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Il voto affossa le banche e colpisce la Borsa

La paura dell’ingovernabilità emersa dalle elezioni scuote i mercati finanziari – Banche in caduta: Mediolanum perde il 10,3%, il Banco Popolare il 10,6%, Intesa, Mediobanca e Unicredit oltre il 7% – Piazza Affari la peggior Borsa d’Europa: in ribasso del 4,9 per cento – Buon esito dell’asta dei Bot semestrali (ma con tassi più alti) e spread oltre quota 330

Il voto affossa le banche e colpisce la Borsa

TSUNAMI SU BORSA -4,89%. IL DEBITO COSTA 10 MILIARDI DI PIU’
LA DIGA CONSOB SULLO SCOPERTO NON PROTEGGE LE BANCHE

Il conto dell’incertezza non si è fatto attendere.

Piazza Affari ha vissuto l’intera giornata all’insegna del ribasso. L’indice Ftse/Mib ha ballato per l’intera giornata attorno a -3/4 % per poi chiudere a -4,89% a quota 15.555.

Questi i ribassi nelle altre Borse europee: Londra -1,3%, Parigi -2,32%, Francoforte -2,22%, Madrid -3,34%.

In Europa soffrono i settori più sensibili alle oscillazioni degli spread: Banche -4,5%, Assicurazioni -3,4%, Utility -2,5%.

Sul fronte dei titoli di Stato l’asta da 8,75 miliardi di Bot a sei mesi di stamattina si è chiusa con il collocamento dell’intero importo ma il rendimento è schizzato all’1,23% dallo 0,73% della precedente asta di fine gennaio: dallo scorso ottobre i rendimenti non erano così alti: mezzo punto in più di spread, slito a quota 333, sull’intero stock del debito pubblico costerà al Tesoro circa 10 miliardi di euro in più di tassi di interessi all’anno. Ma Il vero scoglio che l’Italia deve superare e’ l’asta di domani’ che portera’ sul mercato BTp a 5 e 10 anni per un massimo di 6,5 miliardi.

Tiene l’euro che si rivaluta sul dollaro a 1,308 da 1,306 della chiusura di ieri sera: in rialzo anche sulla sterlina.

Il contagio, però, perde forza sulla soglia dell’Oceano. Wall Street, infatti, recupera: Dow Jones +0,44%, S&P+ 0,08% e Nasdaq -0,12%.

Due le ragioni del rimbalzo. Il dato sui prezzi delle case, innanzitutto, in aumento in dicembre negli Stati Uniti rispetto al mese precedente, mentre su base annuale e’ stato registrato il rialzo maggiore dal 2006. Ancor più importante il messaggio di Ben Bernanke al Congresso che cancella i timori emersi dopo la pubblicazione dei verbali della Fed.

Il presidente della Fed ha difeso il programma di acquisto di asset della banca centrale statunitense, sostenendo che i benefici del programma di ‘quantitative easing’ sono ampiamente superiori ai costi.”Al momento – ha detto – non vediamo come i costi potenziali di una maggiore esposizione al rischio su alcuni mercati finanziari possano essere superiori ai benefici di promuovere una maggior ripresa economica e una più rapida creazione di posti di lavoro”.

Per tornare a Piazza Affari le vendite hanno colpito soprattutto i titoli finanziari. A Milano Unicredit -8,46% e Intesa -9,07% sono affondate sotto i colpi delle vendite:la Consob ha comunicato che nella giornata odierna e domani saranno proibite le vendite allo scoperto. Pop.Milano -5,72%, MontePaschi -5,84%, Bper -8,16% Banco Popolare -10,57%. Sotto anche Mediobanca -7,5% dopo l’annuncio dei risultati del trimestre: utile netto di 14,8 milioni, sopra il consensus raccolto dalla banca che indicava una perdita di 10 milioni e nonostante la svalutazione della partecipazione in Telco per 95 milioni.

Generali perde il 6,54% e Mediolanum il 10,27%.

Fondiaria e Unipol sono tra i titoli peggiori con un -9%.

Telecom Italia perde il 7,26%.

Mediaset si comporta come un titolo qualunque e non sembrano esserci nessun “effetto Berlusconi”: il calo è del 5,64%.

Nel segmento delle utility scendono soprattutto A2A -8,36% ed Enel -5,84%. Vendite meno pesanti per Terna -1,4%.

Eni è in calo del 3,02%.

L’unico titolo in rialzo è Pirelli +2%

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