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Il tesoro reale custodito in Bankitalia: i Savoia lo rivendicano

Per la prima volta casa Savoia rivendica la proprietà del tesoro di oltre 6 mila brillanti e 2 mila perle – Al via la mediazione tra gli eredi dell’ultimo Re d’Italia e il governo – Ma i gioielli a chi appartengono?

Il tesoro reale custodito in Bankitalia: i Savoia lo rivendicano

I Savoia reclamano i gioielli della Corona, custoditi dentro uno scrigno sepolto nel caveau di Bankitalia da ben 75 anni. Finalmente si arriva al primo incontro di mediazione per discutere sull’appartenenza del tesoro tra il legale di Casa Savoia, l’avvocato Sergio Orlandi, e i rappresentanti della Banca D’Italia, della presidenza del Consiglio e del ministero dell’Economia. L’incontro è stato convocato dal mediatore Giovanni De Luca, dopo l’istanza avanzata il 29 novembre del 2021 dagli eredi dell’ultimo re d’Italia, Umberto II. Se le parti non dovessero arrivare a un accordo, come probabile che sia, gli eredi del “re di maggio” procederanno a citare in giudizio lo Stato.

Alla richiesta di restituzione dei gioielli dello scorso novembre, i legali di Bankitalia – Marco Di Pietropaolo e Olina Capolino – avevano bocciato la richiesta sostenendo che la restituzione non potesse essere accolta “tenuto conto delle responsabilità del depositario”. Risposta che ovviamente non piacque al Casato.

La faida dei gioielli tra Savoia e Stato

Ma perché l’ex casa regnante rivendica questi gioielli? E su quale base avanza tale proposta? A differenza di altri beni immobili e mobili appartenuti ai Savoia in territorio italiano fino al 1946, i gioielli non sono mai stati confiscati, come il resto del patrimonio. Secondo l’avvocato Orlandi, proprio la mancata confisca giustifica le rivendicazioni dei Savoia.

Ma sono trascorsi tre quarti di secolo per la richiesta dei Savoia. Secondo alcune indescrizioni, gli eredi del Re di Maggio non li avevano rivendicati prima per paura che tale richiesta potesse alimentare un’ondata di risentimento, dato che i maschi di casa Savoia non hanno potuto rimettere piede in Italia fino al 2003,  quando venne modificato il testo di legge che ne vietava l’ingresso.

Ma per capire come questi gioielli siano finiti in via Nazionale bisogna fare un passo indietro, alla nascita della Repubblica sancita con il referendum del 2 giugno del 1946. Tre giorni dopo la fine della monarchia, il ministro della Real Casa Falcone Lucifero, incaricato dall’ex re Umberto II, consegna i gioielli al governatore della Banca d’Italia, a quel tempo Luigi Einaudi, futuro primo presidente della Repubblica. Nel verbale di consegna c’è scritto: “Si affidano in custodia alla cassa centrale, per essere tenuti a disposizione di chi di diritto, gli oggetti preziosi che rappresentano le cosiddette gioie di dotazione della Corona del Regno”.

Una formula volutamente vaga, secondo Einaudi stesso. Perché lascia spazio all’eventualità che quei gioielli possano un giorno tornare alla famiglia reale. Anche se, quello che si prospetta è un percorso molto lungo.

Quanto valgono i gioielli dei Savoia?

Altro mistero della vicenda è il valore degli oggetti custoditi nel caveau. Dato che dal 1946 una sola volta è stato possibile ispezionare e inventariare il contenuto. Era il 1976 quando la procura di Roma, in seguito alle voci in circolazione in merito alla manomissione e al trafugamento di alcune spille appartenenti ai beni della Corona, aveva deciso di rompere i sigilli e constatare che tutto fosse in ordine. La verifica fu fatta dalla maison Bulgari che stimò il valore intorno a qualche milione.

Tuttavia, il valore commerciale è potenzialmente molto più alto. In base alle valutazioni applicate nelle aste di Sotheby’s per i gioielli appartenuti a regine e principesse, il tesoro potrebbe valere attorno ai 300 milioni. Visto che lo scorso maggio a Ginevra fu battuta all’asta la tiara appartenuta alla moglie di Amedeo I di Savoia per 1,6 milioni di dollari.

Quello che si sa per certo è il contenuto dello scrigno. Il cofanetto, rivestito in pelle a tre piani e protetto da 11 sigilli (5 del Ministero della Real Casa, 6 della Banca d’Italia), contiene 6.732 brillanti e 2mila perle, montati su collier (indossati dalla regina Margherita) orecchini, diademi e spille varie. Le pietre hanno peso e taglio diverso per un totale di quasi 2mila carati. Tra i gioielli figurano, ad esempio, un raro diamante rosa montato su una grande spilla a forma di fiocco, il celebre diadema della Regina Margherita, portato poi dalla Regina Elena. Vi sono poi altri gioielli, fra cui quelli della principessa Maria Antonia.

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