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Il prezzo del pane fa boom: +18% spinto da guerra e caro energia. E per ora il rialzo dei tassi è un’arma spuntata

In un anno il prezzo del pane in Europa è aumentato del 18%. L’impennata non è uguale per tutti i Paese. E l’aumento dei tassi può portare stagflazione

Il prezzo del pane fa boom: +18% spinto da guerra e caro energia. E per ora il rialzo dei tassi è un’arma spuntata

Maestà, il prezzo del pane è salito. Nessun politico o tanto meno un economista avrebbe l’ardire di suggerire il consiglio attribuito (pare a torto) a Maria Antonietta: “Se il popolo ha fame, mangi una brioche”. Eppure, in contemporanea con la notizia dell’esplosione del prezzo del pane, Bloomberg ne riferisce un’altra di segno opposto: meno di un anno fa le Borse tutte assieme valevano il 20 per cento in più del Pil del pianeta. Oggi, dopo lo sboom dei prezzi, il 20 per cento in meno. Nel frattempo, ci dice Eurostat, il prezzo del pane in Europa è salito del 18 per cento, contro il 3 di un anno prima. All’inflazione che colpisce i beni reali, insomma, si contrappone la deflazione degli asset finanziari. Per rifarci alla Regina austriaca, insomma, potremmo dire: “Vi manca il pane? Comprate un’azione o, se preferite, un’oncia d’oro a prezzi scontati”. 

Piazza Affari, in lieve ribasso a fine mattina (-0,7% attorno a quota 22 mila), conferma l’impressione deprimente dei mercati finanziari alla vigilia delle decisioni della Fed. Vista la situazione, Eni ha rinunciato per il momento alla quotazione di Plenitude. Si esaurisce, per ora, il recupero dei bancari. Si muove Telecom che, per restare in argomento, è scesa ai minimi.

L’aumento del prezzo del pane, il 18% in più nell’Unione Europea (“solo” il 13,5% in Italia) è un segnale da prendere con la massima serietà. Certo, è assai improbabile che il “caro michetta” si traduca in un’insurrezione popolare, come quella innescata dalla primavera araba, un precedente che turba il sonno dei governi del Mediterraneo (Italia compresa, visto il rischio di nuove ondate migratorie), ma l’impatto sul carrello della spesa arriva da lontano e minaccia di durare. Vediamo perché.

Prezzo boom del pane: le ragioni degli aumenti

Ecco le ragioni che sono all’origine degli aumenti record del prezzo del pane:

  • Alla base del rincaro ci sono le conseguenze dell’invasione russa dell’Ucraina che “ha disturbato in modo significativo i mercati globali, dal momento che la Russia e l’Ucraina sono stati grandi esportatori di cereali, grano, mais, semi oleosi (in particolare girasoli) e fertilizzanti”. 
  • La guerra, dunque, ha interrotto una delle filiere produttive più sviluppate nel quadro dell’economia globale. E non si è limitato ai cereali: carne e verdura, aggiunge l’Eurostat, denunciano rialzi analoghi. E’ la conseguenza di un forte aumento delle spese di trasporto, un fenomeno che ha coinciso anche con l’avvio di nuove rotte per evitare le zone di conflitto. 
  • Il quadro, come sempre, non è eguale per tutti. Alcuni Paesi come la Francia se la cavano meglio degli altri: l’aumento è solo dell’8%, ma Parigi ha potuto sfruttare l’emergenza per collocare parte delle sue eccedenze produttive (mica troppo, vista la siccità di quest’anno). Discorso analogo vale per Olanda e Lussemburgo e, in misura minore, l’Italia (+13,5%). Tra i più colpiti Lituania, Estonia e Slovacchia (+32%) per non parlare dell’Ungheria di Orban (+65,5%), il Paese più vulnerabile per la dipendenza energetica da Mosca.
  • L’aumento dell’energia è infatti l’altra causa, la più importante, che spiega l’impennata degli ingredienti del pane. La farina di grano tenero è aumentata da 37 euro al quintale (nel 2021) agli attuali 69 euro. I prodotti panificati sono passati da 1,5 euro al chilo nel luglio 2021 a 1,90 euro (+27 per cento).
  • Se la tendenza all’aumento dei costi dovesse proseguire, il prezzo del pane potrebbe salire fino a 6 euro al chilo (dall’attuale media di 3/5 chili), affermano i panificatori. 

Questo il quadro in coincidenza con l’onda di aumenti dei tassi partita stamane dalla Svezia e che proseguirà domani con la Fed in attesa degli scontati rialzi della Bce. Serviranno ad impedire che il prezzo del pane lieviti ancora? Forse. Ma in un quadro che vede un aumento strutturale dei salari e del costo delle importazioni, l’intervento sui tassi potrebbe risultare meno efficace di quanto sperato. Almeno nel breve, quando più si rischia l’effetto stagflazione

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