“Un tavolo interlocutorio” lo ha definito il governatore della Liguria, Giovanni Toti, uscendo dall’incontro sull’Ilva tenutosi al Mise nell’ambito del quale ArcelorMittal ha presentato la sua proposta migliorativa sull’Ilva agli altri 61 partecipanti. Un summit “affollato”, forse troppo secondo alcuni, che oltre al compratore designato e a Luigi Di Maio, ha visto la presenza di sigle sindacali e associazioni del territorio, per un totale appunto di 62 soggetti coinvolti.

Nel corso della conferenza stampa post-summit, il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro è tornato sulle polemiche della vigilia relative proprio al sovraffollamento odierno, parlando di un “cambio di metodo” e non lesinando frecciate al veleno al suo predecessore, Carlo Calenda,”che firmava i contratti senza neanche dirlo ai sindacati”. Il governo, dice Di Maio, “non ha fretta di assegnare l’Ilva al primo compratore che passa. Ho chiesto dei miglioramenti sugli aspetti ambientali e occupazionali, e per me non sono ancora sufficienti”.

Pronta la risposta di Carlo Calenda via Twitter: “Mi sembrano miglioramenti importanti, ovviamente nei limiti del fattibile. Luigi Di Maio mentre porti le carte in procura,ti fai dare il 12mo parere, consulti tutte le associazioni dell’orbe terraqueo prendi anche una decisione. Ti paghiamo per questo”, scrive l’ex ministro dello Sviluppo.

LA NUOVA PROPOSTA DI ARCELORMITTAL

Come previsto, l’azionista di maggioranza della cordata Am Investco Italy, che si è aggiudicata gli asset dell’Ilva, ha presentato la propria proposta migliorativa. Due i fronti “caldi” di questo addendum: ambiente e occupazione.

Per quanto riguarda il primo tema, ArcelorMittal prevede di ridurre del 15% entro il 2023 le emissioni di CO2 per tonnellata di acciaio liquido, mentre le polveri verranno azzerate entro il 2020, con un anno e mezzo d’anticipo rispetto a quanto previsto dal Dpcm del dicembre 2017.

Si prevedono inoltre l’anticipazione della fine dei lavori per la copertura dei parchi delle materie prime, l’utilizzo di tecnologie low carbon e la fine dei wind days.

Arcelor si impegna inoltre a “mantenere la produzione dell’acciaieria a ciclo integrato ad un livello non eccedente gli 8 milioni di tonnellate di acciaio liquido annue. C’è inoltre la possibilità di incrementare ulteriormente tale livello produttivo mediante l’impiego, per la realizzazione dei volumi produttivi addizionali, di processi di produzione a basso utilizzo di carbone (quali processi di produzione a base di gas naturale), verificate le relative condizioni di sostenibilita tecnica ed economica”.

Dal punto di vista occupazionale invece ArcelorMittal ha chiesto un confronto diretto con i sindacati. Un faccia a faccia, sottolinea Di Maio, che “noi non abbiamo mai impedito. Nelle prossime ore favoriremo l’incontro, credo già domani si vedranno azienda e sindacati”. Sull’indotto però si stabiliscono l’obbligo di applicare ai pagamenti dovuti nei confronti di fornitori dell’indotto, le disposizioni previste dal decreto legislativo dello scorso ottobre 2002 e l’impegno a pagare i debiti ceduti entro il relativo termine di scadenza ovvero, qualora detto termine sia già scaduto alla data di esecuzione, entro 30 giorni dalla stessa data.

I RILIEVI DELL’ANAC

Per quanto riguarda la procedura di assegnazione della gara, Di Maio ha spiegato di aver chiesto un parere all’Avvocatura dello Stato: “Se emergerà che il governo precedente ha sbagliato la gara, se ne dovrà prendere le responsabilità. Se ci saranno rilievi e criticità, reati commessi, porterò tutte le carte in Procura”.

IL COMMENTO DEI SINDACATI

“L’incontro è stato un happening estivo, dopo l’ennesima illustrazione, è stato dato dal ministro un minuto a testa solo per domande tecniche, con tempi contingentati fino alle 12, il ministro ha fornito la sua mail ministeriale per considerazioni e domande. Una modalità inconcludente e che ha come unico obiettivo quello di allungare i tempi”. Lo afferma il segretario generale di Fim Cisl Marco Bentivogli dopo la riunione su Ilva: “Nulla è stato detto rispetto al piano occupazionale e industriale, per noi piano ambientale e piano occupazionale vanno di pari passo e per questo è necessario riaprire subito il negoziato. Il tempo passa e il Paese in barba alle dichiarazioni sovraniste fatte in tv contro la Germania continua a importare acciaio proprio dai tedeschi. ‘Il governo non ha fretta – dice Bentivogli ripetendo una frase di Di Maio – ma i lavoratori e l’industria sì Specie dopo 14 mesi dalla gara. Se ha gli estremi la annulli, altrimenti si vada avanti velocemente. Ancora oggi non ha chiarito al tavolo cosa vuole fare, bisogna decidere”.

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