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Il piano Draghi a sostegno delle banche e le mosse della Fed rasserenano i mercati

Apertura di Piazza Affari in rialzo – I differenti sostegni alle banche offerti dalla Bce e dalla Fed e gli evidenti segni di ripresa dell’economia americana incoraggiano le Borse che forse hanno cominciato, sia pure in ritardo, il tradizionale rally di Natale – A Milano Impregilo, Edison e Fondiaria sono un tris ad alta tensione

Il piano Draghi a sostegno delle banche e le mosse della Fed rasserenano i mercati

IL “BAZOOKA DI SERVIZIO” DI DRAGHI SCALDA LE BORSE
WALL STREET IN VOLO GRAZIE AL MATTONE (E ALLA FED)

Parte “il bazooka dalla porta di servizio” servito da Mario Draghi . Oggi infatti le banche potranno accedere al maxiprestito triennale della Bce denominato Ltro ( Longer Term Refinancing Operations) da parte della Bce a fronte di garanzie rappresentate da collaterali (titoli di Stato e cartolarizzati). In questo modo l’istituto intende fornire i mezzi al sistema per far fronte alle emissioni obbligazionarie in scadenza nel 2012 (800 miliardi). Nel giugno del 2009, in piena crisi Lehman, la Bce collocò 442 miliardi di emissioni ad un anno, ma la domanda stavolta potrebbe essere anche superiore, a giudicare dagli umori del mercato. Stavolta la Bce può offrire fino a 400 miliardi, con l’obiettivo per l’intero 2012 di arrivare fino a mille miliardi. La seconda asta si terrà il prossimo 29 febbraio.

Un buon generale, diceva Napoleone, dev’essere fortunato. I dati positivi che hanno preceduto la giornata-chiave per il piano Draghi lasciano intuire che il presidente della Bce ha dalla sua la buona sorte. Innanzitutto, il felice esito dell’asta spagnola dimostra che la terapia della liquidità illimitata comincia a dare buoni frutti: il Tesoro iberico ha piazzato 3,718 miliardi di euro di bond trimestrali a un rendimento dell’1,735% (contro 5,11%) dell’asta precedente. Migliora anche, a sorpresa, la fiducia in Germania.

Date le premesse non stupisce la ripresa dei listini europei. L’indice FtseMib di Piazza Affari ha chiuso in rialzo del 2,8%, Parigi è salita del 2,5%, Francoforte +3,1%. Londra ha guadagnato lo 0,9%.L’euro è in rialzo a 1,3114 contro il dollaro, dopo che ieri era sceso a 1,299. La situazione, insomma, è quasi sotto controllo. Resta ancora alta, però, la febbre italiana, anche se il mercato dei titoli di Stato mostra segni di miglioramento. Il rendimento del Btp a 10 anni scende di 33 punti base a 6,48%, lo spread è 453 punti base in calo di 33 punti, comunque assai lontano dai risultati di Madrid.

MENO CAPITALE, BANCHE USA BOOM. Ma il vero propellente del Toro arriva da Wall Street che ha vissuto ieri una giornata ruggente: Dow Jones +2,87%, Standard & Poor’s +2,98%, il Nasdaq + 3,19%. A spingere i listini sono stati due fattori: 1) i dati, sorprendenti, del mercato immobiliare: 685mila nuovi cantieri, il 9,3% in più rispetto a ottobre, accompagnati dal balzo dei permessi edilizi rilasciati a 681mila (+5,7% da ottobre). 2) La decisione della Fed di non chiedere requisiti di capitale più elevati al sistema bancario, al contrario di quanto temuto alla vigilia. In epoca di “economic stress” alle banche sistemiche basterà un Tier 1 pari al 5% , da aumentare al 7% in “epoca normale” ovvero al 9,5% per gli istituti con la maggiore esposizione al rischio. L’annuncio della Fed ha messo le ali a JP Morgan +4,9%, Morgan Stanley +3,8% e agli altri principali valori finanziari. Anche in questo caso, però, la politica Usa e quella europea divergono in maniera profonda: Big bazooka a New York, interventi coordinati ma quantitativamente limitati nella Ue; soluzioni anticicliche per il capitale delle banche in Usa, scelte procicliche (e recessive) per le banche del Vecchio Continente.

METEOBORSA. IL BEL TEMPO TIENE. A completare il quadro del mini rally sono i rialzi delle Borse asiatiche (Nikkei 225 +1,28%, Hang Seng di Hong Kong +1,60%) favoriti, oltre che dai dati Usa, anche dai sussidi all’export cinese annunciati da Wen Jiabao che dal piano di interventi in Borsa deciso a Taiwan (+4,2% l’indice). Nelle ultime settimane le sedute più effervescenti di rado hanno concesso il bis. Stavolta, però, non sono pochi gli ingredienti che lasciano prevedere l’avvio, in forte ritardo, del tradizionale rally di Natale. Ma resta l’incognita delle agenzie di rating a frenare gli animal spirits più ruggenti.

INTESA, MIGLIOR TITOLO BANCARIO NEI TRE MESI
BPM, BONOMI E’ GIA’ SALITO OLTRE IL 9%

Fra le banche, Intesa ha guadagnato il 5,8%, nonostante la decisione di Cheuvreux di togliere il titolo dalla lista delle banche preferite in Europa e di abbassare il giudizio a “underperform”. Gli analisti del broker francese hanno abbassato le stime del 7% circa a causa del peggioramento del quadro economico italiano. Inoltre, a supporto della loro decisione di declassare Intesa, citano la recente performance del titolo: negli ultimi tre mesi Intesa Sanpaolo ha messo a segno un rialzo del 23% che lo rende il miglior titolo bancario dell’indice Eurostoxx Banks (33 componenti). Nello stesso periodo l’indice ha perso l’1,1%.

Unicredit (+6,3%) si prepara ad allargare il consorzio di banche che garantirà il buon esito dell’aumento di capitale da 7,5 miliardi di euro. Il totale dei membri del consorzio dovrebbe salire a 26 istituti. Entra nel vivo anche la riorganizzazione prevista dal piano industriale. Sarà chiusa la divisione che offre finanziamenti agli enti pubblici. Prende forma anche la ristrutturazione delle attività dell’investment banking. Esce dal gruppo Edoardo Spezzotti, già a capo dell’area Asia e Americhe del gruppo.

Grande exploit di PopMilano + 6,7% a 0,3116 euro dopo i risultati definitivi dell’aumento di capitale: superata quota 94% di adesioni. Al consorzio di garanzia, dopo gli acquisti di Investindustrial che ha già aumentato la sua quota al 9,06%, rimane in mano solo il 2,7% dell’inoptato, una quota facile da collocare. Il prossimo ostacolo sarà l’assemblea degli obbligazionisti in agenda domani che dovrà decidere per la modifica delle condizioni del bond convertendo 2009-2013 con la riduzione dello prezzo di conversione da 6 euro a 2,71 euro. Al proposito Federconsumatori ha già preannunciato che farà ricorso ad una class action contro la banca.

IMPREGILO, FONDIARIA, EDISON, TRIS AD ALTA TENSIONE

Salini Costruzioni ha portato la sua quota poco sotto il 15% dall’attuale 10% in Impregilo (+4,90%). Il rastrellamento di azioni da parte del costruttore romano accelera proprio quando Fondiaria Sai si prepara a dire di sì all’offerta arrivata da Gavio sulla quota detenuta in Igli, la finanziaria che controlla il 29,9% di Impregilo. Il terzo socio di Igli, il gruppo Atlantia, invece, è intenzionato a respingere l’offerta che valuta Impregilo 3,6 euro per azione. Ci sono i presupposti, insomma, per una battaglia campale. Atlantia potrebbe far valere i suoi diritti di prelazione rilevando la metà della quota di Fondiaria Sai come prevedono i patti. Poi potrebbe scattare l’alleanza con Salini che metterebbe fuori gioco Gavio in quanto, per effetto delle restrizioni poste dal Patto di sindacato, non può rastrellare azioni senza essere costretto a lanciare l’Opa.

Oggi si terrà l’incontro tra l’ad di Fondiaria Sai Emanuele Erbetta e l’Isvap. Tema in discussione: i criteri per aumentare il margine di solvibilità. Sempre oggi si terrà il meeting tra l’advisor Goldman Sachs e i consiglieri indipendenti della compagnia in vista del cda di venerdì. Dai primi esiti della ricognizione della banca Usa sarebbe emerso un fabbisogno di nuovo capitale attorno ai 700 milioni, più di quanto suggerito da Mediobanca.

Consiglio di fuoco oggi in casa Edison. All’ordine del giorno l’analisi della situazione finanziaria del gruppo. I francesi di Edf potrebbero forzare la mano e proporre un aumento di capitale da 1/1,5 miliardi, ipotesi che sarebbe sicuramente rigettata dai soci italiani. Sul fronte del riassetto riprende corpo l’ipotesi di una Edipower tutta italiana (‘lodo Zuccoli’), con Delmi che potrebbe proporre di scambiare la sua quota dl 30% in Edison con il 50% di Edipower. Nel frattempo, il rischio è la paralisi decisionale che avrebbe una sola conseguenza: la retrocessione del debito di Foro Buonaparte nel girone dei junk bond. Non si respira aria di euforia neanche presso le altre utility, a partire da Enel +0,2%. Il titolo soffre per la situazione in Spagna dove controlla Endesa. Il nuovo governo infatti ha dichiarato che la prossima finanziaria sarà più incentrata sui tagli che non sull’aumento delle tasse. Il mercato teme un taglio agli incentivi per le energie rinnovabili, settore dove Endesa è molto presente.

In Europa il settore migliore è stato quello dell’auto (Stoxx +5%), con Fiat grande protagonista in rialzo del 7%. Ieri sera, parlando al Lingotto ai dirigenti Fiat, Sergio Marchionne ha confermato che gli utili operativi di Chrysler ammontano a 2 miliardi di dollari. Il gruppo, intanto, ha deciso che la nuova Giulietta Station Wagon verrà prodotta a Cassino. In evidenza anche Fiat Industrial dopo che la controllata Cnh, secondo operatore mondiale nei trattori e nelle macchine agricole, ha annunciato un’offerta per il 100% di Kverneland, un produttore norvegese di macchine agricole. L’offerta, da depositare entro il 23 dicembre, è a 9,5 corone per azione, pari ad un totale di 190 milioni di euro. Il 16 dicembre, Kverneland aveva ricevuto un’offerta a 8,5 corone dalla giapponese Kubota. Pronta a scendere in campo anche la cinese Chery.

Mediaset ha recuperato dopo i recenti cali con un rialzo del 5,9%. Bene Finmeccanica +4,4% e Prysmian +6%.

Fra le mid cap, mettono a segno buoni rialzi Rcs +4,3%, Maire Tecnimont +5,6% e Indesit +3,7%, Trevi +5%, Piaggio +8%.

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